Un soggetto semi-autistico può crescere un figlio?

Sean Penn (Sam) vive serenamente l’amore paterno per la figlia di sette anni (Dakota Fanning). L’armonia è abbattuta dalle autorità, che non ritengono Sam all’altezza del ruolo di padre a causa del suo semiautismo. Mentre lei cresce, lui rimane all’età di sette anni. L’allontanamento è  devastante per entrambi ma Sam è determinato: il suo deficit non gli impedirà di crescere la figlia. Troverà lavoro in una caffetteria e  sarà aiutato da un’avvocatessa affascinante e apparentemente superficiale (Michelle Pfeiffer). Il quoziente intellettivo di un bambino di sette anni non gli impedisce  di possedere una sensibilità fuori dalla media. Riuscirà ad ottenere l’affidamento della figlia?

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Ottima performance di Sean Penn. Jessie Nelson (il regista) ha accuratamente fabbricato il personaggio di un uomo spettacolarmente emozionante: estremamente sensibile, particolarmente predisposto ai contatti umani e lavoratore attento. Lucy in the sky with diamond è la loro canzone preferita, infatti i Beatles ci accompagneranno per tutta la durata del film.

Personaggio poco incline all’arrendevolezza, Sam esorterà anche il cambiamento della fredda avvocatessa, maniacale perfezionista alienata dal successo, stimolandola a ritrovare il rapporto con il figlio. Nonostante il suo quoziente intellettivo sia particolarmente elevato rispetto a Sam, il distacco è palese: Sam anche se è autistico ha l’amore nella vita, lei, seppur intelligente conduce una vita arida. Le loro identità insieme si correggono e migliorano.

Sarà sostenuta dalla comprensione di Sam e tornerà a parlare con il figlio, slegato completamente dal vincolo sentimentale con lei.. Nonostante l’avversione nei confronti di una legge austera, il film mi ha lasciata nel dubbio.

Cosa è giusto o sbagliato? E’ corretto affidare un bambino alle cure di un uomo sensibile ma con un deficit autistico, di un uomo che non potrà insegnare a sua figlia cosa è corretto e cosa no, di un soggetto che non la potrà allontanare le difficoltà, né farla progredire? Oppure è più corretto rimuovere l’affidamento per spostare il “pacco postale” da una famiglia all’altra incuranti delle conseguenze?

Quello che è certo è che il film nel complesso ha una visione positiva della realtà, e contorna i personaggi di quella gelatina mielosa presente in tutti i film commoventi come questo. Tanti abbracci al sapore di miele e molte frasi zuccherine, non appesantiscono il film facendolo scadere nel banale, ma consentono di equiparare scene devastanti a sequenze affettuose.  Da vedere.

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