Life & Beth, di e con Amy Schumer, su DisneyPlus: la recensione

Life & Beth, la serie scritta, prodotta, diretta (sei episodi su dieci) e interpretata da Amy Schumer sarà disponibile dal 18 maggio su DisneyPlus, dopo l’ormai consueto rodaggio in territorio statunitense su Hulu.

Oltre all’attrice comica, di recente tra i presentatori degli Oscar 2022 e nell’occhio del ciclone per un suo scherzo dai più poco apprezzato ai danni di Kirsten Dunst, figurano nel cast del dramedy anche Michael Cera, Laura Benanti e Michael Rapaport.

Life & Beth - poster
Life & Beth: locandina

Life & Beth

Beth (Amy Schumer) è una venditrice di vini di successo. È fidanzata con un venditore di vini, anche lui di successo (Matt/Kevin Kane), affascinante e piuttosto egocentrico. Vive a New York, in un bel appartamentino condiviso, appunto, con il fidanzato.

Insomma, Beth parrebbe avere più o meno tutto. Ciononostante, qualcosa non va. Non è fino in fondo soddisfatta, o forse non lo è proprio. Sorride, ma pare poco convinta.

Escono fuori insicurezze, un rapporto complicato con la madre che pare sua sorella – per giunta, quasi quella minore. Un rapporto complicato pure con la sorella – quella vera-, che finisce le telefonate costantemente chiudendole il telefono in faccia, mentre lei sta ancora parlando.

E con Matt.. beh, il rapporto è quasi inesistente, ma lui è così pieno di sé da non rendersene conto.

Un evento completamente inatteso rimette le carte in tavola, spingendo Beth a dover, giocoforza, ritornare là dove era cresciuta: a Long Island. E tornando indietro sui suoi passi torna anche indietro nel suo passato. Emergono i traumi infantili causati dalla madre, la brusca e dolorosa separazione, a causa di quest’ultima, con la sua migliore amica, e varie altre cose.

Tra cui, l’incontro con un uomo assolutamente particolare, John (Michael Cera). Agricoltore, semplice e diretto, schietto fino ad essere imprevedibile, la sorprende, e non solo. E Beth mette in discussione quelle che fino ad allora erano le sue certezze. O, più che altro, i binari certi in cui aveva imprigionato la sua vita per paura di ammettere che determinate scelte non le appartenevano più. Per paura di vivere la sua vita con meno certezze ma con molta più verità.

Life & Beth: official trailer

Una commedia dolce-amara, divertente e nostalgica sul potere del cambiamento

Sembrerebbe che una parte rilevante di Life & Beth sia autobiografica. In fondo anche Amy Schumer è figlia di divorziati. Anche lei è cresciuta a Long Island. Anche lei ha una sorella più piccola e anche lei si è innamorata di un contadino – e chef -, Chris Fisher, poi diventato suo marito.

Inoltre molti hanno visto nelle particolarità del personaggio interpretato da Michael Cera echi, per quanto non apertamente dichiarati, delle caratteristiche di chi soffre della sindrome di Asperger. Come, appunto, il marito della Schumer. Lo stesso Cera ha dichiarato di aver passato del tempo con Chris Fisher per poterne studiare il comportamento e renderne un ritratto non stereotipato.

LIfe & Beth: Michael Cera e Amy Schumer

Al di là di queste che possono essere sterili curiosità, la componente biografica di Life & Beth è sicuramente importante. La miniserie è a tutti gli effetti una creatura di Amy Schumer, che l’ha scritta, prodotta e diretta – quantomeno nella maggior parte degli episodi. E il suo stile è talmente presente che potreste arrivare a riconoscere, senza aspettare i titoli di coda, gli episodi in cui è lei la regista dagli altri.

Il suo umorismo, che ricorda a tratti quello alla Woody Allen, versione femminile, permea la serie. Il suo personaggio tipico è quella della donna goffa, un po’ imbranata, che resta costantemente basita di fronte alle oggettive stranezze di chi la circonda. Dal medico che deve farle la risonanza magnetica ma sogna di essere un dj, ai suoi colleghi che adorano il suo fidanzato più di lei e si comportano con lui come dei fan isterici farebbero con la loro celebrity di riferimento. Dalla sorella che le chiude sempre il telefono in faccia alla madre che ha un fisico da ventenne e a breve sembra sua figlia. A tutta una serie di personaggi più o meno singolari che la circondano, creano un vero spaccato di varia umanità, come avrebbe detto il Costanzo dei tempi d’oro.

Life & Beth - sister
Life & Beth: Beth e sua sorella

La trama, in sé, potrebbe a tratti risuonare un po’ cliché: la vita nella grande Mela idealizzata, col fidanzato bello e di successo, la carriera e quant’altro vs il ritorno ad un ambiente più semplice, più vicino alla natura, con persone e lavori meno eclatanti ma più concreti, reali. Il classico “molto fumo e niente arrosto” delle esistenze apparentemente perfette, ma solo dall’esterno, contro situazioni più umili, quasi banali che però permettono di riscoprire i “veri valori”.

Niente di nuovo, insomma, ma, al di là dell’essere raccontato con quella verve lievemente destabilizzante che caratterizza l’humour di Schumer, il “ritorno alle origini” risulta perfettamente attuale, con tutti i casi di abbandono della città per campagna e maggiore semplicità che hanno fatto seguito alla pandemia.

In questo senso Life & Beth diventa una nuova narrazione, pur essendo una vecchia. Col suo stile leggero e sbarazzino, fa riflettere su quanto le modalità di vita che abbiamo immaginato in precedenza possano essere in realtà vacue e senza vero senso. E come determinate cose – luoghi e persone – da cui per un motivo o per l’altro abbiamo voluto allontanarci possano in verità essere più adatte a noi di quanto pensassimo. Basta prendersi il tempo di fermarsi un attimo (a volte anche bruscamente, non per nostra decisione) e avere il coraggio di rimettersi in discussione. Senza obbligarci a continuare una strada che non ci soddisfa più solo perché l’avevamo (da un po’) cominciata o perché nel passato c’era sembrata quella ideale.

Life & Beth: Amy Schumer e Laura Benanti

Bilancio finale di Life & Beth

I dieci episodi, che abbiamo potuto vedere in anteprima, scorrono divertenti e lievi. Amy Schumer è Amy Schumer: fa ridere, più spesso ancora sorridere, e guarda le stranezze altrui come se fosse catapultata in un mondo surreale. Che a volte, a guardare gli altri da una lieve distanza, è in effetti la sensazione che si prova.

Michael Cera è Michael Cera, e fa più o meno sempre il suo personaggio. In questo caso, essendo una persona parecchio particolare, con sfumature lievemente autistiche, gli calza a pennello. Il resto del cast segue, senza lode e senza infamia, con qualche picco di originalità. Come il boss di Amy, Murray (Murray Hill). Come il medico che sogna di essere dj. O la sorella di Beth, coi suoi occhi spiritati e l’incapacità di chiudere le conversazioni senza tagliarle. O la madre, Laura Benanti, che coi suoi pochi anni di scarto dalla Schumer, che ne dovrebbe essere la figlia, ben rappresenta la frustrazione delle quarantenni attuali che si ritrovano con mamme sessantenni che dimostrano la metà dei loro anni.

Insomma, in totale una serie piacevole che, pur non facendo gridare al capolavoro, può certamente ben accompagnare le nostre serate semi-estive.

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