Questo film del 1969 ebbe ben tre Oscar, crediamo sia il caso di rivederlo un pò anche perchè ci fa vedere un’America un pò diversa da come la conosciamo noi…
di Nicola Donadio
La trama in breve
Fine degli anni ’60, Joe è stanco del suo lavoro da lavapiatti nella provincia texana, perciò decide di fare il grande salto verso New York.
Immaginando la città come una sorta di Paradiso in terra, il nostro cowboy sogna di diventare un aitante gigolò di professione.
Ma la realtà metropolitana è ben diversa, ad aspettarlo Joe trova una jungla di parassiti ed imbroglioni.
La vita della città lo fa presto ripiombare negli abissi di un’infanzia vissuta all’ombra della nonna e di un passato recente molto doloroso.
L’unica àncora di salvezza per il giovane texano sarà l’incontro con l’italo-americano Rizzo, un uomo che si guadagna da vivere con piccoli furti e che è affetto da gravi malanni fisici, con cui inizierà a condividere la movimentata vita newyorkese.
L’analisi
Schlesinger mostra l’immagine drammatica e commovente di un’America da bassifondi, servendosi di una gradevole dose di ironia.
Addirittura si potrebbe dire che è questa sorta di fusione di generi che rende il film compiuto e riuscito.
Certo le performance di Jon Voight e Dustin Hoffman sono di altissimo livello, anzi i due attori conquistano completamente la scena, dando un’originalissima interpretazione a dei modelli di personaggi già visti nel mondo del cinema.
Oltre alla caratterizzazione/interpretazione dei personaggi, a dar forza alla pellicola è la scenggiatura, forte, senza nessun calo di tensione.
Il film prende per mano lo spettatore e con la sua specifica altalena emozionale lo conduce senza intralci verso il tanto drammatico quanto scontato finale.
Splendida la colonna sonora, con “Everybody’s Talkin‘” interpretata da Henry Nilson, che ebbe un successo eccezionale.
Colpo gobbo agli Oscar: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura (tratta da un romanzo di James Herlihy).
Il contesto storico
Nel 1969 gli Stati Uniti sono nel pieno del conflitto in Vietnam.
Ma nel film della guerra arriva solo un lontano eco.
Sotto la lente del regista finisce la variegata America di quegli anni, che ad un provinciale texano riserva una New York spietata, dove per alcuni conta solo il nichilismo e per altri l’ordine del giorno è la sopravvivenza.
Concordo! Un bel film.