I bambini di Gaza _ Sulle onde della libertà

I bambini di Gaza, regia di Loris Lai, con Marwan Hamdan, Mikhael Fridel. Il film dura circa 90 minuti e sarà al cinema dal 28 marzo 2024.

i bambini di gaza

I bambini di gaza, in mezzo alle macerie

Gaza, 2003.
La vita di Mahmud, la normalità di vivere in case dove metà facciata non esiste più. La consuetudine di passeggiare in mezzo a rottami di macchine, di veder esplodere una bomba, di vedere morire un amico. La possibilità concreta di uscire di casa e non farci più ritorno. Ma sopratutto, la certezza assoluta che la colpa sia degli ebrei, degli invasori. Vivere un giorno alla volta, come viene, con l’unica passione del surf, dello scappare appena si può in spiaggia a cavalcare le onde, a sentire il vento fresco della libertà e a stare a mollo a 50 metri dalla costa, dove tutta la follia rimane sulla terraferma e si respira solo libertà.
“In prossimità di Gaza sono ancora presenti insediamenti israeliani, la seconda intifada è in corso. Il 43% della popolazione ha meno di 14 anni” così si apre il film, che inizia a farci vedere la vita quotidiana di questa popolazione che ha meno di 14 anni. DI questi bambini o poco più che cercano in tutti i modi di avere una vita normale o almeno una parvenza di tale. Palestinesi contro Ebrei, anche nei giochi dei bambini che giocano alla guerra con pistole e fucili finti…

Il trailer del film

I bambini che sono obbligati ad essere grandi

Il primo commento che viene, dopo aver visto il film è questo:
“Ha del potenziale, ma non si applica” la tipica frase da colloquio scuola-genitori. Ha un messaggio si, ma si perde leggermente tra surfisti drogati, bambine che appaiono e scompaiono, e incubi, il tutto infarcito da definizioni tecniche di termini del surf (?) che ci accompagnano continuamente.
Forse il libro è meglio del film, perché nel film succedono davvero cose a caso senza la minima spiegazione o contestualizzazione. Sembrano 3 trame unite per forza, prese, smembrate e ricompattate in un unico film. Ovviamente dura troppo per me, perché forse, tagliando una buona ventina abbondante di minuti si poteva aveva un film con un messaggio più chiaro. È un film che, benché so benissimo cosa vuole dire, non mi è arrivato. Benché il bambino protagonista sia davvero bravissimo, non arriva. Mi è piaciuto? Sni.
Troppe forzature, m’é parso un film forzato in tutto, un film che andava fatto. Ma non quel andava fatto perché è un pugno nello stomaco che dovevamo prendere, andava fatto perché si doveva dire, ma lo si è detto a mio avviso in maniera troppo contorta.
Coincidenze troppo da film, bambini appassionati di surf e guarda caso surfista campione proprio su quel pugnetto di sabbia. Insomma benché capisca il messaggio e l’intento non mi ha convinto il modo, la narrazione. 

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