Siamo ormai a pochi giorni da Dicembre, il mese più divorato dai distributori cinematografici di tutto il mondo per riempire le sale, tra i classici film per famiglie, quelli per bambini, i blockbuster e i film di controtendenza, d’autore o riflessivi. Quest’anno l’Italia darà il meglio di sé tra Pieraccioni, De Sica, Boldi, Lillo e Greg. Avremo anche il ritorno di Spielberg dopo tre anni di assenza e il primo capitolo della terza trilogia di Star Wars che, di certo, divorerà ogni concorrente senza pietà. Anche dall’America, però, lo spirito natalizio non si fa attendere ed ecco che, così, arriva un film pieno di stars per raccontare Natale all’improvviso. Dal 26 Novembre nelle nostre sale.
Natale all’improvviso
Seguiamo il 24 Dicembre della famiglia Cooper: i due capofamiglia con un rapporto sull’orlo del precipizio (John Goodman – Il grande Lewbosky – e Diane Keaton – Io e Annie), i figli: Eleanor (Olivia Wilde; Her – Lei, The Lazarus Effect), anaffettiva e con un rapporto morboso con un uomo sposato; Hank (Ed Helms; Una notte da leoni, Come ti rovino le vacanze), single con tre figli. C’è poi Emma (Marisa Tomei; Professore per amore, The Wrestler), cleptomane single di mezza età, c’è nonno Bucky (Alan Arkin; Little Miss Sunshine, Argo), che ha come amica la cameriera Ruby (Amana Seyfried; Pan – Viaggio all’isola che non c’è, The Miserables).
Trailer del film “Natale all’improvviso”:
Dialogo in divenire
Più del regista Jessie Nelson (Mi chiamo Sam), che ha già toccato in passato la commedia con cornice natalizia, il punto cruciale di questa operazione commerciale Natale all’improvviso è la sceneggiatura. Non è la prima volta che un cospicuo numero di volti noti di Hollywood (transgenerazionale per di più) si unisca per dar vita ad una commedia corale. E questa scelta non è quasi mai, purtroppo, sinonimo di ottima qualità. Anzi. The Big Wedding, film neanche troppo lontano nel tempo, uno degli ultimi col compianto Robin Williams, né è una chiara prova.
Nella sceneggiatura di Steven Rogers (Nemiche Amiche), qui anche produttore esecutivo, troviamo di certo qualcosa d’interessante: la forza di riuscire a rendere credibile e riconoscibile i vari caratteri dei personaggi che racconta attraverso dei tic, dei particolari, delle caratteristiche o lati di un carattere semplice e riconoscibile, reso anche e soprattutto poi grazie agli attori che interpretano questi personaggi.
In Natale all’improvviso diventano sin da subito personaggi ‘veri’, cui crediamo, seppur in una veste caricaturale che giustifichi il ritmo e il clima della commedia. Appaiono però evidenti crepe nell’evoluzione del racconto e nel riuscire a chiudere dentro l’ora e quaranta di racconto un numero di storie troppo grande per rendere semi-realistica la natura delle emozioni raccontate che, quindi, arrivano alla fine a non lasciare quasi nulla se non spunti di ciò che la storia sarebbe potuta essere.
Accanto a ciò, probabilmente, un cut finale di montaggio che ha eliminato ogni diluirsi del racconto (fondamentale invece in scelte registiche e di sceneggiatura che trovano la forza propria nel rallentare), porta Natale all’improvviso nei semplici piani produttivi invece che in un oggetto interessante, formalmente patinato ma ben diretto e ben condotto dal cast che lo rappresenta.