La Terra dei Santi: quel labile confine

Arriva in venti sale in tutta Italia il prossimo 26 Marzo il vero film ‘outsider’ di questo mese, per la regia dell’esordiente Fernando Muraca, prodotto dalla semi-sconosciuta Kinesis Film con Rai Cinema e distribuito dalla nuova ASAP Cinema Network. Con protagonista Valeria Solarino è in sala La Terra dei Santi.

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Trama

Vittoria (Valeria Solarino; Una donna per amica, Ruggine) è un magistrato trasferito dal Nord a Lamezia Terme, dove conduce una serie di indagine per cercare di estirpare il male che porta il nome di ‘ndrangheta. La sua presenza va a contrapporsi a quella di Assunta (Daniela Marra; Le mani dentro la città, Vallanzasca – Gli angeli del male), immersa nel ‘giro’ con suo marito ormai morto, costretta a sposare il fratello di lui e ad allevare i figli come soldati per l’esercito della ‘ndrangheta.

Trailer del film ‘La terra dei santi’:

Sabbia e Sangue

Questo fa la ‘ndrangheta. Si rivolge ai suoi accoliti chiamandoli per nome come si fa con i figli, gli promette protezione ma poi li tratta come schiavi e li manda a morire come animali al macello o, nella migliore delle ipotesi, a marcire dentro le nostre indegne galere. ” così introduce il discorso attorno al suo primo lungometraggio, La terra dei santi, il regista e co-sceneggiatore Muraca.

Quest’ultimo destreggia discretamente una materia che si denota aver studiato per anni prima di approcciare allo strumento ‘cinema’ ma, nel passaggio verso il grande schermo, forse anche per impossibilità produttive, pare che tutto viene ad essere semplificato in una sequenza di scene che conducono fin troppo facilmente e linearmente dal punto A al punto B senza, in alcuni casi in modo più evidente, uno spessore ed una profondità emotiva tale da reggere la verosimiglianza con i tempi della realtà: e così come appaiono ‘sbrigative’ le pratiche burocratiche, allo stesso modo ‘sbrigativa’ è la maturazione del personaggio centrale di Assunta (una bravissima Daniela Marra, l’interpretazione migliore nel film).

La terra dei Santi recensione

Sono fin troppo pochi gli esili 81 minuti di racconto per La terra dei santi considerato il sistema intricato rappresentato e il gran numero di personaggi esposti all’obiettivo di Muraca che tenta di affrontare il racconto ora quasi da documentarista e ora con una presenza romanzata del mezzo quasi da dar fastidio, senza mai trovare il giusto punto focale con cui raccontare la storia.

Fotografare la realtà

Interessante poi le scelte prese nello stile visivo del racconto anche se, purtroppo, il direttore della fotografia porta il film verso un impianto cromatico che lo avvicina più alla televisione che al grande schermo. In tutto ciò non aiuta un montaggio confuso e dialoghi spesso fin troppo sottratti a favore dei silenzi e dei corpi ed altre volte fin troppo ridondanti rispetto ad una verosimiglianza del racconto.

Da sottolineare lo sforzo produttivo di La terra dei santi, non di certo facile, che ha visto le porte chiuse da parte della Film Commission della Calabria a favore, ancora una volta, più forte che mai, di un passo avanti da parte della regione Puglia, dove si sono svolte le riprese.

Sottolineiamo la presenza nel cast, oltre che della Solarino (senza infamia e sanza lode) e della Marra, della brava Lorenza Indovina, di Ninni Bruschetta e di Marco Aiello. Per il regista lasciamo il giudizio sospeso per la prossima prova, e a sottolineare ancora la delicatezza nella forma del racconto e la scelta del tema, non originale eppure non semplice da proporre, ancora oggi, malgrado tutto.

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