Sono passati circa due anni dal discusso Alice in Wonderland e finalmente Tim Burton è tornato sul grande schermo con accanto il suo attore-feticcio Johnny Depp.
Si tratta una storia che già dall’origine sembra avere il sapore di tutti gli elementi tipici del visionario regista di Edward Mani di Forbice e Il mistero di Sleepy Hollow: dall’11 Maggio è uscito al cinema “Dark Shadows”.
Tratto dalla celebre (almeno negli Stati Uniti) serie tv dall’omonimo titolo, questo film sembra rispecchiare totalmente l’animo tormentato, gotico e poetico del regista che, in ogni singola inquadratura, riesce a trasmettere la dedizione e gli sforzi che ha dedicato al progetto dove, malgrado siano passati ormai anni, non perde occasione per citare ciò che sin da bambino lo ossessiona: il mito di Frankenstein, del diverso, dell’estraneo, che viene ad essere in contatto con una società che sembra accettarlo ma che poi lo rifiuta, fino all’inevitabile allontanamento dello stesso per andare alla ricerca di un proprio luogo in cui poter davvero vivere.
Si parla di questo in diverse sue pellicole come in quest’ultima, eppure non è il solo argomento.
La Trama
La storia narra di Barnabas Collins (Depp), un uomo innamorato che vive nella seconda metà del diciottesimo secolo ma che viene condannato a soffrire per l’eternità da una strega che vuole il suo amore, Angelique (una Eva Green al massimo splendore), dopo essere stato trasformato in vampiro e aver visto la donna che amava morire.
Dopo essere stato intrappolato in una tomba per quasi due secoli, si risveglia in un 1972 pop, pieno di musica, di tecnologia, di parole e modi di fare e di essere diversi che non aiutano l’adattamento dell’uomo, costretto inoltre a cibarsi necessariamente col sangue altrui.
Ritrova i discendenti della sua famiglia, con a capo una glaciale Michelle Pfeiffer, una divertente e divertita Chloe Moretz (che punta ad arrivare sempre più in alto) e una dottoressa più sbronza che sobria interpretata da Helena Bonham Carter (onnipresente moglie del regista – of course! – e bravissima come sempre).
L’intreccio dei generi
Malgrado i generi su cui il racconto si basa siano fondamentalmente tre (Il filone romantico tra Barnabas e il suo vero amore e quello tormentato con Angelique; Il filone dark del vampiro e le conseguenze di ciò; Il filone comico del suo adattamento al mondo in cui si trova a dover vivere), la sceneggiatura e la regia creano un equilibrio quasi perfetto che rende godibilissimo un film visivamente ricchissimo e con l’accompagnamento della tetra quanto divertente colonna sonora del fidato Danny Elfman.
Da segnalare anche un cammeo di un altro attore-feticcio del regista, Christopher Lee, che nel film non si trova per caso. Di certo si potrà riconoscere il mix di richiamo di film horror cui sono stati protagonisti lo stesso Lee o Vincent Price, o l’unione tra dark e comico che richiama il cinema Cormaniano.
Trailer del film
Fortemente voluto dallo stesso Johnny Depp (anche in veste di co-produttore), Dark Shadows è una nuova perla del regista di Burbank che qui sembra rinato, dopo il film della maturità (Big Fish), il quasi capolavoro (Sweeney Todd) ed alcuni passi incerti (l’Alice già citata), ed essere tornato ai fasti passati.
È chiaro che il confronto con i lavori precedenti è inevitabile e questa nuova pellicola, malgrado non sia indimenticabile come altre, di certo crea una nuova dimensione all’interno del mondo gotico e poetico che ha reso riconoscibile il regista ormai da decenni.
Ogni film di Burton, malgrado i pro e i contro, non riesce ad essere inferiore alla sufficienza, e quest’ultimo non è di certo da meno.
Malgrado imperfetto, la sua capacità è quella di saper tessere una trama con un suo significato, saper mettere insieme un prodotto commerciale eppure assolutamente autoriale. E di questo gli va dato merito. Una firma pregiata per cui di certo vale la pena acquistare il biglietto per godersela totalmente sul grande schermo.
Un film..un po dei già visti e rivisti sul genere Vampiro.., un po cartone animato con battute da ” Simpson” e da telefilm della “famiglia Adams” ..anche un poco ..sensuale..insomma fa sorridere.
Morando.
Bè si, l’idea del “già visto” credo fosse insita nel progetto sin dall’inizio perchè, a detta del regista e di Depp, il film è anche una critica alla trasformazione volutamente commerciale che negli ultimi anni ha subito la figura del vampiro (non faccio nomi ma credo si possa intuire facilmente)… il richiamo alla famiglia Addams c’è, è vero, ma la storia era quella e qui c’è anche la prima scena di “sesso” di Burton… insomma non è la favola di Edward mani di forbice nè le teorie filosofiche e macabre di Sleepy Hollow, ma di certo è un Burton che vale la pena di andar a vedere. 🙂