Il 2 giugno esce Fury al cinema, il nuovo film bellico scritto e diretto da David Ayer con Brad Pitt, Shia LaBeouf e Logan Lerman, prodotto da Le grisbi Production,Huayi Brothers Media, QED International, e distribuito da Lucky Red.
Fury
di Teresa Schiera @Percorsi Up Arte
Aprile 1945. Mentre gli alleati sferrano l’attacco decisivo in Europa, il sergente americano Don Collier (Brad Pitt), soprannominato “Wardaddy”, guida i suoi cinque uomini in Germania a bordo di un carro armato Sherman. Dopo aver perso in uno scontro a fuoco il suo tiratore, lo sostituisce con il giovane soldato Norman Ellison (Logan Lerman) che ripudia la guerra e ogni tipo di violenza. Istruito dal sergente Don dapprima con metodi poco ortodossi, Norman insieme ai suoi compagni di squadra dovrà presto fare i conti con un battaglione di circa trecento soldati tedeschi. In grande inferiorità numerica Wardaddy e i suoi uomini combatteranno nel loro Tank l’ultima battaglia prima della fine della guerra.
Trailer del film
Guerra e ancora guerra
Di film sulla guerra ne sono stati girati tanti, soprattutto riguardanti le eroiche imprese di soldati che hanno liberato i popoli sottomessi dal nazismo. Fury è l’ennesimo contributo all’esaltazione del valore militare americano. Seguendo il filone della Mission che riporta alla mente Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg e più recentemente American Sniper di Clint Eastwood, il regista David Ayer ricostruisce la sconfitta dei tedeschi e alcune valorose battaglie che portarono alla fine della guerra. Il tutto girato in soggettiva.
Il punto di vista di Fury è quasi esclusivamente del giovane Norman che osserva dall’interno del carro-armato i nemici da colpire. Fury è il nome del Tank con cui i cinque soldati combattono i Tedeschi. È il fulcro della narrazione, il punto di forza di tutto il film. È lecito pensare che il vero protagonista del film non sia Brad Pitt quanto il Tank su cui viaggia.
Il carro armato non è soltanto un arma di distruzione ma rappresenta la casa in cui vivono, si confrontano, pregano e bevono tutti i soldati di Fury; è l’America che protegge i suoi uomini e contemporaneamente il motivo per cui gli uomini combattono. La tensione raggiunge l’apice soprattutto nell’attacco finale: i 5 militari americani si ritrovano a combattere contro 300 tedeschi. Una sequenza in cui l’azione è resa soprattutto dall’intenso ritmo del montaggio di Jay Cassidy.
Con una serie di rapporti tra esterno e interno, attacco e difesa e un ossessione per il vedere da dentro ciò che c’è fuori, David Ayer mette in scena in Fury una storia fatta di battaglie mozzafiato in cui vince la compattezza del gruppo, la tenacia del sergente Don e il coraggio del giovane Norman. Un film in cui la Storia è solo il corpo mentre il Tank è il cuore pulsante, la furia scandita dal battito di 5 soldati americani che la guerra ha reso eroi e che la storia renderà leggenda.