E’ un cult del cinema americano, o forse è un film cult per me. Triller claustrofobico da vedere. Paul Sheldon è un famoso scrittore che decide di ultimare il suo nono romanzo della serie Misery Chastaine.
Come per ogni libro, si trasferisce in una sperduta località del Colorado, per trovare l’ispirazione. Un grave incidente però, lo blocca in strada e sarà soccorso da una signora che deciderà di iniziare ad accudirlo nella sua abitazione fino al momento della guarigione: Annie Wilkes.
Apparentemente la signora sembra gentile, affabile, premurosa con lo scrittore e sua grande fan. Ben presto saranno evidenti le problematiche mentali. Alterna scenate a premure. Paul ancora ignaro della sua malattia, le fa leggere il romanzo ultimato e quando lei lo termina iniziano i veri problemi. Emergerà il vero carattere della signora.
Il finale è diverso da come lei si aspettava perchè Misery, la protagonista del libro, muore. Da quel momento in poi Paul diventerà prigioniero nella casa. Gli ordina di riscrivere di nuovo il finale del libro omettendo ed evitando la morte di Misery. Nel frattempo l’ossessione della donna per lui diventa esasperata e per evitare la sua fuga (già tentata), gli spezza le caviglie e lo droga. Il finale è ovvio, ma non banalizzato da il solito quadro scenico di vittoria dei buoni.
Critica
Misery non deve morire è tratto dal romanzo Misery (1987) di Stephen King. Suspance e attenzione si alternano per tutta la durata del film. È un thriller claustrofobico, che alimenta il nostro picco d’attenzione. Si svolge quasi interamente nelle stanze della casa di Annie, ma non risulta noioso o monotono, anzi.
Nonostante sia stato girato negli anni Novanta, sembra ancora attuale. Isolamento e rassegnazione sembrano le sensazioni dello scrittore verso la metà del film, perché intimorito dalla presenza ingombrante di un ossessiva donna che non intende liberarlo.
La solitudine e la tristezza della vita di Annie, la costringono a rifugiarsi in mondi fittizi come quelli dei libri di Paul, all’oscuro dalla vita che l’ha abbandonata alla sua tristezza. In Paul vede un amico, una persona, oggetto adatta a colmare vuoti e lacune. Ansia di lei e disperazione di lui ci condurranno in un viaggio claustrofobico e intenso, tutto da guardare.