Da Giovedì 14 Dicembre arriva in 500 sale il nuovo film di Fausto Brizzi, sequel del fortunato film campione d’incassi dello scorso Natale 2016, con la riconferma dell’intero cast capitanato ancora una volta da Christian De Sica, Lucia Ocone e Anna Mazzamauro: Poveri ma ricchissimi.
Poveri ma ricchissimi
Dopo aver scoperto di non aver per nulla perso i soldi vinti pochi mesi prima, la famiglia Tucci decide di rendere il paesino di Torresecca, in cui vivono, indipendente dall’Italia, affrontando dunque una loro personalissima “brexit”.
Una volta diventato Principato, i coniugi Danilo (Christian De Sica; Poveri ma ricchi, Fraulein – Una fiaba d’inverno) e Loredana (Lucia Ocone; Poveri ma ricchi, La buca) dovranno affrontare le mille problematiche e richieste dei loro sudditi oltre ad una nuova crisi interna alla famiglia.
Trailer de “Poveri ma ricchissimi”:
IL CORAGGIO DELL’INDIPENDENZA
Siamo alle solite. Lo scorso Natale 2016 Poveri ma ricchi, remake liberamente ispirato al film francese Les Tuche (2011), vinceva il box office delle commedie natalizie con circa 8 milioni di euro ed ecco che, a distanza di dodici mesi, arriva il sequel, questa volta soggetto originale dello stesso Brizzi con il fedele Marco Martani e la collaborazione di Fabio Guaglianone e Fabio Resinaro (autori e registi dell’acclamato Mine).
Senza divagare sullo scandalo che ha costretto Brizzi al silenzio e all’allontanamento da parte della Warner della sua stessa creatura (ma state tranquilli, il film è firmato e quindi non sarà ricordato come il primo film ‘senza regista’), Poveri ma ricchissimi risulta funzionale sul piano meramente produttivo, quello cioè di un incasso ‘facile’ grazie ad un trama condita di tutto ciò che ha reso divertenti e affascinanti i personaggi del primo film, un cast forte e irriverente capitanato da De Sica mattatore, la Ocone meravigliosa e una Anna Mazzamauro più in forma che mai, accanto al solito Brignano e ad un Paolo Rossi relativamente utile.
Il problema, però, è che come successo in passato a sequel di film remake di opere straniere (vi ricordate Benvenuti al Nord?), anche questo secondo capitolo risulta essere un’accozzaglia continua di sketch con alla base una trama esilissima e didascalica che ha dalla sua (e lì credo sia l’incursione dei due Fabio) un’iniezione di grottesco in salsa pop-citazionista per provare ad accaparrarsi i cinefili e magari i critici ma che, alla fine dei conti, torna a ripetere lo stesso arco narrativo del film precedente divertendo quanto annoiando. Quello di cui si è consapevoli al termine delle proiezione è che un terzo capitolo così potrebbe essere seriamente deleterio.
Non sappiamo ad oggi quale sarà la sorte in sala dei Tucci né quella del suo autore Fausto Brizzi, è vero però che laddove Poveri ma ricchi aveva un’energia e un ritmo forsennato, questo Poveri ma ricchissimi si accascia sulle poche certezze e le tante superficialità che hanno reso mediocre un certo tipo di commedia all’italiana degli ultimi trent’anni.