[video] ‘Diaz – don’t clean up this blood’: parlano i protagonisti – seconda parte

Continuiamo a parlare dell’incontro/dibattito su fatti di Genova durante il G8 raccontati in Diaz – Don’t clean up this blood. In questa seconda parte l’intervento del produttore del film Domenico Procacci ed un’intervista esclusiva per cinemio a Daniele Vicari.

Daniele Vicari e Domenico Procacci

Il significato del film secondo Daniele Vicari

Continua, dopo i primi due video, l’intervento di Daniele Vicari. Ciò che più scandalizza di tutta la situazione è l’abuso di potere delle forze dell’ordine in quei giorni.

In quel momento a me cittadino ed anche spettatore non interessa più sapere se qualcuno ti ha ordinato di farlo perchè se ti senti libero di farlo!

L’intervista escusiva per cinemio

Nel video che segue invece, l’intervista che Vicari ci ha rilasciato subito dopo il dibattito:

Per non dimenticare: parla Domenico Procacci

C’è un motto che il produttore Domenico Procacci non dimentica mai: ‘i film partono quando sono pronti‘. In realtà è un insegnamento lasciatogli da un altro importante produttore e per Diaz in realtà le cose non sono andate proprio in questo modo. Nel video tutti i dettagli

Uno dei problemi di quello che è successo a Genova è che non è stato fatto granchè perchè quello che è accaduto lì non riaccada. Lì sono successe cose gravissime ma ciò che è seguito è stato ancora più grave. Quello che è accaduto dopo la morte di Carlo Giuliani è grave almeno quanto la sua uccisione in piazza. Ciò che è più scandaloso è il fatto che non ci sia stato un processo su quella vicenda.

Non aver visto in questi 10 anni nessuna assunzione di responsabilità durante i fatti di Genova ha contribuito a creare una frattura tra le forze dell’ordine e una parte di questo paese. Ora bisogna far qualcosa perchè questa frattura si rimargini e credo che questa sia l’intenzione di tutti.

Non si voleva fare un film in cui si denuncia la polizia, ma sicuramente dobbiamo fare qualcosa perchè ciò che è accaduto lì non riaccada più. Un segno sarebbe stato sicuramente un’assunzione di responsabilità. Fino a pochi giorni fa l’unico gesto è stata l’assunzione di responsabilità di Michelangelo Fournier che nel film chiede scusa a quella ragazza.

Da sinistra Daniele Vicari, Domenico Procacci ed Ettore Scola

E’ troppo poco! L’altro giorno c’è stato un incontro con due poliziotti sindacalisti ed uno dei due, tra l’altro rappresentando il sindacato di destra, si è scusato con uno dei ragazzi nella scuola. Va bene ma è poco non c’è stato da parte né del capo della polizia, né da parte del ministro, né del capo dello stato, la voglia di dire una parola a prescindere dagli esiti del processo.

Non si può aspettare che i reati vadano in prescrizione, continuare a supportare la presunzione di innocenza fino alla cassazione e far sì che passi il tempo e le cose vengano archiviate e dimenticate.

Termina qui la seconda parte della lezione di cinema. Continua a leggere la testimonianza del regista Ettore Scola, a Genova durante quei tragici giorni.

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