Il colore della libertà, dal 3 dicembre 2021 al cinema. Un film diretto da Barry Alexander Brown, con Lucas Till, Lucy Hale e Brian Dennehy. Il film dura circa un ora e 46 minuti.
Il colore della libertà _ Provo ogni cosa nuova tre volte
Una tesina. Ecco da cosa tutto è partito, una tesina, un compito di scuola, con tema i rapporti razziali (tra bianchi e neri). Ma scrivere una tesina del genere, negli anni ’60 (del 1900), in Alabama, non può portar nulla di buono, anzi, urla guai da ogni parte. Ma per una tesina, si può arrivare a correre il rischio di venire uccisi?
Se sei in Alabama negli anni ’60 si, decisamente si. Anche se sei un bianco, e anche se tuo nonno è membro del Ku Klux Klan.
Bob Zellner, uno dei 5 che ha scritto la tesina, che prima di scriverla ha deciso di andare in una chiesa e partecipare a una funzione. Il problema è che la chiesa è nera. Il problema è che siamo in Alabama, dove il Ku Klux Klan è la legge, e dove i neri hanno giusto il diritto di respirare, ma nemmeno troppo forte.
Sullo sfondo marce, proteste e Freedom Writers (c’è un film bellissimo) che vengono massacrati di botte ad ogni fermata del loro tour, ma che eppure continuano a viaggiare e non opporsi alla violenza con altra violenza.
Così Bob, un passo alla volta, una persona dopo l’altra inizia un percorso, fisico e mentale, che o porterà a dover decidere da che parte stare.
Perché anche non schierarsi è una presa di posizione.
Trailer del film
Cammineremo, e cammineremo fino a quando non ci ascolteranno, e ci ascolteranno. Devono farlo.
Il colore della libertà, un film intenso, un film spontaneo, un film che doveva esserci e doveva essere così.
Basato su una storia vera, fin troppo recente, il film racconta. Racconta la storia americana, racconta la storia dei neri, racconta la storia di Bob. Tutto in maniera semplice, tutto in maniera diretta, non un colpo, non un’insulto è stato risparmiato. E dopotutto, perché avrebbe dovuto?
Una serie di eventi, quasi casuali, una serie di eventi che potrebbe capitare a chiunque nella vita. Bob non si è alzato una mattina e ha deciso “da oggi mi batterò per i diritti dei neri”, no. Un percorso naturale, una piccola decisione alla volta, il scegliere sempre cosa fare, da che lato della barricata schierarsi. Piccole scelte, grandi bivi, in ogni momento Bob avrebbe potuto dire “no, questo è troppo per me, io non lo faccio”.
Il colore della libertà – Perchè?
Ma Bob, nonostante la paura, nonostante le scelte difficili, sceglie sempre quello che per lui è giusto, quello che per lui è la cosa giusta da fare. Indipendentemente dalla famiglia, dalla fidanzata, dagli amici e dal paese in cui vive, lui sceglie. Sceglie ogni volta, ogni piccola decisione che insieme formeranno la grande decisione.
Basta iniziare dal primo piccolo passo: scrivere una tesina sui rapporti razziali, ma non accontentarsi di scrivere, indagare, andando nella comunità nera. Primo piccolo passo.
Trovarsi in un massacro, dove casalinghe tirano borsettate ai neri (“lo colpisco con la borsa, che male vuoi che gli faccia” dice una donna ad un altra, mentre infila un mattone nella borsa con cui colpisce),e chiedere perchè? Cosa hanno fatto di male? Spiegatemi perché. Perché dite che loro sono inferiori, in base a cosa? Secondo grande passo.
Un film semplice, non nelle tematiche, ma nell’esposizione.
Ecco questi sono i fatti, questa è la scelta che devo prendere, io devo decidere. Cosa farò?
Il colore della libertà, un film da vedere. Assolutamente.
Perché si arrivi al punto terribile di poter dire, oddio non distinguo più il colore della pelle.