Horror all’italiana: “Bloodline” di Edo Tagliavini

Esce oggi al cinema Bloodline, opera prima di Edo Tagliavini, già nostro ospite, più di una volta, all’interno della rubrica dei registi emergenti. Protagonisti di questo horror, genere in Italia fin troppo trascurato, Francesca Faiella e Marco Benevento.

Bloodline

Sandra (Francesca Faiella) e Carlo (Marco Benevento), due giornalisti, ricevono l’incarico di curare un video di backstage sul set di un film porno. Ma la location del film è quella dove anni prima Sandra aveva visto uccidere la sorella da un serial killer chiamato ‘il chirurgo’. Nonostante tutto decide di accettare il lavoro ed affrontare i fantasmi del passato che probabilmente non sono mai andati via…

Un buon prodotto indipendente

E’ bello, ogni tanto, scoprire che il cinema horror in Italia continua a sopravvivere. Se poi si tratta di indie horror, come nel caso di questo primo lungometraggio di Edo Tagliavini, assolutamente low budget, è ancora più piacevole. Per il suo esordio nel grande schermo Tagliavini, già molto apprezzato come autore di cortometraggi (tra i quali Alchimia del gusto in occasione del quale lo abbiamo intervistato) e videoclip, sceglie infatti questo genere da noi un pò bistrattato.

E lo fa con una sceneggiatura che volutamente mischia vari generi arricchendoli di omaggi e contaminazioni. Il film è infatti un misto tra torture porn (con tanto di killer seriale che sventra le proprie vittime ancora vive), ghost story (gemelle che ritornano dall’aldilà) e zombie movie (ma le vittime saranno veramente morte?), strizzando l’occhio a quel modo di fare horror così in voga negli anni ’80. Ed il risultato è più che soddisfacente.

Gran parte del merito va sicuramente alla presenza nel cast tecnico di mostri sacri come Sergio Stivaletti (collaboratore storico di Dario Argento, Michele Soavi e Lamberto Bava) per gli effetti speciali e Claudio Simonetti (autore della colonna sonora di numerosi film di Dario Argento e George Romero) per le musiche ma il buon risultato del film è dovuto anche ad altri aspetti.

Innanzitutto alcune scelte regististiche d’effetto, come quella dell’ambientazione di un film dentro il film, e non di un genere qualunque ma porno e d’autore. Peccato che poi Tagliavini non abbia sfruttato del tutto questa caratteristica mantenendosi su una sessualità appena accennata.

Ma anche questa è una scelta: “volevo fare un horror psicologico ed ero poco interessato alle scene di violenza e di sesso“, ha detto il regista, che dell’aspetto psicologico ne ha fatto un punto di forza del film, puntando molto sull’impatto e l’influenza sulla protagonista delle apparizioni del fantasma della sorella.

Buone le interpretazioni dei protagonisti (eccetto alcune a tratti un pò sopra le righe) prima tra tutte quelle della protagonista Francesca Faiella sul cui volto molto espressivo si ferma spesso, e giustamente, la macchina da presa.

Ma anche quella del coprotagonista Marco Benevento o del porno-attore Klaus Kinky (interpretato da Francesco Malcom) il cui nome nasconde una curiosità: non è solo una storpiatura del nome dell’attore e regista Klaus Kinski, ma Kinky è anche un aggettivo che indica pratiche sessuali insolite che richiedono l’utilizzo di strumenti come manette, bende o altro.

Per concludere non posso quindi che consigliare, soprattutto agli amanti del genere, di non perdere la visione di questo piccolo ma efficace film indipendente.

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