Una famiglia eccentrica, una ragazza adolescente in cerca della propria indipendenza, la difficoltà di essere “diversi”; amato dalla critica e dal pubblico, La famiglia Belier è il film “politicamente scorretto” da vedere nelle sale italiane a partire dal 26 Marzo.
La famiglia Belier
di Sara Sonia Acquaviva @Percorsi Up Arte
I Bélier, (“come bue”), sono una bizzarra famiglia di agricoltori sordomuti. Unica udente la figlia Paula, sedici anni e punto di riferimento dei suoi genitori e di suo fratello minore. La sua collaborazione è fondamentale per l’organizzazione della fattoria: è lei che intrattiene i rapporti con i fornitori, le banche, che fa da tramite con i clienti al mercato dove vendono i loro formaggi.
Come tanti ragazzi della sua età, Paula, si trova a dover fare i conti con i cambiamenti del proprio corpo, il primo innamoramento, il bisogno di indipendenza dai legami famigliari, le “grandi” decisioni da prendere sul futuro. Quasi per caso scopre di avere un talento, paradossale per la famiglia da cui proviene: una bellissima voce. Quando il suo insegnante di canto la spinge a tentare un provino che la porterebbe a studiare a Parigi inizia a prendere lezioni senza parlarne con i genitori. La decisione finale metterà in crisi tutta la famiglia.
Un film coraggioso e che incassa al botteghino
Se la famiglia di Paula non fosse formata da padre, madre e fratello non udenti, La famiglia Belier sarebbe una semplice, banale, commedia su una ragazza che affronta le problematiche dell’adolescenza. Il punto di forza del film invece, è proprio quello di raccontare una storia qualsiasi, l’eccentricità e l’ironia di due genitori, la voglia di evasione di un’adolescente, parlando al mondo con un linguaggio raramente usato in una commedia: quello dei segni.
Non è la prima volta che una produzione francese affronta la tematica della diversità e, in particolare dell’handicap, con piacevole leggerezza, ironia e sarcasmo. Lo abbiamo già visto in Quasi Amici di Olivier Nakache ed Èric Toledano, film del 2011 che racconta una storia semplice di amicizia tra un burbero paraplegico e il suo badante di colore, lasciando gli spettatori emozionati, divertiti e commossi.
In Francia si azzarda e si incassa (al botteghino) con una comicità che resta mal volentieri tra i confini del Politically Correct e affascina il pubblico internazionale mostrando il “lato oscuro” e antipatico che è presente, e spesso non si cela, in ognuno di noi, anche se si è paraplegici o sordomuti, come nel caso di questo riuscitissimo film di Eric Lartigau.
Divertente e impegnativa l’interpretazione da parte degli attori che nonostante qualche difficoltà e molta fretta nella riproduzione dei segni, mantengono l’attenzione degli spettatori con un ritmo quasi sempre sostenuto. Francois Damiens (Rodolphe, padre) e Karin Viard (Gigi, madre) si rivelano un’ottima scelta anche per l’impegno messo nei 6 mesi di lavoro precedente alle riprese, per imparare il complesso linguaggio dei segni. Unico attore sordo del set il giovane esordiente, Luca Gelberg nel ruolo del fratello minore di Paula, interpretata a sua volta da una giovane cantante, scoperta dal regista nel Talent Show “The Voice”, Louane Emera.
La famiglia Belier, ha dunque tutte le carte in regola per risultare piacevole al grande pubblico ed essere un’operazione commerciale ben riuscita.
Prima di concludere e di lasciarvi a tutte le clip dal film vi invitiamo a leggere l’intervista al regista Eric Lartigau, a Roma per presentare il film.