La diseducazione di Cameron Post

La diseducazione di Cameron Post di Desiree Akhavan

Nel film La diseducazione di Cameron Post (The Miseducation of Cameron Post) la regista Desiree Akhavan, focalizza il problema sull’apertura di centri di “riabilitazione” per persone omosessuali, pensando di poterli rieducare attraverso l’aiuto spirituale di un mentore, che gli faccia da guida, per ritrovare Dio ed allontanarsi da Satana, che li tenta con atti contro natura.

La protagonista, Chloe Grace Moretz, ha iniziato la sua carriera molto giovane, prima come modella e poi come attrice in molti film (Hugo Cabret di Martin Scorsese, Sils Maria di Olivier Assayas), e l’ultimo film di Luca Guadagnino Suspiria, insieme a Dakota Johnson.

La diseducazione di Cameron Post

La diseducazione di Cameron Post

La diseducazione di Cameron Post

Nel film l’attrice incarna Cameron, una ragazza di 16 anni che vive con la zia, dopo la morte dei suoi genitori. Il giorno del ballo al college, viene vista dal suo accompagnatore mentre si bacia con la sua migliore amica, nel sedile posteriore di una macchina. Da quel momento la sua vita prenderà una svolta totalmente complicata. Verrà reclusa in un istituto dove inizierà un percorso fatto di ideologie che non la rappresentano e dove nasceranno delle amicizie forti che cambieranno per sempre la sua vita.

La diseducazione di Cameron Post – il trailer

La diseducazione di Cameron Post è il primo film della regista Desiree Akehavan che in conferenza stampa dichiara apertamente la sua sessualità e che per lei non ha mai rappresentato motivo di ostacolo nel proprio lavoro. Il film è ambientato negli anni ’90, quando aprirono i primi istituti. Quello che fa più spavento è l’ignoranza delle personale che ci lavora, perché non hanno alcun tipo di specializzazione, e spesso non hanno idea di come influenzino la psiche dei ragazzi, e purtroppo è stato riscontrato un alto tasso di mortalità tra i giovani che hanno frequentato questi ambienti.

Nel 1999 un’altra regista americana, Jamie Babbit, parlò di questo argomento nel film But I’m a Cheerleader, che affrontava lo stesso argomento in chiave più ironica, ma già si intuiva la problematica.

Attualmente sono 660.000 gli adolescenti che vengono sottoposti a questi tipi di trattamenti, e gli attivisti stanno cercando di far chiudere questi centri.

Per scrivere la sceneggiatura del film, la regista, insieme alla sceneggiatrice e produttrice italiana Cecilia Frugiuele, hanno raccolto molto materiale sull’argomento, decidendo di comune accordo di non riportare all’interno del film alcuni metodi brutali che venivano utilizzati, per la troppa violenza.

Sicuramente c’è ancora molto da fare e muri da abbattere. Purtroppo in Italia c’è un clima molto ostile, è come se ci fosse stata un involuzione invece che un apertura. Si può sperare che, anche grazie a film come La diseducazione di Cameron Post nelle giovani generazioni cambi qualcosa a livello di cultura ed apertura mentale.

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