Recensioni film: The Eagle di Kevin Macdonald

Esce oggi al cinema The Eagle di Kevin Macdonald, con Channing Tatum, Jamie Bell, Donald Sutherland, Mark Strong e Tahar Rahim. Daniele è andato a vederlo in anteprima per cinemio e ce lo racconta in questo articolo.

The Eagle

di Daniele Meloni

Nel 140 d.C. l’ Impero Romano si estende fino alla Britannia, anche se non ha il controllo di tutte le regioni e l’estremo nord è governato dalle tribù dei ribelli della Caledonia (l’attuale Scozia). Marco Aquila (Channing Tatum) giunge in Britannia per riabilitare la reputazione del padre Flavio che vent’anni prima a capo della Nona Legione composta da 5000 uomini e sotto l’insegna dell’aquila romana non aveva più fatto ritorno.

Marco viene congedato e ringraziato dall’Impero dopo che aveva guidato valorosamente le sue truppe durante un assedio e trascorre la convalescenza nella villa dello zio Aquila (Donald Sutherland) e proprio lì decide che l’unica cosa da fare è partire per scoprire la verità su quella misteriosa scomparsa. Ad accompagnarlo ci sarà solo il suo coraggio ed uno schiavo Esca (Jamie Bell), un giovane a cui Marco aveva fatto risparmiare la vita in un combattimento.

La storia romana di nuovo al cinema

Ecco che dopo tanti anni di progetti mai andati in porto Kevin MacDonald (già regista de L’ultimo Re di Scozia) porta sullo schermo un classico della letteratura inglese, La Legione scomparsa, libro della scrittrice scomparsa Rosemary Sutcliff che ha venduto più di un milione di copie dalla sua uscita.

La storia del libro è in parte realmente accaduta visto che dopo l’ anno 120 d.C. non si hanno più notizie di quella Nona Legione e ancora oggi gli storici non sanno se possa essere veramente scomparsa o magari trasferita in un altro sito dell’ Impero.

Premessa utile per spiegare che il film parte già da una buona base visto che la storia regge molto bene e che, trasformata in sceneggiatura, non perde tutte le qualità che già possedeva. Il lavoro del regista è ben fatto perché ci troviamo davanti ad un film ricco di azione ma che quasi rifiuta l’aiuto del digitale, scelta più che azzeccata.

Il protagonista Channing Tatum

Grazie ad ambientazioni realistiche, sangue e sudore, il viaggio dei protagonisti in queste terre misteriose e piene di fascino è molto coinvolgente, gli attori sono calati perfettamente nei ruoli ed evidenziano tutte le differenze di cui lo svolgimento della storia ha bisogno.

Channing Tatum con tutta la sua esplosione fisica e la sua energia da americano se la cava comunque bene trasformandosi in un Super Centurione romano legato molto alla famiglia ed ai valori del suo Impero, mentre Jamie Bell contrappone la sua origine britannica ed il suo viso scarno e rancoroso che lo portano a rappresentare perfettamente le caratteristiche della tribù di appartenenza di Esca, i Briganti.

Le differenze tra i due personaggi, tema che il film calca molto, sono culturali e la loro visione del mondo è opposta, così da far risaltare il valore dell’amicizia talmente tanto da rendere alcune scene troppo banali. Alla fine si hanno due ore godibili di un film che come dico spesso non cambierà la storia del cinema ma che dopo parecchi tentativi riporta la storia romana ad un livello cinematografico più che sufficiente.

The eagle
Nel 140 d.C. l’ Impero Romano si estende si estende fino alla Britannia ,
anche se non ha il controllo di tutte le regioni e l’ estremo nord è governato
dalle tribù dei ribelli della Caledonia (l’ attuale Scozia). Marco Aquila
(Channing Tatum) giunge in Britannia per riabilitare la reputazione del padre
Flavio che vent’anni prima a capo della Nona Legione composta da 5000 uomini e
sotto l’insegna dell’ aquila romana non aveva più fatto ritorno.
Marco viene congedato e ringraziato dall’ Impero dopo che aveva guidato
valorosamente le sue truppe durante un assedio e trascorre la convalescenza
nella villa dello zio Aquila (Donald Sutherland) e proprio li decide che
l’unica cosa da fare e partire per scoprire la verità su quella misteriosa
scomparsa.
Ad accompagnarlo ci sarà solo il suo coraggio ed uno schiavo Esca (Jamie Bell)
un giovane a cui Marco aveva fatto risparmiare la vita in un combattimento.
Ecco che dopo tanti anni di progetti mai andati in porto Kevin MacDonald (già
regista de L’ ultimo Re di Scozia) porta sullo schermo un classico della
letteratura inglese , La Legione scomparsa, libro della scrittrice scomparsa
Rosemary Sutcliff che ha venduto più di un milione di copie dalla sua uscita.
La storia del libro è in parte realmente accaduta visto che dopo l’ anno 120 d.
C. non si hanno più notizie di quella Nona Legione e dopo tutti questi anni
ancora oggi gli storici non sanno se possa essere veramente scomparsa o magari
trasferita in un altro sito dell’ Impero.
Tutto questo per premettere che il film prativa già da una buona base visto
che la storia regge molto bene e bisogna dire che trasformata in sceneggiatura
non perde tutte le qualità che già possedeva.
Il lavoro del regista è ben fatto perché ci troviamo davanti ad un film ricco
di azione ma che quasi rifiuta l’ aiuto del digitale e sembra proprio la scelta
più azzeccata.
Ambientazioni realistiche, “sangue e sudore” ed il viaggio dei protagonisti in
queste terre misteriose e piene di fascino è molto coinvolgente, attori che
sono calati perfettamente nei ruoli e che evidenziano tutte le differenze di
cui lo svolgimento della storia ha bisogno.
Channing Tatum con tutta la sua esplosione fisica e la sua energia da
americano se la cava comunque bene trasformandosi in un Super Centurione romano
legato molto alla famiglia ed ai valori del suo Impero, mentre Jamie Bell
contrappone la sua origine britannica ed il suo viso scarno e rancoroso che lo
portano a rappresentare perfettamente le caratteristiche della tribù di
appartenenza di Esca, i Briganti.
E questo è un tema che il film calca molto, le differenze tra i due personaggi
sono culturali e la loro visione del mondo è opposta, così da far risaltare nel
corso del film il valore dell’ amicizia così tanto che alla fine qualche
banalità sembra di troppo.
Alla fine si hanno due ore godibili di un film che come dico spesso non
cambierà la storia del cinema ma che dopo parecchi tentativi riporta la storia
romana ad un livello cinematografico più che sufficiente.

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