#RomaFF12 – The Changeover di Harcourt e McKenzie

#RomaFF12 – Presentato oggi nella sezione Alice nella città durante la 12esima edizione della Festa del Cinema di Roma, The Changeover dei registi Miranda Harcourt e Stuart McKenzie vuole essere immediatamente legato al filone dei teen-movie di genere sentimental-fantasy nati dopo l’uscita del capostipite Twilight (2008).

The Changeover

Tratto dal libro omonimo di Margaret Mahy edito nel 1984, la storia narra della sedicenne Laura Chant (Erana James), ragazza dal carattere forte che vive con la madre e il fratellino di 4 anni Jacko in una cittadina segnata da un forte terremoto. L’incontro con un ambiguo uomo anziano (Timothy Spall; Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Turner) che si avvicinerà a Jacko fino a farlo ammalare, porterà Laura a conoscenza di un mondo fatto di magia attraverso il quale potrebbe poterlo salvare da un destino da cui non ha via di scampo.

The Changeover

The Changeover

Il problema alla base del film è proprio quello di partire svantaggiato in partenza: The Changeover è un film low-budget che parla di magia e stregoneria concedendosi a malapena un paio di scene con una CGI scarna; è un film che si spaccia (inevitabilmente) per romanzo di formazione per la giovane protagonista ma anche questo argomento rimane abbozzato dentro una struttura drammaturgica che mal gestisce le tematiche che presenta, con personaggi macchiettistici e con alcuni dialoghi e situazioni al limite del ridicolo tanto da farci percepire che persino gli attori non credano del tutto a quanto stanno dicendo.

Tra tutti, di certo spiace per la presenza di un Timothy Spall mal sfruttato e fuori parte. Anche la storia d’amore a cui di certo punterà la campagna marketing è scarna e, in generale, i personaggi non hanno grinta né personalità, protagonista compresa.

Il film è privo di fascino e ritmo e tenta di raggiungere l’epilogo proponendo qualche sorpresa e giocando la carta di una fotografia palesemente a-la-twilight senza potersi neanche presentare come l’ombra del suo capostipite che, tra le tante derive di qualità che ha (ahimé) portato può annoverare anche l’aver aperto a tutti questi sottoprodotti di discutibile senso.

The Changeover – Il trailer

Unica nota: viene da chiedersi se il romanzo sia migliore e se, chissà, magari abbia in realtà questo ispirato un certo cinema di genere, essendo uscito nel 1984.

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