Allora cominciamo dal principio e facciamo un po’ di chiarezza.
Lo stato, quindi noi, con il Fondo Unico per lo Spettacolo, mette a disposizione delle somme da ripartire annualmente tra le varie discipline artistiche (Teatro, Musica, Cinema, Danza, Lirica) per favorire lo sviluppo della cultura e la valorizzazione di artisti di degno talento.
Anche il cinema usufruisce dei compensi statali per la produzione di nuove pellicole e per l’emersione di nuovi giovani registi, non in grado di finanziare le loro prime uscite.
I dati relativi al 2007 (fonte Ministero Beni e Attività Culturali) vedono assegnare al cinema 79.434.180 euro, mentre per il 2008 gli euro salgono a 90.000.000. Nel 2009 assistiamo ad un calo considerevole degli stanziamenti (69.936.549,37 euro, fonte Ministero Beni e Attività Culturali) calo dettato dalla politica del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi.
E’ di questi giorni la bagarre politica legata alle esternazioni del Ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato Brunetta sugli sprechi del Cinema e degli Enti Lirici.
Con enfasi ed eccessivo lirismo Brunetta riferisce di sovvenzioni date a sproposito, di “cineasti parassiti che animano la Mostra del cinema di Venezia in questi giorni. Gente che ha preso tanti soldi e ha incassato poco al botteghino. Gente che non ha mai lavorato per il bene del Paese, anzi non ha mai lavorato, registi che hanno ricevuto 30/40 milioni di euro di finanziamenti incassando in tutta la loro vita 3-4 mila euro. Questi stessi autori nobili, con l’aria sofferente, ti spiegano che questa Italia fa schifo…Solo che loro non hanno mai lavorato per avere un’Italia migliore”
Un’esortazione a “chiudere il rubinetto del Fondo Unico per lo Spettacolo” rivolta a Bondi, conclude la roboante énonciations di Brunetta a Gubbio.
Alcune riflessioni nascono spontanee, sia sull’utilità o no di tali stanziamenti, sia sui criteri di ammissibilità delle opere da parte delle commissioni giudicanti, sia sull’effettiva resa produttiva che segue l’investimento finanziario.
Nella maggior parte dei paesi occidentali il cinema è considerato un’industria e pertanto non gode di finanziamenti statali; in America, per esempio, le case di produzione cercano sponsorizzazioni dai privati e pertanto si è sviluppato un modello cinema/industria che va avanti a prescindere dallo Stato. Tuttavia credo necessaria una promozione della cultura cinematografica (anche da parte dello Stato) specialmente tra le nuove generazioni di cineasti che, senza fondi, non potrebbero mai far arrivare le loro opere sullo schermo.
Certo è che in Italia, eterno paese dei balocchi, da sempre, il cinema non è mai stato considerato un’industria e le elargizioni monetarie hanno sempre finito per scivolare o nelle tasche dei soliti noti o nella realizzazione di pellicole che poi sono tragicamente sparite in qualche fondo di magazzino.
Nella scheda sotto (cliccare per ingrandire) sono riportati i film che hanno attinto ai finanziamenti statali nel 2008, vi invito a giocare a “Trova il film” e a scoprire quanti film sono usciti nelle sale italiane e quali hanno avuto il maggior scarto tra il finanziamento avuto e l’incasso effettivo.
Noterete sicuramente autori sconosciuti, qualche improbabile titolo e cifre che vanno dai 40.000 euro (Amateur-Lo spogliarello della casalinga di Alessio Fava, per citarne uno) a 1.900.000 euro (Una questione di cuore di Francesca Archibugi) . Non vi saranno sfuggiti nemmeno i Non Uscito per maggior parte delle opere finanziate.
Ora domandiamoci a cosa serve finanziare dei film che poi non trovano distribuzione nei cinema, chiediamoci se non sarebbe meglio finanziare meno film e seguirne tutto l’iter fin dentro la sala cinematografica, se non sarebbe più utile ed onesto destinare i fondi soltanto alle prime opere e non ad autori già affermati (vedi Comencini, Piccioni, Bellocchio, Risi ed altri) che, lungi dal voler sminuire il loro operato ormai consolidato, hanno meno bisogno di sovvenzioni statali per i loro film.
Alcune riflessioni mi giungono anche osservando la lista a seguire sotto: sono i film prodotti nel 2009 in Italia (fonte Cinemaitaliano); anche qui vi invito a notare quanti non hanno ancora una distribuzione e quanti faranno la fine della carta straccia nel cestino a fronte di finanziamenti, lavoro, sacrificio e passione.
