Fratelli Unici: il mercato dell’ovvio

Arriva nelle sale italiane in circa 420 copie il nuovo film di Alessio Maria Federici, con protagonisti la nuova coppia Raoul Bova e Luca Argentero. È nelle sale Fratelli Unici.

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Trama

Pietro (Raul Bova; Immaturi, Indovina chi viene a Natale?), a seguito di un’incidente in auto dimentica tutto il suo passato regredendo fino all’età adolescenziale. Viene affidato al fratello minore Francesco (Luca Argentero; Lezioni di cioccolato, Un boss in salotto), playboy, eterno ragazzino che ha sempre avuto un brutto rapporto col fratello. La convivenza forzata li porterà a rivalutare ogni cosa.

Trailer del film:

Arte e Mestiere

Il problema qui purtroppo sta alla base. Per quanto non particolarmente originale, il soggetto di questo terzo lavoro del regista Federici può essere di certo affascinante ed interessante. Dopo aver lavorato per anni come aiuto regista, Federici esordisce con un sequel (Lezioni di cioccolato 2), per poi proseguire con un remake lo scorso anno (Stai lontana da me) e giungere qui, infine, ad un copione ‘vergine’ su cui poter finalmente lavorare. Il risultato è che il regista si dimostra un bravo mestierante che sa dove posizionare la camera da presa, con un’ottima idea di massa in scena e scelte di gusto vogliose di un impianto più ‘americano’ della commedia quindi non fatta di gag e caciarona ma più sobria e di “battuta”.

In questo riesce abbastanza bene, forse anche grazie alla sceneggiatura di Luca Miniero (regista di “Benvenuti al Sud” e “Un boss in salotto”) e Elena Bucaccio (direttamente da serie tv come “Don Matteo”, “Tutti pazzi per amore” e “Il commissario Montalbano”). O perlomeno, del copione, si apprezzano i tentativi: come quello di cercare un prodotto formato da meno cliché del previsto, come vuole dimostrare in un prologo dove si vorrebbe evitare il già visto. Il problema è che più la pellicola e le pagine seguono e più si scade nell’ovvio, nel già visto e in un buonismo disarmante che va ben oltre le scelte produttive che il genere per il grande pubblico pretende, andando persino fin troppo a favore ad alcuni personaggi che, perdendo in coerenza del racconto e del carattere, si comportano e subiscono fin troppe grazie a conseguenza di azioni e scelte che, nella vita reale, avrebbero avuto risvolti di certo diversi.

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Questione di “mercato”

Prodotto da Matilde e Luca Bernabei e distribuito da Rai Cinema, il film rispetta tutti  i canoni del genere e si perde particolarmente nel terzo atto, proseguendo “per capitoli”, quasi serialmente, e facendo perdere il ritmo di non poco (considerando che il film dura 89 minuti in totale).

Oltre ad un convincente e divertente Luca Argentero e un divertito ma più discutibile Raul Bova, troviamo anche Carolina Crescentini (Allacciate le cinture, Una famiglia perfetta) e Miriam Leone (Genitori e figli: agitare bene prima dell’uso), passive personaggi della storia che ricalcano in pieno la prevedibilità del copione, mostrandosi donne forti e poi perdendo il loro carattere in corso d’opera. Ancora una volta una pellicola “di produzione”, con una scelta astuta di cast pronto ad attirare romantici ed infoiate fans dei “belli di turno” ma che alla fine poco lascia se non una favoletta veloce e dimenticabile che riempie gli occhi ma che non lascia nulla nel cuore.

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Clip dal film:

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