Torna Captain America a distanza di tre anni dal primo episodio e circa un anno dopo gli eventi della reunion in The Avengers. Adesso siamo finalmente ai giorni d’oggi, i fatti accaduti a New York invadono sempre i suoi pensieri come già quelli di Tony Stark e Thor prima di lui.
Non vi è dubbio che il film che stiamo vedendo vada collocato nel mega-progetto Marvel che, sin dal 2008 ha ben furbamente deciso di serializzare portando incassi da capogiro e, in coppia con la Disney, ritrovandosi ad essere uno dei marchi più sicuri e riconoscibili del panorama cinematografico mondiale.
Captain America: The Winter Soldier
Sono passati due anni dagli eventi accaduti in The Avengers: il capitano Steve Rogers (Chris Evans, Snowpiercer, I fantastici quattro) lavora per lo S.H.I.E.L.D. e al contempo cerca di ambientarsi nella società moderna. Accompagnato dalla collega Natasha Romanoff (Scarlett Johansson, Her, The Prestige) è chiamato a completare una missione ad alto rischio: fermare l’azione terroristica di alcuni pirati algerini. Dietro a questi atti si cela infatti un piano segreto capace di minacciare la sicurezza dello S.H.I.E.L.D. e del mondo intero…
Trailer del film
Basta un poco di zucchero?
Di Luca Arcidiacono
L’incipit del film ci mostra sin da subito che i registi, i fratelli Anthony e Joe Russo, hanno cercato in ogni modo di evitare le ovvietà e gli errori che il loro predecessore nel primo capitolo aveva portato al film e al personaggio, rendendolo fiacco e spento sin quasi da subito. Le scelte delle inquadrature, le scene action, la forza fascinosa dei personaggi (oltre il Cap di Chris Evans qui anche Scarlett Johansson nei panni della Vedova Nera e Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury) ci sono tutte e i vari collegamenti con gli altri film e “colleghi di costume” non mancheranno e rimangono inossidabili. Questo film ha persino dalla sua la “forza” di non premere eccessivamente l’acceleratore sull’ “effetto Disney” che i film Marvel hanno (Iron Man 3 su tutti) con effetto negativo sin da quando la casa di Stan Lee è stata acquistata. Non vi è dubbio quindi che i 136 minuti spesi a visionare il secondo capitolo di Captain America sicuramente intrattengono e saranno (probabilmente) scorrevoli per fan e non.
Proprio perché il film non è tra i peggiori della casata Marvel (Iron Man 3 e Thor: the dark world detengono il primato), è ben girato e nella prima mezz’ora circa ha un ottimo potenziale non mi resta che addentrarmi nei dettagli e scovare ciò che, senza offesa alcuna, ad un fan medio dei cinecomics potrebbe sfuggire: Primo fra tutti, l’inconsistenza del protagonista: passiamo da un tipo di Steve Rogers buonista e patriottico nel primo episodio ad un cupo, spento e scontroso nel crossover ad un allegro, quasi spensierato e fin troppo sicuro di sé in questo. È chiaro che possono cambiare gli sceneggiatori e i registi, ma vogliamo dare un continuum narrativo quantomeno al protagonista della vicenda? Secondo, la presenza di Vedova Nera e Nick Fury sono superflue e finalizzate solo a rendere il film un The Avengers 1.5 e assicurare così che, diversamente dal primo, questo non “fallisca” sotto certi punti di vista e riempia gli occhi del fan. Terzo, il sottotitolo: “The winter soldier”. Ok… perché? Visto che il suddetto si vedrà per meno di un quarto di film? Sarà forse importante per il futuro ma di certo non lo è in questo. Quarto: Robert Redford, usato (male) poco, porta avanti quella strada che ha definito questo film come un thriller politico che di certo lancia qui e là qualche incipit di riflessione che forse mancava nei cinecomics passati, ma non abbastanza e non bene per usurpare un sottogenere così importante e profondo della cinematografia.
Ripeto, il film può anche raggiungere quasi la sufficienza per me e non sindaco sul fatto che la Marvel abbia ormai raggiunto e “chiuso” un suo marchio che racchiuda superficialità nelle storie, toni umoristici e colori pop ma, in certi casi, rubare alcune idee alla casata DC non sarebbe male. Quest’ultima, seppur non ha la serialità raggiunta dalla concorrente cerca quantomeno spesso, se non sempre, di creare un approfondimento, una storia che alla Marvel non dovrebbe intaccare nei toni e nello stile ma che gli permetterebbe quantomeno di sorvolare sui soliti cliché, colpi di scene che ormai non lo sono più e frasi trite e ritrite che, sinceramente, iniziano a stancare e non poco. “Dormire sugli allori” può essere anche piacevole, ma pretendere di più da un prodotto con due potenziali buoni registi, un cast ricco di fascino e un serial da bomba ad orologeria non dovrebbe essere un’opzione.
Un Capitano Senza Pretese
Di Edoardo Marco Aversa
E’ un dato di fatto che molti cultori di cinecomic siano rimasti molto delusi dalle scelte produttive fatte da mamma Marvel negli ultimi anni. Il progetto è chiaro: serializzare il cinema superomistico, trasformarlo in un prodotto quasi “televisivo”, utilizzando però il budget di Hollywood. Una strategia che al momento paga, dato l’incredibile successo al botteghino delle storie degli Avengers. Esiste però un problema: il livello qualitativo delle singole pellicole sta man mano scendendo, ed ha addirittura toccato punti molto bassi, basti pensare a film come Iron Man 3, Thor: The Dark World e Captain Ameirca: Il Primo Vendicatore. Quest’ultimo in particolare presentava difetti molto gravi, come l’inconsistenza del plot, la scarsa caratterizzazione del protagonista, il numero esiguo di scene action e soprattutto l’assenza di un vero villain.
Con una premessa del genere aspettative nei confronti di Captain America: The Winter Soldier erano perciò molto basse. Il caso vuole che però il film del duo Anthony e Joe Russo riesca, senza impressionare, a centrare il bersaglio, elevandosi ben al di sopra dei film poco prima citati. Non stiamo parlando di un capolavoro, sia chiaro, ma di un buon film di supereroi che intrattiene per lunga parte dei suoi 130 minuti di durata, grazie a spettacolari scene d’azione e a qualche buono scambio di battute tra i protagonisti.Permangono però tutti i difetti delle ultimi produzioni Marvel, ovvero una prevedibilità eccessiva degli eventi, la poca profondità dei temi trattati e la tendenza e l’uso di clichè cinematografici triti e ritriti da anni. Captain America: The Winter Soldier è un film leggero, senza pretese, che regala generose dosi di adrenalina e strappa più di una risata, ma che purtroppo non osa raschiare al di là della superficie della banalità.
Voto: 2,5/5