Alma (2009, di Massimo Volponi) senza distribuzione
Alza la Testa (2009, di Alessandro Angelini)
Amore 14 (2009, di Federico Moccia) uscirà il 30/10/2009
Aspettando Godard (2009, di Alessandro Aronadio)
Autodafè (2009, di Emiliano Cribari) senza distribuzione
Baaria (2009, di Giuseppe Tornatore)
Barbarossa (2009, di Renzo Martinelli) uscirà il 09/10/2009
Butterfly Zone (2009, di Luciano Capponi) senza distribuzione
Christine (2009, di Stefania Sandrelli) senza distribuzione
Cosmonauta (2009, di Susanna Nicchiarelli)
Dall’Altra Parte del Mare (2009, di Jean Sarto)
Dieci Inverni (2009, di Valerio Mieli) senza distribuzione
Diverso da Chi? (2009, di Umberto Riccioni Carteni)
Due Partite (2009, di Enzo Monteleone)
Feisbum (2009, di Mauro Mancini, Giancarlo Rolandi, Dino Giarrusso, Emanuele Sana, Laura Luchetti, Alessandro Capone, Serafino Murri)
Film Zero (2009, di Orazio Guarino) senza distribuzione
Fortapàsc (2009, di Marco Risi)
Francesco di Paola – La Ricerca della Verità (2009, di Fabio Marra) senza distribuzione
Generazione Mille Euro (2009, di Massimo Venier)
Giallo (2009, di Dario Argento) senza distribuzione
Giulia Non Esce la Sera (2009, di Giuseppe Piccioni)
Gli Amici del Bar Margherita (2009, di Pupi Avati)
Good Morning Aman (2009, di Claudio Noce)
I Mostri Oggi (2009, di Enrico Oldoini)
Iago (2009, di Volfango De Biasi)
Il Caso dell’Infedele Klára (2009, di Roberto Faenza)
Il Compleanno (2009, di Marco Filiberti)
Il Maestro di Lingue (2009, di Diego Piccioni) senza distribuzione
Imago Mortis (2009, di Stefano Bessoni)
Impotenti Esistenziali (2009, di Giuseppe Cirillo)
In The Market (2009, di Lorenzo Lombardi) senza distribuzione
Io Sono l’Amore (2009, di Luca Guadagnino) uscirà il 09/10/2009
Italians (2009, di Giovanni Veronesi)
L’Ultimo Ultras (2009, di Stefano Calvagna)
La Casa sulle Nuvole (2009, di Claudio Giovannesi)
La Cosa Giusta (2009, di Marco Campogiani)
La Doppia Ora (2009, di Giuseppe Capotondi) uscirà il 09/10/2009
La Fisica dell’Acqua (2009, di Felice Farina) senza distribuzione
La Matassa (2009, di Giambattista Avellino, Salvatore Ficarra, Valentino Picone)
La Pivellina (2009, di Tizza Covi, Rainer Frimmel)
La Strategia degli Affetti (2009, di Dodo Fiori) senza distribuzione
Le Acque di Chenini (2009, di Elisa Mereghetti) senza distribuzione
Le Ombre Rosse (2009, di Francesco “Citto” Maselli)
Lo Spazio Bianco (2009, di Francesca Comencini) uscirà il 16/10/2009
L’Ultima Mossa (2009, di Vito Giuss Potenza) senza distribuzione
L’Ultimo Crodino (2009, di Umberto Spinazzola)
Miss Julie (2009, di Michael Margotta) senza distribuzione
perFiducia (2009, di Ermanno Olmi, Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino)
Piede di Dio (2009, di Luigi Sardiello)
Pochi Giorni per Capire (2009, di Carlo Fusco) senza distribuzione
Questo Piccolo Grande Amore (2009, di Riccardo Donna)
Sbirri (2009, di Roberto Burchielli)
Smile (2009, di Francesco Gasperoni)
Sogno il Mondo il Venerdì (2009, di Pasquale Marrazzo)
Sulla Strada di Casa (2009, di Emiliano Corapi) senza distribuzione
Trappola d’Autore (2009, di Franco Salvia)
Tris di Donne & Abiti Nuziali (2009, di Vincenzo Terracciano)
Un Marito per Due (2009, di Claudio Insegno) senza distribuzione
Un’Estate ai Caraibi (2009, di Carlo Vanzina)
Vincere (2009, di Marco Bellocchio)
Viola di Mare (2009, di Donatella Maiorca) uscirà il 16/10/2009
Visions (2009, di Luigi Cecinelli)
In questo caos strutturale ed organizzativo del cinema italiano, caos di cui l’Italia è maestra da sempre in tutti i settori, chiudere il rubinetto dei fondi è la norma più ovvia ed anche la più sterile da proporre se non unita ad una serie di interventi mirati al riassetto del settore ed alla consapevolezza che il cinema, come cultura, è essenziale e imprescindibile nella vita delle persone e che come tale va tutelato, sia da forme di discriminazione politica-morale-sociale sia da se stesso e dalle proprie facili concessioni.
Come buon auspicio per l’anno futuro ecco un elenco dei prossimi film italiani in produzione, in attesa di vederli presto al cinema:
(fonte Cinemaitaliano)
18 Anni Dopo (in produzione, di Edoardo Leo)
Acab (in produzione)
Alice (in produzione, di Oreste Crisostomi)
Aninha e il suo Generale (in produzione, di Alberto Rondalli)
Baciami Ancora (in produzione, di Gabriele Muccino)
Basilicata Coast to Coast (in produzione, di Rocco Papaleo)
Belli si Nasce (in produzione, di Aldo Pellegrini)
Bilal (in produzione)
Bingo (in produzione, di Francesco Ciccone)
Boogie Woogie (in produzione, di Andrea Frezza)
C’è Chi Dice No (in produzione, di Giambattista Avellino)
Come un Delfino (in produzione, di Stefano Reali)
Con gli Occhi di un Altro (in produzione, di Antonio Raffaele Addamo)
Cosa Voglio di Più (in produzione, di Silvio Soldini)
Cristalli (in produzione, di Luigi Carchia)
Cuore Nero (in produzione, di Cristiano Bortone)
Dalla Vita in Poi (in produzione, di Gianfrancesco Lazzotti)
Derek Rocco Barnabei (in produzione, di Ago Panini)
Diaz (in produzione, di Daniele Vicari)
Donne di Sicilia (in produzione, di Manuel Giliberti)
Edoardo. Senza Corona…Senza Scorta (in produzione, di Walter Margara)
Felicia. La Mafia Uccide e il Silenzio Pure (in produzione, di Gregorio Mascolo)
Femmine Contro Maschi (in produzione, di Fausto Brizzi)
Figli delle Stelle (in produzione, di Lucio Pellegrini)
Fumo negli Occhi (in produzione, di Michele De Virgilio, Nicola Scorza)
Gangs di Napoli (in produzione, di Mimmo Calopresti)
Ganja Fiction (in produzione, di Mirko Virgili)
Genitori e Figli: Istruzioni per l’Uso (in produzione, di Giovanni Veronesi)
Gioco all’Alba (in produzione, di Andrea Bolognini)
Gorbaciov – Il Cassiere col Vizio del Gioco (in produzione, di Stefano Incerti)
Guardando le Stelle… (in produzione, di Stefano Calvagna)
Habemus Papam (in produzione, di Nanni Moretti)
