Arriva al cinema il prossimo 9 Ottobre il film che segna l’esordio alla regia dello sceneggiatore di “Drive” Hossein Amini, con protagonisti Viggo Mortesen, Kirsten Dunst e Oscar Isaac. Tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, pluripremiata scrittrice di opere poi trasposte al cinema come “Il talento di Mr.Ripley” o “L’altro uomo”, arriva nelle sale italiane I due volti di Gennaio.
I due volti di gennaio
Trama
Rydal (Oscar Isaac; Robin Hood, A proposito di Davis) è un giovane americano che da anni vive in Grecia lavorando come guida turistica. Quando accetterà di lavorare per la coppia composta da Chester (Viggo Mortesen; The Road, La promessa dell’assassino) e Colette (Kirsten Dunst; Spiderman, Melancholia), l’esistenza del ragazzo e della coppia cambierà dal momento che, col passare del tempo, lui sarà sempre più attratto da lei come donna e da lui come personalità. Oltre a dover condividere con loro un terribile segreto.
Questione di ritmo
Il problema più grande di questa opera prima di Hossein Amini è proprio il ritmo con cui tenta di mantenere un clima di suspance costante ben sostenuto dai tre ottimi interpreti ma spesso facilmente disperso da dialoghi fin troppo espliciti e narrati in brevi archi di tempo e scelte registiche fin troppo “scolastiche” che sciolgono, in momenti di alta tensione, tutto il ritmo che una storia a-la-hitchcock prometteva sin dal primo trailer e vista l’autrice di partenza.
Il triangolo
Gli attori, appunto. Viggo Mortesen, Kirsten Dunst e Oscar Isaac funzionano molto bene nel dare spessore e profondità a questo triangolo di personaggi mascherati e doppiogiochisti dove il ruolo più funzionante risulta essere proprio quella della bella “tra i due uomini”: la Dunst si mostra capace di essere una femme fatale non convenzionale perché ama suo marito mentre cresce in lei la passione per “l’altro” ma allo stesso tempo, oltre l’inevitabile bellezza estetica, non si mostra convenzionale nel carattere alla categoria e riesce a restituire una veridicità imponente rispetto a un Mortesen che sa molto di “già visto” e che, a tratti, sembra non credere molto al testo adattato che gli è stato affidato.
Mitologia e Location
Interessante le location: dalla Grecia a Creta, per questo la scelta fotografica in contrasto alla cupezza d’animo dei personaggi, i continui accostamenti mitologici a partire dal titolo e poi ancora durante tutto il racconto. Ma se poi si pensa al terzo atto della storia, al rapporto che cresce (e come si sviluppa) tra Chester e Rydal, scopriamo che la prevedibilità, la scioltezza di dialogo e la lentezza di ritmo la fanno da padrone e quindi le piccole certezze vengono a mancare, trovandocisi di fronte ad un prodotto che sembra avere una durata superiore a quella reale (100 min. ca).
Molte buone intenzioni ma di certo si poteva fare molto di più all’interno del comparto tecnico.