Immaginate un microcosmo che ha per confine solo le nuvole, dove tutto è programmato, persino le nascite. Potrebbe essere una prospettiva di una visione di un futuro nemmeno troppo lontana….
The Giver – Il mondo di Jonas
Il film è tratto da un best sellers di Lois Lowry, romanzo di fantascienza che ha venduto oltre 11 milioni di copie. Il regista Philippe Noyce ne prende l’essenza e centra esattamente un discorso ispirato dalla corrente post filosofica, che afferma che al giorno d’oggi viviamo in una società liquida che ha perso il senso di tutto, persino del concetto di vita e di morte. Ogni cosa non ha più un valore perché siamo circondati da troppi oggetti che non hanno una reale funzione nella nostra vita.
Jonas, interpretato dal giovanissimo attore australiano Brenton Thwaites (gia visto nel film tratto dalla favola della Disney La bella addormentata)è un ragazzo che ha raggiunto la maggiore età e gli viene assegnato dalla presidente del consiglio degli anziani (Meryl Streep) la propria destinazione nella società. Lui ha una missione speciale, diventerà dopo un addestramento il ricevitore di memorie, l’unica persona alla quale è concesso apprendere tutta la conoscenza del mondo ed anche la differenza tra bene e male. Il suo istruttore è il donatore (Jeff Bridges) è una figura che si oppone alle regole, lui vede le sfumature, i colori, le emozioni, tutte cose son state rimosse per far smettere la guerra e l’ odio.
Interessante il ruolo di Meryll Streep, che ha una doppiezza. Lei è l’unica insieme al donatore ad avere una conoscenza di cosa fosse la vita prima, e non vuole che si riproducano alcuni errori umani del passato, però ordina l’infaticidio di alcuni neonati, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, non considerandolo un crimine e trasformando in assassini delle persone innocenti che non si rendono conto di quello che stanno facendo.
E’ un film in cui si parla di perdita di identità, dove la famiglia d’origine non è quella che ti cresce, e se nasci fuori da certi canoni gia da neonati potresti essere cancellato. Mi fa venire in mente la storia delle primogenite nate in Cina, che fino a poco tempo fa se la prima nascita era di una femmina, era destinata a morte certa oppure venduta ad estranei, ridotte a schiave. Non è quindi molto distante dalla realtà, se ci riflette bene. Anche il tema dei matrimoni combinati in alcune religioni e molto attuale.
Il racconto mi ha rimandato a Pleasentville di Gary Ross del 1998, dove il protagonista entra dentro un telefilm degli anni 50 in bianco e nero. Le tematiche dei film sono molto simili. Forse se non avessi visto il primo mi avrebbe decisamente colpito di più, perché è girato bene, colpisce molto per la scenografia e per la storia e sicuramente riuscirà a rapire il pubblico.