Sapete chi è Bansky? Domanda trabocchetto, perché non lo sa nessuno: nel senso che nessuno conosce la sua vera identità. Sappiamo però che è un ragazzo di Bristol divenuto celebre durante gli anni Novanta come street artist (o “graffittaro”, come si dice impropriamente) ed affermatosi ormai grazie alle intuizioni folgoranti ed immediate fissate sui muri con lo stencil.
Ebbene, ora Bansky si dà al cinema. Il suo film si intitola “Exit Through the Gift Shop”, è stato presentato al Sundance 2010, ed è da un po’ che circola il suo trailer in attesa dell’uscita italiana (ancora non annunciata, a quanto mi risulta). Si tratta di una sorta di paradossale documentario su un ragazzo francese di nome David Guetta, e sul suo tentativo – vero – di girare un documentario su Bansky. “Exit Through the Gift Shop” sembra un lavoretto apparentemente senza pretese, e senza tracce di quello slancio iconoclasta che contraddistingue il Bansky artista. Ma forse anche per questo il risultato è appassionante, fuori dagli stereotipi e soprattutto insospettabilmente gioioso. Prometto una recensione a breve.
Non esattamente “senza pretese” sembra essere invece il nuovo film di Sergio Castellitto, La Bellezza del Somaro, tratto dal romanzo di (indovinate un po’, rullo di tamburi etc.) Margaret Mazzantini. Beh, che ci crediamo o no, il regista ha definito il suo stesso film “una pellicola geniale”; ed essendone anche protagonista, ha assicurato che “la sua interpretazione è eccezionale”. Infine si è paragonato nientemeno che al drammaturgo russo Anton Cechov: “anche lui utilizzava la nevrastenia” per raccontare le vicende dei suoi personaggi. Che dire? Viva la modestia! Mancava solo che si autoproclamasse il “miglior attore e regista degli ultimi 150 anni”, ed il delirio di onnipotenza sarebbe stato completo.
Per chiudere segnalo l’uscita di Cyrus, davvero una bellissima sorpresa di questo periodo natalizio. Gli autori sono i fratelli Jay e Mark Duplas, già noti come due dei principali esponenti della tendenza mumblecore: quell’improbabile genere cinematografico fondato sulla sceneggiatura improvvisata ed il budget ultra-basso. Questo film non rientra nel Mumblecore, avendo una produzione vera ed un cast professionista fra cui la protagonista femminile Marisa Tomei; eppure ne mantiene alcune caratteristiche rilevanti, come la sensazione di spontaneità e mancanza di glamour con cui si racconta il privato dei personaggi. Anche su questo film ci torneremo.