Siamo giunti all’ultima parte di questa divertentissima lezione di cinema di Checco Zalone e degli altri protagonisti del film Che bella giornata. Dopo aver raccontato della presentazione a pubblico e stampa di Che bella giornata e del loro modo di vivere la popolarità, oggi parlano della situazione del cinema italiano.
I difetti del cinema italiano
Checco Zalone:
Io ho accettato questo invito a condizione di non dare giudizi sul cinema perchè non ho le competenze per farlo. Faccio un esempio: il primo giorno di riprese ho chiesto al direttore della fotografia ‘scusa dov’è la telecamera?‘. E a quello gli è venuto un colpo perchè il termine esatto è macchina da presa! Io sono un difetto del cinema italiano.
Per come la vedo io il sottotesto di una qualsiasi opera artistica deve stare veramente sotto sotto. Quando il sottotesto supera il testo non mi piace. Il nostro film è stato definito rassicurante. Ci hanno accusato di far passare per plausibili ed accettabili questo stato di cose. Io non pretendo che il mio film smuova le coscienze: l’unica pretesa che ho è quella di far passare un’ora e mezza divertente e la tecnica che uso è quella di smascherare e prendere per il culo.
Noi vogliamo solo far questo, non vogliamo cambiare l’Italia, questo lo lasciamo ai politici, quando si ricordano. Gennaro è più intellettuale e forse ha più questa tentazione. Io sono il giullare. Probabilmente il nostro rapporto funziona per questo: perchè io sono più pratico, lui ci mette il sottotesto ma io glielo affosso. Hai visto che risposta ad una domanda di cazzo? Ti ho messo il sottotesto pure qua.
La laurea
Checco Zalone ha una laurea in giurisprudenza. Ecco cosa ha raccontato degli anni di studio:
Sono stati quei cinque anni in cui non sai che fare della vita. Io sono musicista, mi sento più tale e per sbarcare il lunario facevo le serate e intanto studiavo in attesa di qualcosa che non era certamente il cinema e probabilmente nemmeno la tv.
Ricordo con piacere quei cinque anni. Giurisprudenza a Bari è questa sfilata di moda dove anche se non hai voglia di studiare ci vai perchè ci sono le ragazze. Poi mi sono fidanzato ma ricordo quegli anni dove c’era la possibilità di copulare: se ne prospettavano tantissime al giorno poi solo il 3% si concretizzava.
E poi mi piaceva il corso di studi perchè ho sempre preferito le materie umanistiche. Diritto Penale, Costituzionale… La giurisrudenza è l’unico ramo della conoscenza in cui so qualcosa e ce lo ficco sempre, in ogni discorso. Gennaro mi cita Zavattini e io l’articolo 3 della Costituzione, i vari procedimenti, il rito abbreviato… e lui mi risponde con Shakespeare!
Il taglio dei fondi
Ecco cosa Checco Zalone ha risposto riguardo la polemica sui fondi:
Non ho i mezzi per supportare la protesta. Quando ho visto in tv volti noti del mondo dello spettacolo, gente milionaria, levare un grido di protesta ho pensato che fosse la peggiore strategia di marketing da fare. Io ho senso del pudore e non voglio rilasciare interviste in merito. Non ho la statura per avventurarmi in questo dibattito.
Gennaro Nunziante:
Io credo di vivere un paese sano. La malattia di questo paese è solo uno: la divisione. Siamo divisi tra nord e sud, tra destra e sinistra, tra anziani e giovani e queste divisioni non faranno mai sistema a meno che non ci sia una stagione della distensione.
E’ un periodo di contrapposizione: se ti tagliano il Fus, ti rispondono che hanno dato i soldi ad altri. In questo momento c’è una contrazione economica e noi in Puglia siamo un’anomalia del sistema. Gli occhi sono puntati su di noi. La mattina mi posso svegliare con due opzioni: o pensando è tutta una merda o si può fare. Io continuo a pensare che si può fare!
Pietro Valsecchi:
La cultura è molto importante e questo paese deve investire molti soldi in questo come fanno tutti gli altri paesi. La cultura è fondamentale per capire in quale paese vivi e per svegliare le coscienze dei giovani: è per il benessere nazionale. Ognuno di noi cerca di far bene il proprio lavoro. Il governo invece mette a disagio tutta la gente che lavora nel campo del cinema, del teatro, gli artisti, la lirica.
La meridionalità
Checco Zalone:
La nostra idea era di abbandonare la divisione nord e sud. Probabilmente non ci siamo riusciti. Io volevo rappresentare l’italiano. Forse la cadenza barese me l’ha impedito. Noi volevamo rappresentare una famiglia perfettamente integrata al nord (viviamo lì da 30 anni) e abbandonare questa antica trita e ritrita dicotomia.
Il meridionale non era il centro del film. Poi quando siamo andati al montaggio ci siamo resi conto di una cosa: ci sono 7 minuti girati in Puglia e sono i migliori del film. Anche la storia di Capobianco non è meridionale, dovunque ci sarà un Capobianco che aiuta i propri familiari. Capobianco è il cognome di mia madre e tutto è nato dal fatto che c’era mio zio che mi ha sempre esortato nella vita ad avere il posto fisso.
La polemica
Molte polemiche si sono levate sulla battuta del film “Studiare non serve a un cazzo“.
Checco Zalone:
Il problema è che bisogna contestualizzare la frase. Eravamo nel trullo e lei dice che deve laurearsi prima di apporre una firma. In realtà abbiamo avuto una discussione, anche con Pietro, riguardo i militari in missione di cui Rocco (Papaleo n.d.r.), mio padre nel film, fa parte. Lì c’è di mezzo la vita della gente e ne abbiamo parlato diversi giorni. La battuta di Rocco io la trovo bellissima ma prima di decidere di lasciarla ci abbiamo pensato molto.
“Questo è il vostro ideale? Il mutuo?“. “Mi danno 7000 euro al mese non faccio un cazzo per me è l’ideale“.
Lì la risata è scattata dovunque, a Bologna, a Firenze, a Cuneo. Io però non la trovo offensiva.
Con questa battuta si conclude la divertente lezione di cinema di Luca Medici, in arte Checco Zalone, Gennaro Nunziante e Pietro Valsecchi, rispettivamente protagonista, regista e produttore di Che bella giornata e Cado dalle nubi.
ciao Anto!!!ti ho trascurato per un pò…ma ho lavorato molto, meno male!!!
Non hai bisogno di commenti…lo sai che sei brava!!!Daiiii avanti così!!!un bacione
rita