Rush: il duello Hunt-Lauda sul grande schermo

Arriva in Italia l’ultimo film di Ron Howard dedicato ai due grandi campioni degli anni Settanta James Hunt e Niki Lauda: leggete qui la nostra recensione!

Una sfida epica tutta adrenalina

 

 

 

 

 

 

Ron Howard, ex Richie di “Happy Days” popolare telefilm anni Settanta, è da molti anni uno dei più noti e affermati registi della nuova Hollywood e dopo aver firmato tanti successi e aver ottenuto un premio Oscar l’attore-regista ha rivolto la sua attenzione a un mondo non molto celebrato e amato negli Stati Uniti: quello della Formula uno affrontando la grande sfida tra due indiscussi campioni di quarant’anni fa: l’inglese Hunt ( Chris Hemsworth) e l’austriaco Lauda ( il poco noto  attore di lingua tedesca Daniel  Brühl) che ingaggiarono una battaglia nei lontani anni Settanta. Lauda ritornò poi a gareggiare al gran Premio di Monza a poche settimane dal drammatico incidente che lo ha orrendamente sfigurato occorso in Germania. I duelli verbali e su pista sono il pepe della pellicola capace di dare tanta adrenalina allo spettatore.

Due supereroi d’altri tempi

I due interpreti Hemsworth e Brühl incarnano a pieno le differenti personalità dei due piloti: guascone e sciupafemmine il primo aiutato anche dal fisico perfetto magro e atletico mentre al contrario più freddo e calcolatore l’austriaco al quale Brühl offre il suo volto quasi perfettamente somigliante. Tra i due sfidanti si contrappone l’italiano Pierfrancesco Favino, già diretto da Howard in “Angeli e demoni” che ha il ruolo di Clay Regazzoni. Personaggi ormai mitici per chi segue il mondo della Formula uno, all’epoca dei fatti considerati al pari di eroi dai ragazzini ma anche osannati e corteggiati da belle donne.

Una perfetta ricostruzione

Howard sceglie di far raccontare ai due protagonisti le loro gesta dai loro personali punti di vista pur parteggiando velatamente per il britannico Hunt nè gelido nè professionale al contrario del suo rivale, ma più sanguigno e passionale.La storia si imbastisce sull’eterna dualità tra i due piloti che raggiunge il culmine nel mondiale del 1976,. La ricostruzione di fatti e ambientazioni è perfetta ,come da tradizioni nelle pellicole del regista americano.La scelta di inserire la macchina da presa nelle vetture dà allo spettatore la sensazione netta di partecipare alle corse in prima persona aggiungendo un maggiore pathos. Un accenno alla teoria della predestinazione e al tempo stesso all’importanza del libero arbitrio ( nel caso dell’incidente di Lauda e della sua ostinata determinazione a rientrare in pista) ,idee che hanno da sempre il loro seguito negli Stati Uniti, una nazione fondata dai padri Puritani, come anche la costante del duello ( edizione contemporanea delle epiche sfide western) tradiscono la matrice nordamericana del regista malgrado la vicenda narrata sia tutta europea.Nonostante tutto Ron Howard confeziona un film senza sbavature, coadiuvato da bravi interpreti ( peccato che Favino abbia poche ma interessanti battute) destinato a far parlare di sè e ad attirare spettatori di ogni età dai ragazzi innamorati del brivido a chi ricorda ancora i due grandi piloti del recente passato.

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