Hai Paura del Buio (in produzione, di Massimo Coppola)
Happy Family (in produzione, di Gabriele Salvatores)
I Baci Mai Dati (in produzione, di Roberta Torre)
I Figli di Satana (in produzione, di Stefano Calvagna)
I Giorni delle Feste (in produzione, di Mario Spinocchio)
I Ragazzi del Vesuvio (in produzione, di Giuseppe Ferrara)
Il Banchiere dei Poveri (in produzione, di Marco Amenta)
Il Bene dal Male (in produzione, di Fabrizio Cattani)
Il Cacciatore di Anatre (in produzione, di Egidio Veronesi)
Il Cembalo della Luna (in produzione, di Salvatore Tuma)
Il Figlio più Piccolo (in produzione, di Pupi Avati)
Il Fuoco e la Cenere (in produzione, di Francesco “Citto” Maselli)
Il Mostro di Firenze (in produzione, di Antonello Grimaldi)
Il Padre e lo Straniero (in produzione, di Ricky Tognazzi)
Il Pane di San Giuseppe (in produzione, di Stefano Savona)
Il Primo Uomo (in produzione, di Gianni Amelio)
Il Ragno Nero (in produzione, di Fabio Segatori)
Il Richiamo (in produzione, di Stefano Pasetto)
Il Sangue Caldo di Rio (in produzione, di Aurelio Grimaldi)
Io e Marilyn (in produzione, di Leonardo Pieraccioni)
Io, Loro e Lara (in produzione, di Carlo Verdone)
L’Amor Cortese (in produzione, di Claudio Camarca)
L’Amore al Tempo della Collera (in produzione, di Mickey Capo)
L’Amore Buio (in produzione, di Antonio Capuano)
L’Erede (in produzione, di Michael Zampino)
L’Età dell’Oro (in produzione, di Antonello Grimaldi)
L’Imbroglio nel Lenzuolo (in produzione, di Alfonso Arau)
L’Industriale (in produzione, di Giuliano Montaldo)
L’Ultima Estate (in produzione, di Eleonora Giorgi)
L’Ultimo Re (in produzione, di Aurelio Grimaldi)
L’Uomo che Verrà (in produzione, di Giorgio Diritti)
L’Uomo Nero (in produzione, di Sergio Rubini)
La 13a Corda (in produzione, di Giuseppe Ferrara)
La Ballata dei Precari (in produzione, di Corrado Ceron, Giordano Cioccolini, Silvia Lombardo)
La Banda del Brasiliano (in produzione, di John Snellinberg)
La Bella Gente (in produzione, di Ivano De Matteo)
La Bella Societa’ (in produzione, di Gian Paolo Cugno)
La Città Invisibile (in produzione, di Giuseppe Tandoi)
La Giostra dei Criceti (in produzione, di Libero De Rienzo)
La Leggenda di Kaspar Hauser Re dell’Asinara (in produzione, di Davide Manuli)
La Metafisica delle Scimmie (in produzione, di Marina Spada)
La Misura del Confine (in produzione, di Andrea Papini)
La Passione (in produzione, di Carlo Mazzacurati)
La Piazza è Chiusa (in produzione, di Edoardo Winspeare)
La Prima Cosa Bella (in produzione, di Paolo Virzì)
La Solitudine dei Numeri Primi (in produzione, di Saverio Costanzo)
La Straniera (in produzione, di Marco Turco)
La Vita (in produzione, di Daniele Luchetti)
La Vita è una Cosa Meravigliosa (in produzione, di Carlo Vanzina)
La Voce (in produzione, di Augusto Zucchi)
Ladri di Merito (in produzione, di Giambattista Avellino)
Le Cose che Restano (in produzione, di Gianluca Maria Tavarelli)
Le Inutili Apparenze (in produzione, di Rita Bellacosa)
Le Nuvole Bruciano col Sole (in produzione, di Fabrizio Mario Lussu)
Le Sette Note del Diavolo (in produzione, di Marco Tornese)
Le Ultime 56 Ore (in produzione, di Claudio Fragasso)
Let It Be (in produzione, di Guido Chiesa)
Liolà (in produzione, di Gabriele Lavia)
Lontano da Ogni Cosa (in produzione, di Tonino Zangardi)
Luglio ’80 (in produzione, di Massimo Natale)
Luigi, Una Vita Impossibile (in produzione, di Antonio Maria Magro)
Mancanza (in produzione, di Stefano Odoardi)
Mannaggia la Miseria (in produzione, di Lina Wertmüller)
Mare Piccolo (in produzione, di Alessandro Di Robilant)
Maschi Contro Femmine (in produzione, di Fausto Brizzi)
Mia Sorella è una Foca Monaca (in produzione, di Marco Martani)
Mine Vaganti (in produzione, di Ferzan Ozpetek)
My Favourite Game (in produzione, di Fabio Guaglione, Fabio Resinaro)
My Lai Four (in produzione, di Paolo Bertola)
Natale a Beverly Hills (in produzione, di Neri Parenti)
Noi Credevamo (in produzione, di Mario Martone)
Non c’è Tempo per gli Eroi (in produzione, di Andrea Mugnaini)
Non Ti Vedo (in produzione, di Matteo Rovere)
Occhi a Sogni Aperti (in produzione, di Giancarlo Marinelli)
Oggi Sposi (in produzione, di Luca Lucini)
Once Upon a Time in Europe (in produzione, di Alessio Della Valle)
Pasolini, la Verità Nascosta (in produzione, di Federico Bruno)
Quando si Diventa Grandi (in produzione, di Massimo Bonetti)
Questo deve essere il Posto (in produzione, di Paolo Sorrentino)
Questo è Amore (in produzione, di Riccardo Milani)
Questo Mondo è per Te (in produzione, di Francesco Falaschi)
Sangue d’Arance (in produzione, di Claudio Fragasso)
Scontro di Civiltà per un Ascensore a Piazza Vittorio (in produzione, di Isotta Toso)
Scusa Ma Ti Voglio Sposare (in produzione, di Federico Moccia)
Senza Arte Né Parte (in produzione, di Giovanni Albanese)
Shun Li e il Poeta (in produzione, di Andrea Segre)
Siamo Ragazzi Qualunqui (in produzione, di Gennaro Nunziante)
Sott’Acqua (in produzione, di Giuseppe Piccioni)
Sul Mare (in produzione, di Alessandro D’Alatri)
Terra di un Uomo (in produzione)
The Shadow (in produzione, di Federico Zampaglione)
Thomas (in produzione, di Stefano Odoardi)
Tutti Intorno a Linda (in produzione, di Barbara Sgambellone, Monica Sgambellone)
Tutto l’Amore del Mondo (in produzione, di Riccardo Grandi)
Un Altro Mondo (in produzione, di Silvio Muccino)
Una Vita Tranquilla (in produzione, di Claudio Cupellini)
Valigia sul Letto (in produzione, di Edoardo Tartaglia)
Velma (in produzione, di Piero Tomaselli)
Venti Sigarette (in produzione, di Aureliano Amadei)
Venuto al Mondo (in produzione, di Sergio Castellitto)
Vorrei Vederti Ballare (in produzione, di Nicola Deorsola)
Ciao Luigi, ho appena letto l’articolo e lo trovo davvero molto interessante, ti ringrazio per queste preziosissime informazioni che se non ce le fa notare qualcuno, non credo troviamo facilmente…
Grazie ancora, Paola.
