Teneramente folle in uscita nelle sale italiane dal 18 giugno 2015, è l’autobiografia della regista-sceneggiatrice Maya Forbes che racconta con umorismo e dolcezza lo strano rapporto tra un padre bipolare e la sua famiglia.
Teneramente folle
di Sara Sonia Acquaviva @Percorsi Up Arte
1978. Mentre molti padri trascorrono le loro giornate al lavoro, Cam Stuart (Mark Ruffalo) passa il suo tempo a caccia di funghi, a cucinare pasti elaborati, o lavorando a uno dei suoi tanti progetti geniali e strampalati lasciati a metà. La sua famiglia sopravvive grazie all’aiuto economico dei facoltosi genitori di Cam, il quale soffre di disturbo bipolare e ha difficoltà a costruire intorno a sé una vita “normale”.
Con Maggie (Zoe Saldana) è stata una grande storia d’amore da cui sono nate due bambine; separati a causa della sua inaffidabilità, Cam sogna comunque di poterla riconquistare. Oggi Maggie deve trovare un lavoro per poter dare una vita migliore alle loro figlie. Perciò si iscrive a una scuola di economia e viene accettata alla Columbia University. Ma dovrà trasferirsi a New York. Maggie non ha scelta e chiede a Cam di occuparsi a tempo pieno delle ragazze, mentre lei sarà via.
Cam è un papà del tutto fuori dal comune. Sa che è una prova grandissima per lui, ma spera così di poter ricostruire la propria famiglia. Ma le due scatenate ragazze non hanno alcuna intenzione di rendergli la vita facile. Cam capisce rapidamente di non essere all’altezza e la vita della famiglia esplode nel caos. Nel corso dei successivi 18 mesi, mentre Maggie si affanna per completare i suoi corsi, Cam – impacciato ma pieno di una carica vitale straordinaria – impara a prendersi cura delle sue amatissime figlie, oltre che di sé stesso. Dopo anni trascorsi a cercare il suo posto nel mondo, Cam potrebbe ora aver trovato la sua dimensione.
Vita di famiglia
Basato sulla biografia della regista Maya Forbes, Teneramente folle è una storia divertente e commovente su come, a volte, in maniera del tutto inaspettata, genitori e figli possano arrivare a salvarsi a vicenda.
“A volte la famiglia è la miglior medicina” così recita il lancio sul poster di Teneramente folle che presenta ad un primo impatto una famiglia apparentemente normale e felice. Ma la storia autobiografica raccontata dalla Forbes, è quella di una famiglia molto particolare; siamo nel 1978, e nonostante la rivoluzione femminile sia avvenuta almeno un decennio prima, le donne che mantengono la propria famiglia non vengono ancora viste di buon occhio, o perlomeno, non sono ancora molto numerose, così la madre di Amelia e Faith, certa che l’unica via d’uscita per dare un futuro migliore alle sue figlie sia quello di finire gli studi per specializzarsi e trovare un buon lavoro, è costretta a lasciare le piccole alle cure del padre, affetto da bipolarismo.
La storia si srotola così velocemente tra momenti divertenti e commoventi percorrendo, al ritmo della splendida colonna sonora anni ’70, i due difficili e al contempo splendidi anni vissuti dalla Forbes e da sua sorella insieme al padre.
Mantenendo una forma narrativa che attrae e fa in modo di rappresentare la realtà smussandone naturalmente alcuni “spigoli” per renderla più appetibile all’intrattenimento, Teneramente folle riesce a parlare di un argomento difficile come la malattia mentale senza scadere nel patetico o nel tragico, regalando allo spettatore uno spettacolo che non solo emoziona e fa riflettere ma che riesce a divertire in molti momenti.
La Forbes riesce dunque pienamente nell’intento dichiarato; “Quando terminai di scrivere la sceneggiatura di Teneramente folle (Infinitely Polar Bear) sapevo quello che volevo vedere: un film che fosse divertente, triste, autentico e pieno di calore. (..) volevo vedere un film sull’amore e sulle scelte difficili che le persone devono prendere ogni giorno”.
Splendido nel ruolo di Cam, il candidato agli Oscar, Mark Ruffalo dona al suo personaggio tutto il suo carisma, passando con naturalezza da un momento amorevole ad uno di insensata violenza verbale. Zoe Saldana, diventata celebre per il personaggio di Neytiri in Avatar, è perfetta per il ruolo della madre “moderna” e amorevole che con difficoltà sceglie di lasciare le proprie figlie per poter dare loro un futuro migliore. Una nota particolare va poi alle due piccole (non) attrici protagoniste, una delle quali è la figlia della regista, che si muovono sul set con estrema naturalezza e bravura, dando all’intera storia quel senso di assoluta verità che coinvolgerà il pubblico.
Teneramente folle è dunque un prodotto ben riuscito, da cui trapela l’amore sconfinato di una figlia per un padre che, nonostante la malattia, riesce ad essere una figura positivamente presente e importante per le proprie figlie, ricevendone in cambio un tributo cinematografico davvero commovente.