Un ruolo commuovente per Harrison Ford e per Annette Bening. Lui è un cinico e insensibile avvocato, che pur di speculare, avere fama e denaro, è pronto a nascondere prove schiaccianti e mentire alla famiglia. È un marito assente, un padre particolarmente austero e si comporta come se tutto il mondo ruotasse attorno a lui. E’ fortunato. Ha tutto. Un giorno tutto cambierà. Mai più feste, amanti, bugie perché un evento ostacolerà il lieto fluire degli eventi. Uscito per comprare le sigarette, viene ferito alla testa durante una rapina ed entra in coma.
Al suo risveglio la situazione è devastante: non riesce a parlare, a muoversi e non riconosce la sua famiglia. Il proiettile entrato nel suo cervello, ha totalmente scardinato ricordi, parole ed educazione. La guarigione è lenta, i progressi sono impercettibili. La figlia gli insegnerà a leggere, il fisioterapista a camminare, la moglie ad amare.
Improvvisamente si velocizza il tutto e si annida in raffinate smancerie romantiche dettate dal suo repentino cambiamento caratteriale. La guarigione sarà celebrale e caratteriale. Scopre tradimenti, maltrattamenti, bugie e azioni del tutto opposte al suo essere dopo la guarigione.
Critica
Lo etichetterei romantico e riflessivo. Un uomo ricco e potente si trova in un letto d’ospedale privo di ricordi che all’improvviso muta il suo carattere.
Se ne sentono davvero poche di queste storie, e data la rarità dell’evento ho apprezzato il contributo del film. Condanna l’uomo che vive per lavorare e non lavora per vivere, condanna il cinico e l’apparenza apprezzando le doti umane del rispetto, della tolleranza e del perdono e lo fa attraverso il volto di Harrison Ford.
Da insensibile a romantico, da padre assente a padre affettuoso, rinnegherà gli errori passati, e ripudierà le ingiustizie compiute abilmente. Colleghi di lavoro e falsi amici tenteranno di ricondurlo alla retta via, ma La sua rinascita sarà completa e la famiglia e gli affetti diventeranno gli elementi più edificanti della sua vita. Sarà una persona migliore.