Federico Fellini: una rassegna per festeggiare i cinquant’anni de “La Dolce Vita”

Sono passati cinquant’anni dall’uscita de La Dolce Vita, e per celebrare questo importante traguardo la Fondazione Cineteca Italiana di Milano, con la collaborazione della Scuola Nazionale di Cinema – Cineteca Nazionale, ha organizzato una speciale rassegna presso lo Spazio Oberdan di viale Vittorio Veneto 2.

Regista fantasioso e un po’ bugiardo (ad una giornalista dichiarò di non fidarsi mai di ciò che lui stesso raccontava), disegnatore goliardico e provocatorio, grande e spiccato sognatore. Insomma, un nome, e non solo, da ricordare sempre.

Le proiezioni, iniziate già il mese scorso, si concluderanno domenica 7 marzo alle ore 21 con I Vitelloni (1953), geniale disegno di un inerte ma saporito mondo provinciale, che, oltre a confermare il talento di Federico Fellini agli occhi della critica, riuscì a rilanciare un Alberto Sordi fino ad allora mal visto dagli addetti alla distribuzione.

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Un cortometraggio “particolare”: i disegni di Fellini animati dal regista russo A. Khrzhanovskij

Accanto a capolavori come Amarcord (1973), La Strada (1954), Lo Sceicco Bianco (1952), e ovviamente La Dolce Vita (1960), è stato proiettato, su concessione della Fondazione Federico Fellini di Rimini, anche un interessante e poco noto cortometraggio, Il Lungo Viaggio (1997), diretto dal regista russo Andrej Khrzhanovskij.

Questi, attraverso la sceneggiatura del poeta e scrittore Tonino Guerra, ha dato vita alle centinaia di schizzi e bozzetti che Fellini era solito disegnare come preparazione per un film.

Citando le parole dello stesso Fellini:

“all’inizio [di un film][…] ho bisogno di disegnare. […] è un modo per cominciare a guardare il film in faccia, per vedere che tipo è, […] è un espediente per trattenere il film, o meglio ancora per intrattenerlo”.

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L’ Erotismo Caricaturale delle immagini oniriche di Federico

Il risultato è un cartone animato nel quale trovano spazio quelle “anatomie femminili ipersessuate ossessive”, come egli stesso le chiamava. In questi disegni dal tratto veloce e dal colore essenziale ma accuratissimo, la trasgressione erotica sfiora l’oscenità e la pornografia.

Il linguaggio appare allusivo e poetico allo stesso tempo, e l’eccessività delle immagini viene abilmente alleggerita dalla musica di sottofondo, che fonde la sinuosità del jazz alle note classiche di grandi maestri come J.S.Bach o P.I.Tchaikovsky.

Le figure oniriche provengono direttamente da quell’inconscio nel quale Fellini diceva di avventurarsi meravigliosamente, e dal quale tirava fuori i soggetti dei suoi film.

Protagonista assoluto degli schizzi è la donna procace, abnorme, che nel suo essere prorompente fa sì che l’uomo venga raffigurato esclusivamente dal suo “membro”.

L’appuntamento di questa sera con 8 1/2

La dimensione trasgressiva di questo cortometraggio, che ha peraltro ricevuto la targa del Presidente della Repubblica come miglior documentario sull’arte italiana, durante il Festival di Palazzo Venezia a Roma nel 2006, lascerà spazio alla visione, prevista per questa sera (sabato 6 marzo, ore 21:15), di un altro caposaldo della filmografia di Federico Fellini: 8 1/2 (1963), il film nel film, o meglio, la “meditazione potentemente creativa sull’impotenza di creare”, come lo definì il critico Christian Metz nel ’72.

E dunque, perchè mai perderselo?

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