Cari ragazzi vorrei chiarirvi che per la realizzazione di un film per il cinema ci vogliono dai due ai tre anni, che per il mio ultimo film, le ultime 56 ore, un fondo richiesto a dicembre 2008, ancora non e’ stato erogato un solo centesimo dal Ministero, così come per gli altri film in lista, aver ottenuto il fondo non significa incassare automaticamente le somme, il film e’ stato comunque portato a termine, uscira’ nelle sale a febbraio marzo 2010. La somma non copre nemmeno la metà del costo film, il resto lo mette la produzione anticipando anche la somma del Ministero . Attualmente sto doppiando, poi ci saranno altre numerose e complesse lavorazioni prima di arrivare alla copia definitiva del film. Sono tantissime le persone e gli stabilimenti che lavorano in un film, quindi tanti soldi in tasse che lo stato prende, senza contare che, lo stato, pur non anticipando un centesimo è il primo a ripredersi quanto ha dato e non solo attraverso l’incasso botteghino in sala, ma anche per le vendite in televisione, pay tv, home video ed estero. E ancora dallo sbigliettamento in sala per il cinema come per qualunque altro spettacolo (teatro, opera, calcio etc) lo stato ha il 33% del biglietto stesso. Prima di concludere vorrei evidenziare che le liste dei richiedenti da voi pubblicate non sono dei film che hanno ottenuto il finanziamento, ma di quelli che l’hanno richiesto, poi c’è una commissione che giudica e lo da solo a chi ha i requisiti. Avete pubblicato anche le richieste di film ritirati o mai presentati. Il mIo Milano Paleremo il Ritorno, per esempio, aveva avuto il riconoscimento, ma non ha mai preso il fondo, tanto per onor di cronaca e non è il solo. Non se ne può davvero più con tutta questa disinformazione. Mentre i veri assistiti stanno in altri lidi basta vedere le cifre erogate dallo stato per :(editoria etc) Ebbene non fate come Brunetta, che di cinema conosce poco,che non si rende conto degli sforzi e dei sacrifici che bisogna affrontare, non vi accanite in una campagna denigratoria, a tutto tondo sul nostro cinema,o siete in malafede o,piuttosto, come Brunetta ci capite poco o niente su come funziona e in cosa consiste la produzione di un film. Non attaccate i lavoratori di cinema e le maestranze, precari a vita che dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri lavoratori e invece non è mai stato così. Senza contare che più film si realizzano più soldi entrano nelle casse dello stato in tasse. Sapete quanto va allo stato del costo film tra tasse ed altro? Più del 45%, a parte quanto menzionato prima. E poi per favore non se ne può più di sentir dire che questi soldi vengono dati al regista, è il produttore a prenderli quando finalmente arrivano, ed è lui a gestirli. A volte il film arriva in sala e il finanziamento non è ancora stato erogato e per questo motivo molti rinunciano, questo va detto. Quando arriverà il mio ve lo farò sapere….. Saluti, Claudio Fragasso.
@claudio: ciao claudio, mi permetto di darti del tu visto che la nostra discussione è piuttosto amichevole, comunque prima di tutto non sai quanto sono onorata del tuo intervento sul mio blog, non è uno scherzo, sono veramente contenta che un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico (perlomeno così ho letto, spero di non essere disinformata) del tuo calibro abbia deciso di commentare il mio blog, anche se fondamentalmente si tratta di una critica, ma va bene lo stesso fino a quando c’è il confronto democratico va tutto benissimo secondo me.
Detto questo, e premesso anche che non sono io in questo caso l’autrice dell’articolo (non per sgravarmi di responsabilità), vorrei dire qualcosa a favore di luigi che è il mio collaboratore e l’autore di questo interessantissimo articolo a mio parere.
Prima di tutto l’affermazione di Brunetta nel post è stata riprtata solo per affermare come in realtà in Italia molto spesso i problemi non si risolvono ma si fa finta di risolverli, quindi io non condivido assolutamente le sue affermazioni, anzi le critico per una marea di motivi, seconda cosa quelle liste sono state pubblicate solo con la finalità di far capire (lo so non siamo addetti ai lavori) in parte come funzionano i sovvenzionamenti pubblici.
Mi fa molto piacere che ci siano le tue precisazioni, ma comunque io non ho mai pensato e mai penserò che i registi si arrichiscano con i finanziamenti dello Stato e mi sembra che luigi non lo abbia detto nel post.
Comunque sarà lui stesso a risponderti, ti ringrazio ancora per le specifiche e spero continuerai a seguire cinemio.it.
