Esce il prossimo 1 Maggio il nuovo film di Steven Soderbergh che, dopo i balli e il fascino di Magic Mike cambia ancora i toni e si getta su un thriller psicologico su un quartetto di attori di prima classe: arriva fialmente anche in Italia Effetti collaterali.
Trama
Martin (Channing Tatum; Magic Mike, G.I.Joe – La vendetta) torna finalmente a casa dopo un periodo di detenzione e trova la moglie Emily (Rooney Mara; Millennium: Uomini che odiano le donne) in una forte momento di depressione che decide di colmare con le cure dello psichiatra Banks (Jude Law; Anna Karenina, Contagion).
Trailer del film:
A venire in suo aiuto nella cura della paziente interverrà anche la dottoressa Siebert (Catherine Zeta-Jones; Quello che so sull’amore, Rock of Ages).
Immagine e contenuto
Ormai è risaputa la verve poliedrica del regista e sceneggiatore Steven Soderbergh che, solo negli ultimi anni è passato dai generi più disparati con il cupo quanto realistico Contagion, passando all’action con protagonista femminile Gina Carano Knockout – La resa dei conti e poi ancora per i fascinosi ragazzacci di Magic Mike.
Adesso approda al thriller di stampo psicologico e lo fa ancora con Channing Tatum, portandosi dietro la nominata al premio Oscar Rooney Mara, il premio Oscar Catherine Zeta-Jones e il sempre ottimo Jude Law. I punti forti di questa trama sono essenzialmente due: da una parte la regia ecclettica e sempre volutamente sperimentale e ricercata di Soderbergh (che si occupa qui anche dell’ottima fotografia con il suo solito pseudonimo Peter Andrews) e dall’altra la sceneggiatura.
Affidata a Scott Z. Burns ancora una volta dopo gli ottimi risultati di The Informant! e Contagion, tutto il ritmo si gioca esclusivamente con i quattro personaggi protagonisti creando una storia da camera che gioca tra la psiche e la mente in una girandola di colpi di scena non sempre prevedibili e trovate intelligenti e mai banali. Insomma, se meriti vanno dati, questi sono diretti al cast, allo sceneggiatore e naturalmente alla mente che sta dietro tutti loro: Soderbergh.
Tuttofare
Ebbene si, lui è uno di quei registi che possono essere soltanto amati o odiati per la voglia di espandere sempre i propri confini e non rimanere mai cristallizzato in un genere o in uno stile, rinnovandosi continuamente senza mai timori. Proprio per questo, nei suoi quasi trent’anni di carriera, è riuscito a passare da storie assolutamente commerciali come la trilogia di Ocean’s (2001-2007) a prodotti unicamente sperimentali e di nicchia come Traffic (che gli è valso un’Oscar) e Full Frontal e ancora a prodotti più ricercati e autoriali come la doppietta su Che Guevara (2008) con un grande Benicio Del Toro.
Regista sempre molto discusso proprio per le sue scelte così apparentemente divergenti, Soderbergh segna ancora un punto a suo favore con quest’ultimo lavoro pieno di ritmo, fascino, mai banale né nei contenuti né nell’immagine. Si può solo aspettare il passo successivo.