Uscirà domani, 14 marzo 2013, nei cinema italiani Sinister, un ‘piccolo’ film che è riuscito ad avere successo, grazie ad una regia accurata e una scrittura ottima.
Trama
Ellison Oswalt (Ethan Hawke) è uno scrittore di vera cronaca nera, che alle spalle di un grande successo letterario da milioni di copie, ora si trova in decadenza e decide di trasferirsi con la moglie e i suoi due figli nella casa dove settimane prima si è consumato un delitto: un’intera famiglia è stata impiccato sull’albero del giardino e la figlia più piccola risulta dispersa.
Nel spostare mobili e scatoloni nella nuova casa, Ellison si imbatte in una scatola che contiene un vecchio proiettore di Super 8 con relativi filmini. Guardandoli scoprirà che durante l’impiccagione della famiglia, qualcuno ha registrato tutto, facendo la stessa cosa con altre famiglie molti anni dietro e tutti questi delitti hanno la stessa cosa in comune: i figli più piccoli di queste famiglie uccise, risultano tutti scomparsi.
Un ‘piccolo’ ma ‘grande’ film
Nonostante le premesse e un chiaro rimando alla mitologia di The Ring (lo stesso regista ha dichiarata di aver preso spunto da un incubo che egli ha fatto dopo aver visto il remake americano di The Ring) il film presenta una scrittura e alcuni rimandi a classici horror orientali che lo rendono sotto alcuni punti di vista, forse il film di paura più riuscito degli ultimi anni.
Da non sottovalutare come questo film sia stato concepito e distribuito a livello indipendente, in quanto costato ‘soltanto’ 3 milioni di dollari, che secondo gli standard hollywoodiani, può considerarsi a tutti gli effetti, un film indipendente, ma che solo nel botteghino statunitense, ha superato i 90 milioni di dollari. Un successo che lo ha portato ad approdare nelle sale cinematografiche europee.
Il successo risulta giustificato, in quanto oltre ad una buona scrittura della storia, abbiamo un Ethan Hawke che porta sulle spalle tutto il film, riuscendo anche in questa variante horror, inoltre grande lavoro è stato fatto sulla fotografia e sul montaggio, la prima ottima a scandire le tonalità della storia e ha ricamare bene la cornice horror, la seconda invece riesce a dettare benissimo i ritmi del film.
Ultime, ma non meno importanti, sono la colonna sonora, cupa, disturbante, azzeccata e una regia attenta al singolo dettaglio
Digitale vs. Analogico
Un confronto molto interessante a mio avviso, si trova nel modo in cui il protagonista affronta questa sfida: se da una parte lui scrive su un computer portatile, parla attraverso altre persone grazie alle webcam e invece di usare la torcia una la luce del suo telefonino, per vedere i filmini che riportano gli omicidi, usa un supporto analogico, in questo caso un proiettore in Super 8 (essendo i film registrati in quel formato).
Chiaro un rimando al ‘cinema verità’ dove è proprio il vecchio supporto che registra in ‘diretta’ gli omicidi e quindi registra la parte reale di quel cinema finzione.
Scontro che si ripercuote nel protagonista che, nonostante avverta il pericolo, decide lo stesso di andare avanti, per arrivare a scoprire la verità (o per poter scrivere una storia fantastica?).
Sono proprio questi concetti che rendono Sinister un film al di sopra di ogni solito film horror fatto per mettere paura.
Alla fine….
Sinister è un film incastrato bene nel panorama quotidiano: ottimo per gli amanti del genere, ancora di più per chi cerca un film ben girato e ben scritto.
Visto l’inaspettato successo, il sequel è già in cantiere. Possiamo solo sperare che mantengano lo stesso livello di questo primo film, ma i dubbi sono sempre dietro l’angolo