Povere creature! è un film del 2023 per la regia di Yorgos Lanthimos con protagonisti Willem Dafoe, Emma Stone, Mark Ruffalo e Ramy Youssef. La pellicola uscirà solo al cinema a partire dal 25 gennaio distribuita da Walt Disney Studios.
Il lungometraggio è l’adattamento dell’omonimo romanzo del 1992 di Alasdair Gray.
Il film è stato presentato in concorso all’80esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia vincendo il Leone d’oro al miglior film. Successivamente si è aggiudicato anche il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale e quello per la migliore attrice ad Emma Stone.
Povere creature!
Il regista ci racconta la storia di Bella Baxter (Emma Stone) una giovane donna riportata in vita con un altro cervello dallo scienziato Godwin Baxter (Willem Dafoe). Il film ci racconta il viaggio di Bella alla scoperta di un mondo che non conosce.
Il trailer del film
Una fiaba contemporanea sulla donna
Yorgos Lanthimos torna dietro la macchina da presa cinque anni dopo il suo ultimo successo (La favorita, 2018) e per farlo sceglie di raccontare questa fiaba contemporanea sull’emancipazione della donna con protagonista sempre Emma Stone.
Nell’anno dell’uscita di “Barbie” e del nostrano, e meglio riuscito, C’è ancora domani si aggiunge questo “Povere creature!” definendo ancor di più quest’annata cinematografica come quella della rivincita delle donne che da sempre all’interno dell’industria vengono oggettificate e strumentalizzate.
In questo film Lanthimos in modo satirico ribalta questo preconcetto rendendo la sua protagonista totalmente libera e senza freni dal punto di vista sessuale. Tema ricorrente nei lungometraggi del regista greco, il sesso in questo pellicola è centrale e viene usato dalla nostra Bella, interpretata magistralmente da Emma Stone, come mezzo per scoprire il mondo che la circonda, e del regista come metafora di libertà totale.
La pellicola è ricca di scene di esplicite mai volte a sessualizzare la bellezza di Emma Stone, ma sempre contestualizzate e funzionali alla crescita e alla consapevolezza della protagonista.
Povere creature! Un nuovo successo di Yorgos Lanthimos
Da questo punto di vista Lanthimos è riuscito in modo perfetto e originale a raccontare l’emancipazione della donna ribaltando gli stereotipi retrogradi dell’industria legati alle figura femminile, peccato però che la trattazione di questi temi non si fermi qui. Il film soprattutto nella seconda parte diventa un ripetersi degli stessi concetti in modo fastidiosamente didascalico, in particolare all’interno della sequenza sulla nave nella quale il personaggio interpretato da Jerrod Carmichael spiega a parole tutto quello che doveva sapere la protagonista rovinando completamente quel non detto geniale di cui era permeata la prima parte di film.
Di fatti questo eccessivo e stucchevole didascalismo rappresenta il più grande problema della pellicola, cosa che accomuna questo film al recente Barbie.
Proprio per questo motivo, oltre l’utilizzo geniale della tematica sessuale, i temi che colpiscono di più sono quelli non esplicitati, quelli che Lanthimos tocca in punta di piedi. Su tutti il senso dell’essere genitori tema rappresentato principalmente ma non solo dall’incredibile personaggio di Willem Dafoe, Godwin Baxter, che incarna anche la dicotomia scienza religione che Lantimhos non esplicita mai.
Il film riflette in modo efficacie anche sulla dualità amore scienza, si interroga su come l’amore possa essere un processo scientifico o no tramite un ironia sottile, in particolare tramite il personaggio di Mark Ruffalo inizialmente interessante per essere la parodia del classico don Giovanni ma che poi scade in un interpretazione fin troppo macchiettistica e sopra le righe.
Ovviamente quest’opera è una rilettura in chiave contemporanea del romanzo Frankenstein di Mary Shally ed è interessante vedere il ribaltamento che viene effettuato. Nell’opera originale la creatura creata dal dottore veniva ripugnata da tutti al contrario qui Bella è oggetto di desiderio di ogni uomo per un motivo o per un altro.
Punti di forza e non
Come solitamente accade nei film del regista greco la pellicola gode di un umorismo geniale, i tempi comici sono sempre perfetti e le battute inserite mai banali e mirate a far riflettere lo spettatore appena termina la risata.
Dal punto di vista tecnico è una pellicola pressoché perfetta, esteticamente straordinario Lanthimos crea e ci porta alla scoperta di questa Europa a metà tra la fine dell’800 e il futurismo resa benissimo da effetti visivi, costumi e scenografie magnifici che ti fanno immergere a pieno in questa fiaba. La regia è come suo solito particolare, questa volta decide usare molto il grandangolo che disorienta volontariamente lo spettatore, per il resto complici le incredibili scenografie ci regala innumerevoli inquadrature memorabili.
Nonostante questo un’altra criticità che si può rilevare è il ritmo del film e la conseguente lunghezza errata per ciò che si voleva narrare, è una pellicola dal ritmo schizzofrenico con parti che sembrano sbrigative e altre estremamente prolisse e inutilmente lunghe. Scelta che non ho compreso.
Nel complesso non la miglior opera di Lanthimos. Ma comunque un film interessante per il panorama contemporaneo e sicuramente, per quanto trattate in maniera opinabile, importante a livello di tematiche. Da vedere assolutamente al cinema anche per apprezzare a pieno la componente estetica straordinaria.