Dal 29 al 31 Maggio scorso la splendida cornice del Gargano, grazie alla Regione Puglia in collaborazione con l’Associazione Angeli nella persona di Anna Rita Caracciolo e il comune di Manfredonia e Monte Sant’Angelo, ha aperto le porte a un gruppo di cineasti provenienti da varie zone d’Italia: registi, sceneggiatori, attori e attrici, tecnici di montaggio, produttori, bloggers, giornalisti radiofonici tutti insieme per la prima edizione dei tre giorni di Cinema tra natura e cultura, figlio naturale di quel Festival giunto ormai alla settima edizione che si svolge puntualmente ogni Estate e che porta in Puglia cortometraggi da tutta Italia che porta il nome di Corto e Cultura.
Trailer di presentazione del progetto:
Coinvolti e chiamati all’appello le attrici Monica Scattini, Cosetta Turco, Ambra Quaranta; gli attori Adriano Santoro, Federico Rosati; i produttori Manfredi Saavedra, Alessandro Riccardi, Viviana Panfili, Andrea Santoro; i registi Giuseppe Pizzo, Vito Palumbo, David Fratini, Luca Arcidiacono; i giornalisti e bloggers Emanuele Rauco, Marinella Elia, Andrea Gidoldi, Renata Cefalo, Frenck Coppola, Veronica Briganti; l’esperto di armi medievali e attore Francesco Perciballi; gli operatori Christian e Alessandro Forle e ancora altri come Ciro Palumbo,Filippo Totaro, Claudio Perrino, Anna Pia Mione e Maria Antonietta Di Sabato.
Le tre giornate sono state ricche di visite guidate di scenari meravigliosi e tante possibili location, dalla bella cittadina di Manfredonia e dintorni al castello normanno e la grotta di S.Michele a Monte Sant’Angelo fino all’Oasi Salso, bellissima location che accende molto la fantasia di un cineasta e dove si è svolta la proiezione di alcuni cortometraggi presentati agli studenti del quinto anno dell’istituto Nautico di Manfredonia:
1: La vita accanto di Giuseppe Pizzo,
2: Non al denaro, non al vento ne al sole di Marco Calvise,
3: La famiglia di Luca Arcidiacono,
4: Realismo di David Fratini,
5: Documentario sulle armi medievali presentato da Francesco Perciballi con breve dimostrazione sull’utilizzo dell’arma.
Un ultimo cortometraggio, il pluripremiato Margerita di Alessandro Grande, è stato presentato nella serata finale presso il LUC del 31 Maggio dove si sono tirate le somme di questa prima edizione organizzata e fortemente voluta da Anna Rita Caracciolo che in quei tre giorni costantemente ha espresso il concetto de <<la famiglia del cinema.>> Ed è un concetto che assolutamente approvo e condivido. Spesso è più facile notare in questa vita frenetica, e specie in chi come me vuole percorrere e inseguire questo mestiere così precario ed imprevedibile (ma in fondo non lo è un po tutto nella vita?) la parte negativa, spesso ambigua, di un mondo che tal volta viene visto come un hobby e non come un lavoro, qualcosa da fare nel tempo libero o da inseguire perdutamente in un sogno.
Questi tre giorni, condividerli con questa gente, ti fa ricordare che esiste chi crede ancora genuinamente in questo mestiere malgrado tutto e malgrado tutti, volendo raccontare una storia, esprimendo un’emozione, andando controcorrente a un sistema produttivo fossilizzato in pochissimi macrogeneri e affrontando un cinema di genere esistito nel panorama italiano per troppo poco tempo per farlo apprezzare al grande pubblico e che purtroppo resta relegato a nicchie di fans e afecionados. Il gruppo che si è creato in quelle tre giornate, di cui posso fieramente dire di far parte, ti porta a credere ancora nello spirito di gruppo, nel lottare ed inseguire un sogno per come ti fa sentire interpretare un personaggio, scrivere o dirigere una storia, tagliarla in frame o scommetterci economicamente e non solo per renderla possibile.
E non c’è spinta più importante di questa ed è per questo che non smetterò mai di consigliare un’esperienza del genere, ancor più in un luogo meraviglioso ed immersivo come quello pugliese capace di regalarti scenari che variano dal western al thriller, dall’horror al fantastico dove tra l’altro, e questo di certo non guasta, esiste un Film Commission reale e molto attiva nel campo dell’audiovisivo tanto da incrementare negli ultimi anni la produzione di cinema mainstream molto più che in altre regione d’Italia, arrivando ai primi posti e attirando registi esordienti e grandi nomi a raccontare li le storie che provano poi a farci sognare in quel luogo magico dove le luci si spengono e una vita raccontata ci illumina lo sguardo… e il cuore.
Francesco Perciballi, senza “I”.