Questo film è piaciuto molto anche a Tarantino, leggi qui sotto cosa ne pensiamo di questo lungometraggio emotivamente straziante e visivamente sorprendente.
Recensione del film: “Enter the Void”
di Davide Cinfrignini
Tokyo: Oscar ( Nathaniel Brown ) è un giovane spacciatore tossicodipendente mentre sua sorella Linda ( Paz De La Huerta ) è una spogliarellista, che ha da poco raggiunto il fratello nella capitale nipponica.
Un evento violento ed improvviso sconvolgerà le loro vite.
Un cortocircuito di idee, una magniloquente opera che parla di vita annullata e morte vissuta, che fraziona la durata tradizionale di tempo e spazio per colpire direttamente allo stomaco lo spettatore, “aggredito” emotivamente e deliziato visivamente.
Gaspar Noé scrive e dirige con sconfinate ambizioni un dramma metropolitano, un lunghissimo delirio psicotico, che non fa altro che disturbare la sana razionalità di chi lo guarda.
Viaggio allucinatorio ed estraniante di una mente che sta per spegnersi, che attraverso lunghissimi flashback e visioni di uno spettro che aleggia sopra Tokyo ricostruisce un dramma familiare devastante.
Noè dipinge a colori scintillanti un percorso esistenziale e umano perso nell’abisso masochistico di violenze fisiche e psicologiche auto inferte causate da un evento fortuito, che spezza irrimediabilmente due vite e ne compromette per sempre altre due, alla disperata ricerca di ricongiungersi ( seguendo una vecchia promessa da mantenere ) per (ri)creare quel focolare domestico a cui appigliarsi, ormai perso per sempre.
Oscar e Linda sono due piccoli ingranaggi inconsapevoli di un destino beffardo, alla continua ricerca della propria auto affermazione, della dichiarazione spietata e inamovibile a cui deve sottoporre ogni essere coscientemente umano, quella dell’assoluta inutilità dell’esistenza.
“Enter The Void” è anche un lungometraggio sulle dipendenze, quella del potere fascista e ammaliante del controllo totale sugli altri esseri umani, quella del sesso, quella del ricordo idealizzato che esercitano i morti sui vivi e quella totale e affabulatoria provocata dall’assunzione di sostanze stupefacenti, che provoca “viaggi” mentali impossibili da percorrere nella realtà.
Il trailer di questo film
Un lungometraggio emotivamente straziante e visivamente sorprendente
A partire dall’impatto iniziale dei titoli di testa che secondo Tarantino sono tra i più belli di sempre), seguito da una narrazione che inizia da una soggettiva del protagonista Oscar con dei lunghissimi piani sequenza, proseguendo con lo spettro del giovane ragazzo, ormai ad un passo dalla morte, che aleggia sulla città, seguendo la vita delle persone a lui care dall’alto ( Noé manovra la macchina da presa fissandola ad una gru, così da poter attraversare le pareti ) e continuando con una serie di flashback con la macchina da presa che segue Oscar da dietro la nuca.
Pur nell’esaurirsi della tensione narrativa, Noé continua a mostrare la vita scoordinata dei suoi personaggi, dimostrando di amarli per quello che sono, degli esseri poveri d’animo che lottano per guadagnarsi un briciolo effimero di felicità.
Voto : 9.