Ashgar Farhadi torna al festival di Cannes, dopo i successi di Una separazione (2011) e Il cliente (2016), presentando una nuova opera oltre che diretta, sceneggiata e coprodotta da lui, Un eroe.
Il film oltre ad essere stato proiettato in anteprima il 13 Luglio 2021 alla 74esima edizione del Festival di Cannes, sarà disponibile in sala a partire dal 3 Gennaio 2022, distribuito da Lucky Red.
Il cast è composto da più o meno tutti attori iraniani poco noti, tra i quali spicca il protagonista Amir Jadidi. La pellicola ha riscosso un gran successo da parte di pubblico e critica a Cannes tanto da aggiudicarsi il Gran Premio Speciale della Giuria. Il film concorre ovviamente per una candidatura agli Oscar come Miglior Film Straniero, premio già vinto dal regista con Una separazione (2012) e Il cliente (2017).
Un eroe
Il film interamente scritto dal regista stesso, racconta la storia di Rahim, un uomo finito in carcere per colpa di svariati debiti che non è riuscito a saldare.
Quando gli vengono concessi due giorni di libertà egli cercherà in tutti i modi di rifarsi una vita, provando a convincere il suo creditore Bahram a ritirare la denuncia restituendogli una parte del denaro e tentando di sposare la sua fidanzata. Ma purtroppo i piani di Rahim si riveleranno più complicati del previsto.
Il trailer del film
Farhadi racconta l’attuale Iran
Farhadi torna a casa, dopo le produzioni spagnole e francesi, torna a girare in Iran. Iran che si fa teatro del percorso del nostro protagonista, del suo tentativo di redenzione.
Il film è intriso della poetica del regista che mette al centro un avvenimento narrato in maniera abbastanza semplice e lineare condito da qualche bel colpo di scena, avvenimento che sottolinea tutte le criticità della società iraniana. La pellicola racconta di quello che all’apparenza è un eroe che con i suoi gesti mira a fare la cosa giusta ma nel paese sbagliato, il regista sembra dirci che l’eroismo è un gesto tanto nobile quanto inutile. Inutile in quanto impercepibile all’interno di una società che ha un altro concetto di eroismo.
L’Iran all’interno del film è un personaggio a se, incarna il maggiore ostacolo per il protagonista e fa assumere alla pellicola una tinta western riportando alla luce il dilemma classico tra scelta morale e scelta di legge. La prigione paradossalmente viene dipinta dal regista come unico luogo sicuro, unico luogo dove non si hanno turbe e brutti pensieri, condannando così il suo paese a un giudizio tremendo.
Farhadi rivolge un aspra critica anche ai mass media talvolta in cerca di falsi eroi per rimediare qualche click in più. Il film è permeato dal senso di colpa del protagonista che è bravissimo a farlo percepire allo spettatore riuscendo a farlo empatizzare perfettamente.
Il comparto tecnico è lodevole, una colonna sonora mai invadente che sottolinea la solitudine del protagonista e una fotografia estremamente patinata ad evidenziare la falsa giustizia dell’Iran rendono il film ancora più pregno di significato.
Un eroe non è sicuramente la miglior opera di Asgar Farhadi, ma è un film a cui va data una possibilità anche solo per il fatto di constatare quali società esistono ancora nel 2021.