US – Noi: l’America secondo J. Peele

Us – Noi è un film del 2019 diretto da Jordan Peele, autore del brillante Scappa – Get Out. Interpreti della pellicola sono: Lupita Nyong’o, Winston Duke, Shahadi Wright Joseph, Evan Alex e Elisabeth Moss.

A fronte di un budget di 20 milioni di dollari, il lungometraggio ne ha incassati più di 255 in tutto il mondo, bissando il successo che ottenne l’opera prima del cineasta.

Us - Noi
La locandina di Us – Noi

Us – Noi

In compagnia della famiglia, Adelaide torna alla residenza estiva dei Wilson, una dimora nei pressi di Santa Cruz. A seguito di strane coincidenze, nella protagonista riaffiorano ricordi di un trauma passato, principio generatore di instabilità e paranoia. Dopo un pomeriggio all’insegna del sole e delle onde del mare, è con il calar delle tenebre che comincia a materializzarsi un incubo impensabile sia per la giovane che per i cari.

Trailer ufficiale di US – Noi

Dritto per la propria strada

Jordan Peele firma la sua seconda fatica implementando le caratteristiche del lavoro precedente. Ancora una volta, il genere funge da specchietto per le allodole al fine di raccontare uno spaccato sociale, con conseguenti ramificazioni a livello mondiale. Lo stile del regista torna con forza ad illustrare una storia grottesca, alternando istanti velatamente comici a sequenze ansiogene.

Us - Regista
Jordan Peele sul set di US – Noi

Doppelgänger

Punto cardine della produzione è il concetto di doppio: rifacendosi ad opere letterarie (Dr. Jekyll e Mr. Hyde) e a pilastri cinematografici (Inseparabili, Enemy, Vertigo…), l’autore esamina il corrispettivo complementare dei personaggi. I sosia in questione riflettono il lato oscuro dei caratteri e concretizzano tutto ciò che di maligno, viene liquidato dalle controparti. Da un punto di vista estetico, le ombre posseggono le carte per essere ricordate come iconiche: oltre alla tuta rossa che le avvolge, le forbici dorate impugnate dalle figure ricoprono sia il ruolo di arma, che di oggetto simbolico votato a una possibile indipendenza. Lo strumento infatti, potrebbe spezzare quel legame indissolubile che intreccia le inquietanti creature ai protagonisti. Se ciò non fosse sufficiente per capire a quale orrido spauracchio si sia ispirato Peele, ecco che giunge in soccorso il guanto marrone bucherellato

Us - doppi
I doppi in Us – Noi

Contesto culturale e riscatto sociale

Il sottotesto rappresenta il fuoco della scrittura: nuovamente lo sceneggiatore pone sul piatto tematiche imponenti e delicate, raccontate con estrema lucidità. Essenziale è la differenza che intercorre fra i due ambienti: nel primo, i nostri raffigurano una famiglia afroamericana ordinaria e intenta a godersi qualche giorno di vacanza. Lo sfondo statunitense e rassicurante di Santa Cruz delinea, a una prima occhiata, un piacevole angolo di benessere e pace, quest’ultima interrotta solo dalla progenie bianca benestante. Il secondo è un mondo oscuro e labirintico, colmo di corridoi gelidi e stanze piene di sfortunati doppelgänger. La sorte toccata a essi è di replicare gli originali in uno spazio privo di calore umano e intriso di crudeltà.

US - Comprimari
Jason e il suo sosia

Tale caratterizzazione fa percepire al fruitore quanto sia il contesto a formare l’individuo, con tutto ciò che ne deriva. Adelaide e i consanguinei sarebbero forse gli stessi se nati nel medesimo luogo dei corrispettivi? Quanto conta poter vivere liberamente, lontano da sofferenze e imposizioni? Soprattutto, se si avesse una chance per poter sovvertire l‘ordine costituito (da altri), chi non la coglierebbe? Ed è proprio su questo aspetto che si concentra gran parte della narrazione: un complesso di individui che cerca disperatamente di riscattarsi, un aggregato travolto dal male e lacerato da ferite d’ogni sorta, disposto a tutto pur di tranciare un filo artificioso che ne priva il libero arbitrio; chi potrebbe biasimare tale condotta considerate le premesse? È indubbio che il valore del secondo progetto del comico statunitense, sia incrementato dalla capacità indiscutibile di assemblare cinema popolare e tematiche dirompenti, con conseguente accentuazione di stimoli riflessivi.

Citazioni, riferimenti e colonna sonora

La messa in scena del prodotto è impreziosita da abbondanti cenni provenienti dalla cinematografia anni 70 e 80, così come da slogan o brani musicali dei 90. A risaltare è la maglietta di “Jaws” (Lo squalo), preceduta da quella di “Thriller” di M. Jackson. Curiose anche le similitudini tra la rivoluzione dei doppi e la manifestazione “Hands Across America”, con motto annesso. Richiami ad “Halloween”, a “Nightmare – Dal profondo della notte” o alla filmografia di Romero si sprecano, e ciò contribuisce a ricreare l’immaginario a cui Peele si ispira, denso di atmosfere più che mai suggestive. Efficace e splendida la colonna sonora, il cui tema portante, “I Got five on it”, risuona normalmente durante la prima parte, salvo poi atterrire lo spettatore attraverso una macabra evoluzione del riff, distorto e squarciato da note agghiaccianti.

Us - Hands across america
L’evento benefico “Hands across America”

Il monito agli US

In conclusione, il cineasta accartoccia la figura dello stereotipo americano concentrando una buona dose di tensione e di splatter per tutti i 120 minuti di girato. Dopo Scappa – Get Out, il lato oscuro della società d’oltreoceano viene esaminato da un’ulteriore angolazione: di fatto, i privilegiati che risiedono in superficie ergono a totem i frutti più subdoli del capitalismo, ignari di ciò che accade nei bassifondi, descritti per mezzo di un’iperbole cinematografica come ghetti suburbani. È proprio nei tunnel che il desiderio di rivalsa si fortifica anno dopo anno, pronto a esplodere e a spezzare le catene della schiavitù, in favore di una libertà totale, funzionale e aggregante. Il monito di Peele è chiaro: è il paese che per decenni ha ricercato colpevoli al di fuori dei propri confini, a celare il male assoluto nella cantina di casa. Forse il mostro verso cui punta il dito l’individuo americano è riflesso allo specchio.

Grazie per l’attenzione, continua a leggere gli articoli della rubrica horror da me curata.

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