“A Shaded View on Fashion Film”: alla prossima porterò lo spumante – parte seconda

Eccomi qui, come promesso nella prima parte, pronta a tediarvi con le mie soggettivissime opinioni sull’inaugurazione di questo A Shaded View on Fashion Film (ASVOFF), ovvero il Festival sul mondo della moda.

Non essendo una frequentatrice assidua di party e feste del genere, non è che avessi in realtà aspettative così esorbitanti per la serata; ma essendo la moda protagonista dell’evento, e avendo sbirciato nel sito del Festival, di certo avevo previsto un qualcosa di eccessivo ed originale come del resto si conviene al mondo cosiddetto glamour.

photo-fashion

E invece, giunta al portone di via Sant’Andrea n°6, le mie previsioni sono andate un po’ a farsi benedire: non molta gente innanzitutto (probabilmente nel corso della serata qualcheduno in più si sarà visto, ma sarebbe stata dura resistere oltre le due ore…), e soprattutto un’organizzazione espositiva abbastanza scarna, di certo non adatta all’inaugurazione di un evento che dovrebbe essere per definizione eccentrico, in tutto e per tutto.

Ovviamente l’aver presenziato da sola non ha giovato al mio divertimento, ma credo che se fossi andata con qualcuno sarei comunque rimasta giusto il tempo necessario per fare qualche video; e poi via, verso altri luoghi dove liberare la nostra spensieratezza giovanile.

“Giving Ground” by Amira Fritz

La mostra (perchè inaugurazione non sembrava) si componeva di qualche stanza completamente bianca, al cui interno erano stati installati degli schermi Samsung, tra l’altro davvero belli, che proiettavano i vari short films in concorso, a ripetizione.

“Short Circuit in the After Hour” by Andrea Splisgar + “A Poem for A” by Justin Anderson

Fine. Cioè, null’altro.

A parte qualche fotografo e lo stand di Lancia, uno degli sponsor del Festival.

La sottoscritta ha fatto il giro dei televisori, realizzato i video (vogliate perdonare l’audio, ma ahimè non ho avuto il tempo di aggiustarlo) e preso un po’ d’aria nel cortile del Palazzo Morando.

Poi la noia mi ha riportata a casa.

In ogni caso, anche gli altri invitati non è che abbiano fatto granchè di diverso, con l’unica differenza della compagnia e dunque di qualche chiacchiera in più.

Insomma, l’obiettivo che il progetto ASVOFF si sarebbe prefissato (i.e. l’apertura del mondo della moda al linguaggio dinamico delle immagini in movimento) non mi sembra sia stato poi tanto raggiunto in questa inaugurazione milanese.

Voglio dire, alcuni schermi in stanze vuote che proiettano i cortometraggi in concorso, belli – per carità, non sono a parer mio sinonimo di un concetto nuovo ed emozionante, così com’è descritto nel sito di A Shaded View on Fashion Film.

Può andar bene per la mostra di tutti i giorni (in questo caso, fino al 30 maggio), non tanto però per il party d’apertura.

Ma questa è solo la mia personalissima opinione.

Beh, in fin dei conti ci ho guadagnato un bicchiere di prosecco.

“Blindstrobe” by Pierre Debusschere + “Katie Eary” by Kathryn Ferguson

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