Europa di Lars Von Trier, torna nelle sale italiane a Ferragosto a completamento della prima trilogia del regista danese che ha contrassegnato i giovedì di agosto al cinema.
Europa di Lars von Trier torna nelle sale italiane a Ferragosto
A Ferragosto, a completamento di una trilogia iniziata il primo giovedì di agosto, Europa torna nelle sale italiane. Lars von Trier, prima di essere celebrato e addirittura quasi mitizzato dai cinefili di tutto il mondo, ha realizzato una trilogia tra gli anni Ottanta e Novanta.
Europa esce nelle sale nel 1991 e precedentemente vince il Premio della critica al 44 festival di Cannes. Il film conclude la trilogia europea iniziata nel 1984.
Il film firmato dal regista di Melanchonia, è ambientato in Germania nell’immediato dopoguerra. La storia vede come protagonista un uomo di origine tedesca ma nato e vissuto negli Stati Uniti. L’uomo è assunto da Zentropa, compagnia ferroviaria tedesca colpevole di aver trasportato gli ebrei nei lager. Ben presto il protagonista si trova al centro di un intrigo che lo porterà al drammatico finale.
Il film è girato prevalentemente in bianco e nero con il colore che appare a mo’ di metafora. Il rosso del sangue o gli antagonisti vengono rappresentati a colori per far percepire meglio la distanza e la differenza con il miglioramento e l’innovazione che dovrebbe portare il dopoguerra.
Von Trier si mostra critico verso la Germania del dopoguerra, ne evidenzia le falle, l’eccessiva pedanteria, l’algido distacco e la stolida nostalgia verso il precedente regime.
Europa: punti di forza
Lars von Trier concepisce un prodotto che sposa le atmosfere noir dei film di fine anni Quaranta con messaggi più diretti allo spettatore contemporaneo, usando il sangue senza tabù o nelle scene finali drammatiche e dirette pur nella loro poesia di fondo. Nell’edizione originale la voce fuori campo è affidata a Max von Sydow stentoreo e ammonitore. Algida e imperturbabile è Barbara Sukowa, protagonista femminile mentre Jean Marc Barr, il protagonista maschile dà al suo personaggio un tocco ingenuità . Un film potente, affascinante, capace di stregare dalla prima all’ultima sequenza. Anche se in nuce è possibile vedere lo stile che farà di von Trier un maestro soltanto pochi anni dopo. Un modo originale di passare il Ferragosto con la visione di questo film ormai più che trentenne.