Un fantastico via vai: (Re)inventare Pieraccioni

Due anni dopo il mediocre Finalmente la felicità, ennesimo film di Pieraccioni macchietta del se stesso più lontano nel tempo ma ormai, ahimè, fuori tempo massimo, decide di tornare in sala sempre sotto le feste natalizie con due grandi cambiamenti: a produrre non c’è più la fedele Medusa ma Rai Cinema e a scrivere il copione insieme al regista c’è il collega Paolo Genovese (Immaturi, Una famiglia perfetta) che sostituisce l’amico di sempre Giovanni Veronesi: distribuito in 500 copie, dal 12 Dicembre arriva Un fantastico via vai.

Trama Un fantastico via vai

Arnaldo Nardi (Leonardo Pieraccioni) è un uomo di mezza età con il lavoro e la famiglia perfetta se non che, per via di un equivoco la moglie (Serena Autieri; Femmine contro maschi, Il principe abusivo), sospettando un tradimento, lo caccia di casa. Così Nardi decide di affittarsi una stanza in un appartamento di studenti universitari che lo catapulteranno nelle loro vite complicate, aiutandolo a ricostruire la sua e facendosi aiutare a risolvere la loro.

Trailer del film:

Percorso di maturazione

Era il 2007 e Pieraccioni tornò al cinema con Una moglie bellissima, il primo film della sua “nuova fase” dove iniziò a presentare il suo solito personaggio toscanaccio, bonaccione, belloccio e caricaturale in una veste più tragicomica e con un finale non del tutto scontato e con maggiori sfumature dal solito lieto fine prevedibile.

Quello che arrivò dopo, Io e Marylin (2009), di certo fu il suo progetto più maturo, ricco di sfumature, profondo, un personaggio solitario, un finale forse meno lieto, più triste ma anche più vero, più umano, più reale. E l’elemento introspettivo “portato fuori” dal fantasma della bella Monroe non faceva che portare un punto in più alla migliore sua pellicola della fase “adulta”.

Ma si sa, l’innovazione spesso porta ad uno spaesamento ed un’incomprensione del pubblico, per cui nel 2011 con Finalmente la felicità Pieraccioni decide di tornare ai ritmi e la struttura narrativa de Il pesce innamorato (1999) con il problema che, oltre ad un già visto e un Rocco Papaleo troppo caricatura di se stesso il film mostra un cinquantenne che continua a fare ed essere un ragazzino e la sua figura, scopriamo alla fine, che poi tanto positiva non è più. Adesso, con Un fantastico via vai, Pieraccioni decide di provare a tornare alle idee poste alla base di Io e Marylin con il collega Genovese, regista e sceneggiatore di classe alla ricerca di una commedia classica seppur ricca di sfumature contemporanee.

Alla ricerca di un obiettivo

Il problema è che il risultato non è del tutto positivo dal momento che l’incontro con due modi di far cinema diversi porta ad una grossa confusione all’interno del copione: il personaggio di Pieraccioni, cinquantenne, finisce a vivere con motivazioni così lievi che quasi ci si chiede “perché?” in un appartamento di universitari e decide di raccontare ancora quello che fu il primo tema del suo esordio brillante alla regia (I laureati, 1996).

Il problema sostanziale, e la profonda differenza tra i due film, però è che se nel primo film del ’96 il personaggio di Pieraccioni vive le avventure all’interno del gruppo e la costruzione narrativa si mostra come veritiera e realistica, per quanto sempre caricaturale e comica, qui il suo personaggio diventa solo narratore e osservatore esterno e passivo, semplice mezzo per risolvere i problemi giovanili, mostrando una realtà “non reale” proprio perché vista dalla prospettiva di un uomo di mezza età che non vive più quel periodo della sua vita. Il risultato, più che avvicinarlo al suo esordio lo avvicina al pessimo tentativo simile del “collega” Federico Moccia con il suo Universitari – Molto più che amici (2013).

Backstage del film:

Leonardo Pieraccioni è ancora alla ricerca di una maturazione nel suo cinema che ormai deve diventare obbiettivo necessario nel proseguire la sua carriera per far si che mantenga un cinema leggero, fatto di personaggi e caricature come bene sa fare ma senza perdere di vista un percorso “di vita” che può comunque inserirsi affinché quella leggerezza comica ed emotiva delle sue storie non diventi solo una semplice e superflua banalità.

“Un fantastico via vai”, videoclip del singolo cantato da Colore:

Clip dal film

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