@ Claudio Fragasso, lettori di Cinemio
L’articolo da me scritto ha cercato di evidenziare alcuni aspetti derivanti dalla situazione creata dalla diminuzione dei fondi per lo spettacolo e del cinema in particolare. I dati citati sono stati presi dalle fonti del Ministero e da Cinemaitaliano e pertanto attendibili nella loro esposizione (fini a smentita o chiarimento). Mi fa piacere che un regista affermato come Claudio Fragasso possa dare maggiori informazioni riguardo alle modalita degli stanziamenti e alle peripezie cui sono costretti i registi. La situazione del cinema italiano, cosi’ come riportato nell’intervento di Fragasso, deve fare i conti, secondo me, da una parte con atteggiamenti di ignoranza da parte di agenti dello stato che fanno della cultura un loro labile vessillo (e le parole di Brunetta, inserite nel mio articolo, che si commentano da sole, avevano lo scopo di evidenziare ironicamente un chiaro segno di decadenza) e dall’altra con un ingranaggio farraginoso cui vengono coinvolti tutti gli specializzati di settore (non dimentico certo chi lavora giornalmente per la buona riuscita di una pellicola, ma non posso fare a meno di pensare che una parte dei film finanziati siano di scadente fattura o oggetto di speculazione nonostante lo sforzo produttivo e il lavoro di onesti operatori). Sui tempi e le modalita’ delle elargizioni trovo uno spunto interessante nel report di Fragasso che mette ancor di piu’ in chiaro come funzionino le cose attualmente nel settore. Ribadisco ancora che, secondo me, il cinema italiano non vada lasciato in balia di se stesso, che possa aver accesso a finanziamenti (con modalita’ piu’ trasparenti) e che i film vengano seguiti fin dentro la sala, cosa che invece non avviene, non per tutti i film sicuramente. Percepisco nelle parole di Fragasso un certo scontento per la situazione dei registi , costretti a “partorire” il proprio film in situazioni difficili e tra mille traversie ma l’articolo non pone assolutamente una critica a registi o operatori del settore ma vuole portare alla luce un fenomeno, quello delle sovvenzioni statali, che rimane ancora sommerso e che invece, anche con l’intervento di Fragasso, puo’ essere meglio eplicitato.
Sempre a disposizione per scambi di opinione, un saluto ai lettori e al regista Claudio Fragasso
Luigi Coccia
Dopo aver letto l’articolo ed averlo commentato con Caudio, non posso fare a meno che aggiungere altre preziose informazioni. Quanto anticipato da Claudio in percentuali ed iter del fondo di garanzia. Ecco cosa accade durante un’ audizione per ottenerlo e come si svolge l’iter da noi da tempo contestato sul reference sistem, ringraziandovi per l’ospitalità in questo blog, proprio perchè non se ne sa nulla e quel poco che si sa è anche sbagliato, l’informazione deve arrivare in qualunque modo e con qualsiasi mezzo. Tornando al reference sistem vengo ad esplicitarmi. Quando si presenta la richiesta del fondo al ministero, siamo obbligati a rispettare questi parametri. Per prima cosa la sceneggiatura (me in questo caso) che viene valutata non solo per i contenuti, ma anche in base ai premi vinti, se lo sceneggiatore ha vinto il premio solinas ha 5 punti in più di un altro e se, la sceneggiatura è tratta da un romanzo ne ha altri 5. Questo porta a discriminare le storie di pura fantasia che dovrebbero valere molto di più di quelle non originali, adattate da un romanzo. La legge assurda è stata fatta per favorire l’editoria e non certo il cinema. Per un regista invece conta solo se ha fatto un buon incasso con i suoi film precedenti e senza distinzione di tipo di film. Non vedo perchè la stessa cosa non valga per gli scrittori e per gli attori. Gli attori invece devono aver vinto almeno un donatello per valere punti nella media di giudizio. Potete immagire adesso, cosa accade quando si compone un cast,quanto sia sbagliato tutto ciò, sapendo poi come vengono dati i premi in italia. Noi pensiamo che sia giusto dare rilevanza al merito, ma con delle distinzioni precise, non si può valutare un film come il panettone di natale, o quelli dei vazina e simili, meritevoli perchè hanno incassato molto, alla stessa stregua di chi fa film ben diversi e difficili che poi a volte incassano anche bene. Secondo, non si può considerare valido un solo premio per avere più punti e non dare alcun valore a tutti gli altri esistenti. Allora che senso ha elargire denaro sottraendolo al Fus per finanziare tutti i festival di cinema esistenti in Italia. Noi chiediamo di modificare il reference sistem per la valutazione delle sceneggiature, degli sceneggiatori , attori e registi; mentre riteniamo sia valido per la produzione che deve dimostrare di essere all’altezza (dato che sono loro a gestire il denaro poi) e deve dimostrare come copre il costo film, dal momento che lo stato se riconosce un fondo, ne copre solo un terzo. mai la totalità. Anche questo dev’essere chiaro. Nel mio caso personale ho sempre avuto un 30/33 pieno come valutazione delle mie sceneggiature, è un vero esame e come diceva il grande Eduardo “Gli esami non finiscono mai”. Proprio così, ma non basta per alzare il totale del punteggio anche se la regia di claudio ha una valutazione buona, perchè non abbiamo mai vinto un donatello, ma abbiamo avuto rispettivamente più nomination. Ora non ne sto facendo un caso personale, siamo in tantissimi nella stessa situazione e ringranziando Dio, i film riusciamo a relizzarli lo stesso, da soli, uno ogni 3 o 4 anni ,perchè è difficilissimo trovare il denaro. Nessuno ti paga la sceneggiatura prima, con le relative ricerche, studi etc. Volevo solo evidenziare dove sta l’errore. Oggi si scrivono libri solo per trasformarli più facilmente in film date le leggi esistenti e non perchè veramente si aveva voglia di scriverlo. Spero di esere stata chiara, il discorso è troppo lungo e complesso. Spero a breve di postarvi la nostra risposta al ministro brunetta a firma 100autori di cui facciamo parte.
