Un lavoro da uomini: ‘Registe’ di Diana Dell’Erba

In concomitanza con la festa delle donne è uscito nelle sale Registe di Diana Dell’Erba, un docufilm sulle registe, rari esemplari in tutto il mondo…

Registe: una stretta minoranza

di Francesca Barile

Come recitano le didascalie d’apertura sia in Italia che nel resto del mondo si dedicano al lavoro della regista solo poche donne. Ma perché? Cosa induce le donne ad astenersi da questo impegno? Sono le stesse donne-registe che, nel docufilm di Diana Dell’Erba, in excursus storico-sociologico spiegheranno le motivazioni. In principio, in Italia, una donna Elvira Notari, napoletana si fece ammirare per il suo talento negli anni Venti quando ancora i film venivano fisicamente proiettati nei teatri perché non esistevano ancora dei luoghi deputati ad hoc. La filmografia di Elvira cadde presto sotto silenzio sotto il regime fascista che aveva eletto le donne a fattrici, madri dei futuri guerrieri italici e quindi non c’era posto per una donna con un lavoro importante come quello del regista!

Regia: lavoro da uomo?

Le donne regista scompaiono per riapparire misteriosamente nel dopoguerra perché, come spiega Cecilia Mangini, regista “veterana” assieme a Lina Wertmuller, il paradosso del fascismo nasce con la parificazione delle donne agli uomini che anziché inculcare nelle ragazze uno spirito da angelo del focolare finisce con il trasformarle in combattenti, complice anche la guerra. La seconda parte del film è quindi dedicata alle interviste dalle registe più anziane (Cecilia Mangini, pugliese, ha ormai novanta anni) a quelle più giovani, tra cui Susanna Nicchiarelli e Francesca Comencini.

Regista perché?

Cosa ha spinto molte registe a scegliere il lavoro dietro le quinte? Perché si tende ad affidare dei bambini che sono in età di crescita a una donna e non un film che è pur sempre una creatura in progress? Al di là dai facili pregiudizi le donne registe rispondono dando la loro personale opinione. Quasi tutte sono mosse dall’amore per il cinema e dalla voglia di contribuire in maniera più creativa alla realizzazione dell’opera filmica. Documentario, intervista, rievocazione, Registe ci invita a riflettere su queste donne speciali che a modo loro contribuiscono all’eliminazione. cammino difficile ma non più tutto in salita, della discriminazione di genere.

L’attrice e regista Diana Dell’Erba

Intervista alla regista Diana Dell’Erba

Ciao Diana, benvenuta su cinemio. ‘Registe’ parla solo in parte di Elvira Notari: perché non si è pensato di realizzare un lavoro dedicato esclusivamente a questa pioniera della regia al femminile?

In Registe mi interessava esplorare il cinema e più in generale la creazione e la realizzazione femminile. Elvira Notari e la sua poetica sono eccezionali ed è effettivamente un mistero come mai nessuno abbia ancora voluto omaggiarla con un film. Sarebbe bellissimo rifarlo in maniera più approfondita con Maria De Medeiros, che oltre ad essere un’attrice straordinaria, ha quel mix di forza, umiltà e dolcezza che si traducono in saggezza e alle quali ho pensato studiando il personaggio di Elvira Notari.

Durante la preparazione del documentario non hai pensato che forse sarebbe bello parlare anche di sceneggiatrici, altrettanto rare nel panorama cinematografico italiano?

Assolutamente sì, sarebbe interessante indagare moltissimi ambiti dove si riscontra la medesima situazione; e, dal mio punto di vista, sarebbe opportuno che iniziassero a farlo in maniera sistematica le istituzioni. Mancano dati sui quali poter ragionare, tentando di essere obbiettivi e onesti.

C’è stato un criterio nella scelta delle intervistate? (notorietà, “anzianità”, “rottura di schemi”?)

Ad alcune registe non potevo non pensare essendo Maestri. Le altre le ho scelte per un gusto personale e perché mi pare che affrontino nel loro cinema argomenti totalmente differenti tra loro.

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