Mank, su Netflix, dal 5 dicembre 2020, per la regia di David Fincher. Attore protagonista Gary Oldman, con la partecipazione di Lily Collins.
Racconta le storie che conosci
Hollywood, anni ’30.
Herman J. Mankiewicz, per tutti Mank, sta scrivendo la sceneggiatura di Quarto potere, film del 1941, diventato poi un classico, un cult, un capolavoro. Un’impresa che i presenti dicono abbia fatto in 60 giorni.
Costretto a letto da una gamba rotta, un caratterino niente male, detta, scrive e discute con tutto e tutti. Proprio come un re con la sua corte.
Rita Alexander, la sua segretaria-dattilografa, e un’infermiera che lo conosce da sempre, ecco la sua corte ristretta. La segretaria che cerca di combattere il vizio dell’alcol di Mank, e l’infermiera che gli passa di nascosto la bottiglia, il tutto mentre fioccano parole di una scenografia tagliente e sul pezzo.
Un po’ come Mank del resto, che in questo isolamento forzato, sente di non aver da perdere più nulla e si gioca il tutto per tutto con l’unica arma che gli è rimasta:
la sua lingua tagliente.
Il trailer di Mank
Un film per indenditori
Mank, Mank, Mank, MANK!
Già dal trailer ossessivo capiamo chi sarà il solo, unico e vero protagonista del film: la Pimpa.
Ovviamente scherzo, è lui, Mank, interpretato da Gary Oldman, che, dopo L’ora più buia, sembra averci preso gusto a interpretare dei film in cui praticamente c’è solo lui.
Un film dal sapore retrò, in cui il protagonista, a mio avviso, è un filino troppo. Troppo saccente, e troppo poco tagliente. Ha un umorismo strano questo film, un umorismo dal sapore di retorica. Ambientato durante la grande depressione americana, parla molto di politica, di guerra e di crisi.
In un punto è così sul pezzo da essere attuale : la fabbrica dei sogni (Hollywood) è in grave crisi, vi chiedo di ridurvi gli stipendi… Insomma un film molto molto sul pezzo. Soprattutto oggi, che il cinema sta rivivendo la stessa cosa causa pandemia.
Flashback annunciati per tutto il film, nel senso che esce una scritta scritta, con scritto flashback.
Di sicuro questo escamotage non aiuta ad avere una visione scorrevole della pellicola. Un film molto strano, curato, niente da dire, ma strano. Bellissimi gli ambienti, bellissime le auto d’epoca, bellissimi i costumi…
Ma, in tutta onestà, 2 ore e 11 minuti sono davvero troppo. Almeno per me.
Inquadrature retrò, discorsi retrò, sonoro retrò. Di sicuro questo film sarà la perla per cinefili incalliti. Come anche di sicuro, questo non è un film per tutti.
Per usare una frase del film:
“Non puoi raccontare certe storie senza adeguarle ad un pubblico moderno.” Ecco, lo consiglio? Mank se lo consiglio.
Volete un film, sempre sulla vita di uno sceneggiatore, nella Hollywood degli anni ’40?
L’ultima parola