In ultimo vorrei condividere un giudizio. E’ vero che molti film in passato hanno avuto il finanaziamento pubblico e non sono mai usciti, quando esisteva l’articolo 28 i denari non andavano restituiti ,erano a fondo perduto. Questo accadeva per opera prima e seconda e naturalmente ne è stata fatta carne da porco da parte di tanti produttori improvvisati, con la connivenza di alcuni della commissione. Ma questo accadeva più di vent’anni fa. Oggi i fondi vanno sempre restitutiti allo stato, a fondo perduto non siste più nulla è bene che si sappia. E chi non li restituisce non potrà mai più avere un fondo. Ancora una precisazione. Le liste del ministero che riportano i film che hanno fatto domanda per il fondo non fanno testo, quelle che valgono e si possono scaricare dal sito del ministero, solo unicamente quelle che riportano chi ha avuto i requisiti per ottenerlo, analizzandole potrete vedere come la somma richiesta non corrisponde mai a quella che verrà erogata (sempre dopo l’uscita del film e mai prima) ma difetta al ribasso. Ancora, nella lista dove è riportato non uscito, non è perchè finito il film non ha trovato distribuzione, ma perchè la lavorazione di un film è lunghissima e spesso si ferma per mancanza di denaro per poi riprendere una volta che si è trovato il modo di andare avanti. Il nostro film ha avuto solo sulla carta il fondo nel 2008. E’ stato girato nel 2009 ed uscirà nel 2010 per i motivi di cui sopra, ancora senza aver toccato un solo cent del finanziamento pubblico che si spera arrivi a breve. Naturalmente partecipando con la produzione, non percependo un cent per permetterne la realizzazione. Questa è l’assurda situazione attuale anche per chi fa questo lavoro con amore e passione da ben vent’anni per me e più di trenta per Claudio. Immaginate cosa deve passare un giovane che si affaccia per la prima volta senza sapere in che inferno va ad infilarsi. E’ solo la passione e l’amore a farci andare avanti in questo “maledetto” mestiere senza il quale non riusciremo a dare un senso alla nostra vita.
Cari saluti,
Rossella Drudi.
Cara Rossella, grazie per le tue preziose delucidazioni sull’iter di finanziamento e di produzione di un film, credo che i lettori di cinemio possano avere ancor più chiara la situazione corrente. Personalmente continuerò a seguire gli sviluppi del beneamato FUS e le vicende della cinematografia italiana; spero vogliate, insieme a Claudio, tenerci informati su ulteriori sviluppi, su cinemio avrete sempre uno spazio per comunicare e discutere e magari, perchè no, renderci partecipi dell’uscita del vostro film.
Saluti, Luigi Coccia – Cinemio
@Rossella e Claudio:
esatto, proprio come dice il nostro caro Luigi, potete utilizzare cinemio come ulteriore canale per mostrare i vostri ultimi lavori e tutte le novità che vorrete segnalare in merito al cinema.
Se volete, vi offro la possibilità di scrivere di vostro pugno degli articoli da pubblicare sul blog.
Essendo un blog dedicato esclusivamente al cinema, la visibilità che avrà nei motori di ricerca, sarà superiore ad altri progetti generici, o anche a giornali online.
Quindi, potreste utilizzare cinemio come vetrina per il vostro pubblico, qui siamo tutti appassionati cinefili.
Quale posto migliore?
Se siete d’accordo, potete contattarmi compilando in modulo contatti che trovate in alto nel menu alla voce “contattami”.
Grazie per aver aperto questa discussione, ed aver offerto un punto di vista professionale in merito allo stato dei finanziamenti del cinema italiano.
Ringrazio anche Luigi che ha stimolato la discussione con questo interessantissimo articolo ;).
Per Mirko DIsidoro e Luigi Coccia,
grazie a voi per l’ospitalità e per l’offerta che rigirerò anche a Claudio anche se non era questo l’intento di partenza volendo chiarire una situazione spinosa e soffocante come poche.
Sarete sicuramente informati per primi sugli eventi del nostro film, scrivo su tanti blog e con il lavoro, il tempo restante per me è davvero poco.
Volevo aggiungere, tornando alla disinformazione su quanto noi autori abbiamo richiesto, dopo essere stati dipinti come “piagnoni” viziati che giocano a fare il cinema con i soldi di papà stato, cosa abbiamo chiesto, lottando duramente (movimento100autori) dal 2007 e cosa abbiamo ottenuto a luglio del 2009.
La libertà di poter trovare i finanaziamenti fuori dallo stato e fuori dal duopolio (rai mediaset) unici veri distribuitori e produttori di tutto il cinema italiano di oggi, attraverso il tax shelter e il tax credit, un sistema che esiste in tutto il mondo e che in Italia non riesce a passare.
Il tax shelter tradizionale, permette a un produttore indipendente, di coprire il costo film attraverso imprenditori che nulla hanno a che fare con il nostro lavoro, ma che vogliono investire nel cinema. In cambio potranno scaricare dalle tasse un 33% della somma investita, con l’obbligo di reinvestire gli utili detassati.
La legge che è passata da poco in Italia (luglio 2009) e che resterà in vigore fno al 2010, non è così semplice ha molti paletti, altri reference sistem per intenderci, per permettere alle produzioni di utilizzarla. Molto farraginosa, e che porterà a favorire i soliti grandi produttori che sono quelli menzionati sopra più al massimo un altro paio di produzioni italiane forti e poi tutte le numerose produzioni e distribuzioni americane d’italia, escludendo proprio gli indipendenti per i quali aveva un senso la richiesta.
