Documentario del 2014 diretto dall’attore livornese Paolo Ruffini non nuovo all’impegno sociale, Resilienza segue il piccolo Alessandro Cavallini, che ha perso la vita a 14 anni a causa di un grave tumore, il neuroblastoma di quarto stadio. Come per Bilal, il documentario è disponibile sulla piattaforma Chili.
Resilienza
Resilienza non è una storia come tutte le altre, è una storia vera che segue passo passo la vita di un ragazzino toscano, Alessandro Cavallini, colpito nella prima infanzia da una forma tumorale maligna piuttosto aggressiva, il neuroblastoma al quarto stadio ( tumore pediatrico che origina da alcune particolari cellule del sistema nervoso periferico, quell’insieme di fasci neuronali diffusi in tutto il corpo che controllano attività involontarie come il respiro e la frequenza cardiaca. La particolarità del nome è dovuta al fatto che il tumore colpisce sia i neuroni (da qui la prima parte del nome “neuro”) sia alcune cellule immature in fase di sviluppo (blastoma).
Alessandro, malgrado tutto ha sempre portato avanti una vita normale nei limiti della sua seria patologia, cercando di giocare e agire come un bambino e poi ragazzo simile ai suoi coetanei, sorridendo e ringraziando il suo quotidiano.
Il trailer del film
Casi di resilienza
Negli ultimi anni la parola resilienza si è diffusa ed è onnipresente anche se forse molti ne ignorano il reale significato.
Nella psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte positivamente a eventi traumatici, riorganizzando la propria vita dinanzi alle difficoltà, ricostruendosi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.
Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti.
Come dice nell’incipit del docufilm la mamma di Alessandro, il piccolo protagonista della storia è un resiliente e come lui tutta la sua famiglia.
Ruffini, celebre per le sue interpretazioni leggere sia in campo cinematografico che televisivo illustra in maniera severa e accorata la vicenda di Alessandro tuttavia senza toni melodrammatici ma mettendo in risalto la voglia di positività, il bisogno e la necessità del sorriso che ha portato alla cosiddetta risoterapia tanto diffusa soprattutto nei reparti di oncologia pediatrica.
Diviso in sei atti, il racconto alterna scene di vita di Alessandro ad interviste con persone che hanno fatto parte della vita del ragazzo in maniera diretta o indiretta, ma anche a interventi di altri che sono comunque stati resilienti alle avversità come una donna di origini russe che ha visto ben due figli vittime di tumore e l’attore Bruno Arena del duo comico Fichi d’India, colpito da un ictus durante la registrazione di uno sketch comico e alle prese all’epoca delle riprese con una difficile riabilitazione .
Documentario che si occupa di un argomento grave eppure che riesce grazie a Ruffini a far capire bene cosa significa essere resilienti perché le difficoltà non devono sopraffare mai ma vanno affrontate anche con il sorriso.