Reset-Storia di una creazione un film di Thierry Demaizière e Alban Teurlai, al cinema solo il 12,13 e 14 febbraio 2018.
Reset-Storia di una creazione
RESET-Storia di una creazione
Una doverosa premessa. Non è un film, è un documentario. Premessa n°2 se non vi piace il balletto, non vi interessano minimamente tutu e ballerine e la musica classica la ascoltate solo negli intervalli tra un piano e l’altro in ascensore, state alla larga. Non, ripeto, non è il film per voi.
Detto ciò Reset è un documentario sulla creazione di un balletto (balletto della durata di 33 minuti) durante la prima stagione di Benjamin Millepied (ballerino e coreografo, direttore del balletto dell’Opéra national de Paris dal 2014 al 2016).
Reset è incentrato su un conto alla rovescia. Più volte durante il film apparirà la schermata con il conteggio dei giorni che mancano alla prima. Il conteggio è a volte lungo, a volte i numeri appaiono a distanza ravvicinata, come le giornate delle prove, a volte estenuanti, a volte leggiadre e veloci. Più ci si avvicina alla data della prima, più il livello di stress e la ricerca di perfezione aumenta; proprio come per i ballerini, sempre sotto esame, sempre sotto la lente d’ingrandimento.
La tensione è palpabile in alcuni momenti di Reset: uno sciopero e la prima, il miraggio per cui tutti stanno dando sudore e sangue potrebbe saltare. È sempre in ritardo agli appunti Benjamin, conteso tra la sua assistente (anch’essa una ex ballerina) la costumista, l’addetto luci, il parrucchiere… Tutti hanno bisogno di lui, perché solo sua è la visione di come dovrà essere questo balletto. Alcuni scorci, come ad esempio il tetto dell’Opéra national de Paris, o il palco del teatro, valgono il film.
Un brivido scorre sulla pelle quando dal palco, si inquadra tutta la sala del teatro. Geniali anche gli stacchi di scena, che in pochi secondi racchiudono numerosissimi fotogrammi (come la sigla di Big Bang Theory, per capirci) che ci danno il messaggio che hey, il tempo là fuori passa anche se voi del teatro non siete pronti per la prima!
TRAILER del film RESET-Storia di una creazione
Se vi siete sempre chiesti come è il dietro le quinte di un balletto, come nasce il balletto stesso ecco. Questo è il film adatto a voi. Apprezzerete ogni inquadratura, ogni dettaglio, ogni passo di danza che vedrete sullo schermo. Perché questo è Reset, un documentario poetico, con un inizio perfettamente a tempo di musica, che vi condurrà nel favoloso, turbinante, complicato mondo segreto del teatro dell’Opéra national de Paris.
Reset è magico, catapulta lo spettatore nel mondo di Benjamin, un direttore innovativo (forse troppo per l’Opéra national de Paris). Un uomo che capisci subito, dalla luce che gli brilla negli occhi, che fa questo lavoro, anzi non lavoro, che segue la sua vocazione mettendoci l’anima.
Nel documentario tutti quelli che parlano di Benjamin sono affascinati da lui, perché lui è così, ha il potere di trasmettere la sua passione per la danza, il suo sorridere mentre balla. La sua concezione che il balletto classico vada affrontato senza rete, senza timori, proprio come si fa per il balletto moderno.
In Reset vedrete tutti i principali aspetti della creazione di un balletto, dai ballerini, protagonisti sul palco, agli operai che quel palco lo hanno costruito. Per passare alle costumiste e alle sarte, che passano mesi a cucire a mano, un punto alla volta, i costumi per il balletto, per poi alla fine, vedere scartato lo splendido tutu, perché disturba troppo l’attenzione.
Insomma questo film è poesia pura per gli amanti e per i curiosi che hanno voglia di capire cosa succede, come si a fare un balletto. Il difetto principale di Reset? A mio avviso la durata. Il documentario dura 110 minuti, e in molti punti l’attenzione tende a scemare notevolmente, troppe scene ripetute di prove. Vero è che queste scene ci fanno capire che un balletto non si improvvisa, ma ha bisogno di prove costanti, ma da spettatore alcuni passaggi sono davvero lunghi da digerire.