Volevamo rimettere in piedi l’industria cinematografica in questo modo, ma non ce l’hanno fatto fare ed è anche chiaro il perchè. Se noi riusciamo a realizzare i film “da soli”, grazie ai finanziatori esterni, senza essere obbligati a vendere tutto prima ad una delle due emittenti televisive, le reti poi saranno costrette per riempire i palinsesti a chidere i film e a comprarli pagandoli per quanto valgono realmente, e non come accade oggi, strangolando il produttore che non ha scelta, tenendosi tutto lo sfruttamento del film. Chi frena ha tutto l’interesse a farlo. NOi vogliamo crescere da indipendenti e non da “impiegati” delle tv.
Dovete sapere che lo sfruttamento di un film oggi è illimitato, questo brunetta non lo dice mai, e anche quando incassa poco al botteghino non è mai un fallimento, perchè con tutte le piattaforme satellitari digitali e terrestri italiane ed estere che ci sono oggi, le tv a pagamento,(prima fila, palco) le cable tv, internet, cellulari, home video, aerei, navi, comunità etc etc. NOn solo si recupera sempre, ma si guadagna anche. Se poi il film va anche bene al botteghino in sala allora è veramente una festa, sempre se, si sono potuti tenere tutti i diritti. Cosa che oggi non accade mai o solo in piccola parte.
Adesso è semplice capire perchè non è passata la legge come doveva essere, in francia è totalmente diversa, più o meno come vi ho spiegato prima e così in america., belgio, olanda etc. Se i produttori tornano ad essere indipendenti come negli anni dell’industria cinematografica, crollata attorno al 1988(con l’avvento delle tv commerciali), quando l’italia sfornava 450/500 film l’anno, contro i 70/100 di oggi se va bene, siamo anche scesi ad annate di 45. Nessuno di loro andrà più in processione a chiedere nelle due emittenze, di finanziarli il film accettando ogni tipo di compromesso contrattuale. E loro sarebbero costretti a tornare a comprare i film per il solo passaggio televisivo senza godere di tutti gli altri diritti di sfruttamento che a oggi gli permettono di sfruttare un film a vita, senza nulla dare alle produzioni, così come agli autori ed interpreti.
E ancora, negli anni d’oro dell’industria cinematografica italiana, non esisteva che un film realizzato poi non trovava la distribuzione e vi spiego il perchè. In quegli anni tutta la filiera investiva nel film, dal produttore, al distributore all’esercente (titolare sale cinematografiche) Questo sitema obbligava la distribuzione a distribuire bene il film per recuperare i soldi investiti prima, così come l’esercente che aveva tutto l’interesse a tenerlo nelle sue sale per recuperare i soldi anticipati. Semplicissimo, no?
Noi avevamo chiesto che si tornasse a questo in forma diversa, (allora si faceva tutto con il giro di cambiali) obbligando sia la distribuzione che l’esercente ad investire sui film, evitando di avere film che non escono. Si concorda tutto sulla sceneggiatura, come si faceva una volta e s’investe con contratti che garantiscono in partenza, la distribuzione e l’uscita.
Mentre oggi nonostante non rischino una sola lira, perchè la distribuzione prende anche lei sovvenzioni statali e molto più alte di quelle dei produttori, prende a garanzia dal produttore vendite e diritti fino a quando non è rientrata della spesa per copia e pubblicità legate al lancio del flm. Inoltre è la seconda a rientrare della sua percentuale al botteghino dalla prima lira insieme allo stato e all’esercente che non rischia nulla ma incassa subito, e la parte legata alle tasse. Il produttore come potete vedere è l’ultimo a prendersi la sua parte, quello che rischia di più quando rischia e che poi ha meno. Tutto questo ha portato alla situazione attuale di totale dipendenza televisiva, per questo oggi abbiamo tantissimi produttori esecutivi e quasi zero produttori.
Spero di non essere stata troppo tecnica. E’ difficile da spiegare a chi non è del mestiere e non lo vive giornalmente sulla propria pelle, ed è difficile spiegare con termini diversi dall’usuale per essere più semplici. Ho fatto un tentativo. Speriamo bene.
Il tax credit, è un credito d’imposta che si riconosce alla produzione che ha rispettato le regole e i termini per averla e che ha ottenuto i requisiti per attuarla. Il credito d’imposta ottenuto deve essere reinvestito sugli utili di un secondo film, per incentivare la produzione e per evitare ai falsi produttori di tenersi i soldi in tasca senza reinvestire nel prossimo lavoro. Mettendo in moto un meccanismo che dovrebbe riaprire l’industria. Più film si fanno, più tasse prende lo stato, più gente lavora, più denaro circola.
Adesso ancora nessuno ha capito bene come funzionino le due leggi, cambiano sempre i parametri di valutazione e con la nuova finanziaria vedremo cosa succederà, perchè è sempre lì che si discute il tutto come per i FUS, basta un drecreto a cambiare ogni cosa o a bloccarla.
Tornando al tax credit, i film che hanno ottenuto il finanziamento per il riconoscimento d’interesse nazional culturale, hanno diritto ad utilizzarla, lo stato diventa produttore associato al reale produttore, con il vantaggio che è il primo a recuperare dalla prima lira, a differenza del produttore del film. che incassa i dividendi solo dopo aver coperto il costo film al lordo.
Adesso vi saluto sperando di non avervi confuso le idee più di prima e con un monito che le racchiude tutte, noi vogliamo solo lavorare, senza dover chiedere nulla a nessno e senza sottostare allo stillicidio tv che va avanti da troppi anni, per poi leggere l’ipocrisia insultante di alcuni critici che ben conoscono la verità , che gli autori italiani sono diventati troppo televisivi, privi di idee e che non hanno il coraggio di rischiare con storie nuove e nuove facce.
E ciò nonostante, il cinema per noi, resta la passione di tutta la vita, se non la vita stessa.
Saluti
Rossella Drudi.
@Rossella: Ti ringrazio veramente di cuore per tutte le informazioni che ci stai dando, ho provato a capirle e mi accorgo come, oltre ad essere veramente complicate, sono anche fatte abbastanza male, o meglio a favore di pochi (e sempre i soliti).
Ti assicuro che sei stata molto chiara e, secondo me, non potevi fare meglio!
