Visioni differenti: Mr.Peabody e Sherman

Mirabolanti avventure a spasso nel tempo per Mr. Peabody, cane genio, e il piccolo Sherman, figlio adottivo – umano – del quadrupede. Dalla Dreamworks il più bel film di animazione di questo inizio di 2014. Dirige Rob Minkoff, il regista di Il Re Leone e Stuart Little.

Mr.Peabody e Sherman


Mr Peabody, cane scienziato e premio Nobel, era il protagonista di una omonima serie animata made in USA degli anni 60, costola del Rocky & Bullwinkle Show, inedita in Italia. Il film, oltre a riproporne le caratteristiche in modo assai fedele, lo modernizza in 2D e 3D per renderlo appetibile al target dei big spender al cinema, quelle moltitudini di genitori con bambino con bibita con popcorn che affollano a caro prezzo i multisala nelle proiezioni pomeridiane.

In viaggio con papà

 Anche Mr Peabody è genitore, padre sui generis di Sherman, cui cerca di trasmettere il suo infinito sapere e soprattutto il suo grandissimo amore, osteggiato dalla perfida Miss Grunion, assistente scolastica che ha in odio le famiglie atipiche. L’apprendimento del bimbo avviene attraverso un insolito learning by doing: i due viaggiano nel tempo con un congegno di invenzione canina, sembra di rivedere il genialoide Doc e l’intrepido Marty McFly sulla DeLorean di Ritorno al Futuro (Zemeckis si è infatti ispirato al cartoon). Le cose si complicano quando la bulletta Penny, compagna di classe di Sherman, in una scorribanda abusiva nell’antico Egitto rischia di finire in moglie a Tutankhamon, e da lì gli eventi precipiteranno, fino alla temuta rottura del continuum spazio tempo, quando Mr Peabody e Sherman incontreranno gli altri se stessi. Niente paura, i due sapranno riportare gli eventi al normale ordine cronologico con l’aiuto di Leonardo Da Vinci, Agamennone, Abramo Lincoln, Einstein.

I figli so’ piezz’ e core

Il tema narrativo dei viaggio del tempo è usato ed abusato in tutte le cinematografie, precipuamente in chiave comica (ricordiamo l’ignobile A Spasso nel Tempo del duo Boldi-De Sica, o il penoso SuperFantozzi). Qui la storia, quella vera, fa da sfondo alla costruzione ed all’evoluzione del rapporto padre – figlio: la fiducia reciproca, i cambiamenti, la ricerca di indipendenza. Su questo il film vola alto e riesce a lanciare il suo messaggio filantropico universale: la famiglia composta da Peabody e Sherman è diversa in quanto originale, ma a guardar  bene tutte le famiglie del mondo sono diverse le une dalle altre e ciò che le accomuna è l’amore, sempre, in tutte le forme, in tutti i colori, in tutti i generi.

Where’s mama gone ?

Apologo sulla paternità, 151 milioni di dollari già incassati worldwide dal 7 marzo, giorno dell’uscita in sala negli USA. Lego Movie è ancora lontano (380 milioni di dollari totali), ma siamo fiduciosi che il film raggiunga e superi quelle vette, lo merita davvero. La paternità ricorre nei capolavori dell’animazione di questi anni, da Alla Ricerca di Nemo, a Up (nonno – nipotino), Dragon Trainer. Non altrettanto può dirsi per la maternità, anzi spesso non c’è alcun riferimento alla mamma, se non in chiave di vuoto, mancanza, privazione: è solo un caso, oppure l’immaginario collettivo di questi anni sta cercando di dirci qualcosa ?

Dikotomiko

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