Blu, il celeberrimo pappagallo ex schiavo poi liberto, vive con moglie e figli a Rio de Janeiro, sollazzandosi tra feste in spiaggia e amenità domestiche che fanno tanto, troppo, middle class americana. Un giorno la mogliettina sente il richiamo della natia Amazzonia, così tutta la famiglia si invola per un viaggio all’insegna dell’avventura e del divertimento.
Rio 2 Missione Amazzonia
In principio fu José Carioca, personaggio disneyano dimenticato da noi ma molto noto in patria con il nome di Zè Carioca. Pappagallo coloniale o colonialista, panama in testa e cubano nel becco, smaliziato e viveur, accompagnava Paperino in Saludos Amigos e ne I Tre Caballeros, film prodotti dalla Disney come parte della politica di buon vicinato con l’America Latina su committenza del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America. Ne sono passate di piume sotto i ponti, e oggi c’è Blu, premio Oscar nella categoria Nome Più Banale per un Animale, ex aequo con Black Fido Pussy e Micio. Blu sembra la trasposizione fumettistica dell’indimenticabile Furio Zòccano di Bianco Rosso e Verdone: pedante, apprensivo, pigro, iperansioso. In antitesi, la mogliettina Jewel è l’opposto della Magda verdoniana: solare, risoluta e anche un po’… frivola. Il film si trascina sul rapporto tra i due come una commedia slapstick di medio livello, privo di una vera sceneggiatura.
Brasilian Film Commission
L’intento del regista carioca Carlos “L’Era Glaciale 2 “Saldanha è palese: il film è una micidiale arma di propaganda pro Brasile nell’anno dei Mondiali di calcio del 2014, celebrati attraverso un’improbabile partita tra squadre di pennuti ara e macao che ricorda il quidditch di Harry Potter piuttosto che o’ futbòl. C’è il Cristo di Corcovado, Ipanema, il capodanno a Copacabana, la capoeira, e poi l’Amazzonia con il Rio (non quello del titolo) delle Amazzoni pieno di piranha, le piante e gli animali tipici. Una cartolina animata ma senza anima, perchè presentare un Paese per stereotipi equivale a nasconderlo ancora di più. Il culmine del trash si raggiunge nelle audizioni degli animaletti per partecipare al Carnevale di Rio, strizzata d’occhi ruffianissima al pubblico dei talent show, per fortuna senza la De Filippi.
Volemose Bene
Sopratutto, il film vive di una iperproliferazione di personaggi secondari, mancando tuttavia di una solida figura di antagonista. Non lo è Miguel, il micidiale Cacatoa del primo film, vendicativo ma oramai disabile al volo, non lo è Papone, suocero amazzonico di Blu, fascistoide ma innocuo, non lo è Roberto, vecchia fiamma di Jewel, virile in apparenza ma effemminato alla prova dei fatti, a causa del quale aleggia (letteralmente) sul film lo spettro nauseabondo dell’omofobia. Allora il cattivo è l’uomo, quell’imprenditore spietato che rade al suolo gli alberi per costruire strade, ma la sua figura è appena abbozzata e passa solo da vittima sacrificale per il trionfo del bene e dell’amicizia.
La morale è sempre quella ?
Il cinema di animazione vive oggi un periodo di sfruttamento commerciale intensivo, il franchise non innova più e i grandi sceneggiatori si spostano in massa verso le produzioni di TV Series, nuova miniera d’oro per le majors. Rio 2 rischia di diventare il simbolo di un declino inarrestabile, con il suo improbabile inquietante messaggio finale [ATTENZIONE: SPOILER]: solo un pappagallo addomesticato può salvare il mondo, e vissero tutti felici e contenti, in una bella riserva.