Comunque ci hai veramente arricchito parecchio e spero che questa discussione non muoia così ma che i nostri contatti continuino ad esserci. Diciamo che la cosa che più non sopporto di tutta questa situazione è per prima cosa il fatto che nonostante io sia convinta che in Italia ci siano dei bravissimi autori, sceneggiatori e registi questi non hanno per niente la possibilità di esprimersi come meglio credono con un ritorno negativo per tutti (ma secondo me questa situazione è purtroppo generalizzata in Italia in tutti i campi lavorativi); in secondo luogo non è da sottovalutare la disinformazione di cui voi parlate.
Devo dire che dopo queste discussioni con voi a me si è aperto un mondo che non conoscevo assolutamente, a pensarci bene io non parlerei di disinformazione quanto piuttosto di assenza totale di informazione, non capisco perchè (o meglio purtroppo lo capisco…fa veramente molto comodo a qualcuno) ma dell’industria cinematografica italiana non se ne parla mai da nessuna parte e se se ne parla è solo per criticare e mai per conoscere veramente come è la reale situazione, abbastanza triste per la verità.
Almeno noi di cinemio vi diamo la massima solidarietà e supporto in qualsiasi modo riterrete opportuno e manifetsiamo il dissenso più assoluto verso queste forme di potere economico assoluto, e sto parlando delle televisioni commerciali, che schiacciano il piccolo in maniera a dir poco immorale.
Grazie a te Paola.
Appena avrò un più di tempo racconterò altre cose, al momento sto scrivendo una nuova storia e sono troppo presa. Comunque una precisazione va fatta per tutta questa disinformazione ed astio gratuito nei confronti del così detto e fin troppo allargato mondo dello spettacolo. Noi ci dissociamo da tutti quei “personaggi” che appaiono sui giornali e sullo schermo, che non sono attori, sceneggiatori, soggettisti,registi, produttori, autori, musicisti, montatori,direttori della fotografia, operatori, microfonisti e fonici di presa diretta, truccatori, parrucchieri, armieri, stuntman, segretarie d’edizione, costumisti, fotografi di scena, video assist, runner di produzione, runner regia, cassiere di set, amministrazione di produzione, direttore di produzione, segretari di produzione, aiuto registi, assisenti alla regia, capo effetti speciali digitali, maestri d’armi, ispettori di produzione, organizzatori generali, attrezzisti, scenotecnici, scenografi, coreografi,arredatori, produttori esecutivi, distribuitori, pubblicisti, disegnatori, uffici stampa, capo comparse e comparse, controfigure e tutti i capi elettricisti, macchinisti, operai, costruttori,autisti di camion , camper attrezzati, catering, personale pulizie,e tutti tecnici che compono una troupe cinematografica, la post produzione nell’edizione, rumoristi, montaggio presa diretta, mix musiche, mix dialoghi , direttore d’orchestra e orchestrali, copista spartiti musicali, coristi e solisti, e tanti altri ancora. In un film o fiction ci sono centinaia di persone che diventano molte di più aggiungendo i tecnici degli stabilimenti sviluppo e stampa pellicola, bagni di luce e ancora e ancora. Adesso escludendo i giornalisti, i presentatori professionisti e i ballerini professionisti, i casting professionisti, e facile capire di chi sto parlando ed è grazie a questi “personaggi” nulla sapenti fare che lo spettacolo e il suo mondo viene infangato ogni giorno con gossip vari e scandaletti di cui purtroppo tv e giornali si nutrono da ben 17 anni.
Scusate se mi sono dilungata, ma credo che il concetto sia chiaro, noi lavoriamo e lavoriamo sodo con il massimo della serietà e non ci va giù di esere equiparati ai troppi “sgambettini” di ambo i sessi, per usare un termine gentile, disposti a tutto pur di apparire sul piccolo schermo (anche grazie a chi glielo consente) e i giornali specializzati. Lo spettacolo è ben altro, compresi tutti i lavoratori di piazza, teatro, opera, circhi e tende. Sarebbe ora di fare una netta distinzione per rispetto a chi lavora e studia da anni (i ragazzi delle varie accademie per teatro e cinema) con tutto questa spazzatura d’immagine.
Saluti e a presto,
Rossella Drudi
Ciao , Sono Carlo Fusco regista del film ” Pochi giorni per capire” scrivo solo per precisare che il mio lungometraggio non ha usufruito di nessun tipo di contributo statale ma è stato completamente prodotto dalla “two brothers production” nuova società cinematografica..Chiaramente trattasi di un low budget. Abbiamo una distribuzione indipendente interessato a farlo uscire nelle salel..per ora è in concorso ad alcuni festival..
Ciao a tutti
@Carlo Fusco:
ciao e benvenuto su cinemio.it.
Ti ringrazio per aver offerto queste ulteriori informazioni in merito al tuo film, è un piacere conoscere nuovi registi, sceneggiatori etc, che lavorano per il cinema e che hanno avuto vogliadi partecipare e condividere le proprie opinioni.
Questo è un luogo dove tutti possono parlare e discutere, quindi le tue informazioni spero siano utili a tutti per capire che il tuo film non ha ricevuto nessun aiuto statale.
La lista che ha presentato Luigi è stata tratta da un altro portale cinematografico e quindi noi abbiamo solo riportato dei dati presenti in rete.
Come per Claudio e Rosella, ti offriamo la possibilità di parlare ai lettori di cinemio pubblicando articolidi tuo pugno.
Questo blog è dedicato ad appassionati cinefili e quindi coloro che lavorano per questo mondo, sono i benvenuti qui.
Grazie ancora e a presto.
allora i registi chiamati in causa dal documento e che invece non hanno mai preso un soldo dallo stato chiedano a quel fannulloni di RENATO e SANDRO di prendere un pennarello nero e passarlo sui titoli non finanziati di fatto. Come si fa per la censura. E ddai ragazzi, fate qualcosa, su!
i ragazzi sarebbero naturalmente RENATO e SANDRINO
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