Un padre, una figlia di Cristian Mungiu ha partecipato in concorso al Festival di Cannes 2016, entrando in nomination per la palma d’oro come miglior film.
Il regista romeno aveva già partecipato alle kermesse nel 2007 vincendo l’ambito premio con il dramma 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, che parlava di due ragazze che si trovano alle prese con un aborto, in un periodo storico, in cui il paese era sotto la guida del Generale Ceausescu, in condizioni estrema di povertà, che le porterà a fare delle scelte poco convenzionali. In questo film si parla sempre di rapporti genitoriali, ma esplorando il rapporto padre e figlia, e quanto sia complessa la psicologia dei due protagonisti, che si ritrovano ad affrontare un trauma, dove l’unica via d’uscita, sembra essere la fuga.
Un padre, una figlia
Cristian Mungiu è sempre stato molto attento a ritrarre la realtà, costruendo una sceneggiatura quasi perfetta, in cui i due personaggi camminano attraverso una linea sottile, spesso ambigua, senza mai eccedere in morbosità. Romeo (Vlad Ivanov) è un dottore che cresce la figlia Eliza (Maria Victoria Dragu) con l’idea che al compimento dei suoi 18 anni la lascerà partire per farla studiare all’estero. Questo sogno verrà spezzato da un eventi drammatico, il giorno prima dell’esame di maturità, in cui Eliza subirà un aggressione che cambierà per sempre la sua vita. Il rapporto tra padre e figlia si trasforma e lui diventa morbosamente iperprotettivo nei confronti della ragazza, tanto da stravolgere gli equilibri familiari.
La città stessa è uno dei personaggi del film, con la sua comunità costituita da gente sempre pronta a giudicare e mai ad assolvere. Ecco perché Romeo cerca di difendere sua figlia da tutto il contesto sociale che si viene a creare in conseguenza dell’avvenimento.
Mungiu ti lascia sempre quella sensazione di tensione, anche attraverso le cura delle inquadrature, che danno la sensazione di spiare tutti i personaggi, quasi volesse entrare dentro le loro menti per carpirne i pensieri, e a volte ci vorrebbe un po’ più di respiro, qualche ripresa più aperta, uno spiraglio di luce, che smorzi da tutta questa tensione psicologica.
La storia di Un padre, una figlia non è poi dissimile dalle piccole realtà delle provincie del sud dell’Italia. Se uno pensa a come funziona una piccola comunità di un paese, è decisamente molto comune trovarvi tutti questi comportamenti. A volte tutto sembra come congelato nel tempo. E forse è proprio questo il sotto-testo dell’opera che ci vuole comunicare.
Un padre, una figlia uscirà nelle sale martedì 30 agosto 2016 con Bim Distribuzione.