“Non sono gli oggetti ad essere smarriti, ma voi stessi”: parola di Giorgio Molteni
Oggetti smarriti: la trama
Guido (Roberto Farnesi) è un architetto quarantenne ben affermato, amante delle belle donne ma anche divorziato dalla bella Silvia (Giorgia Wurth) e papà di Arianna (Ilaria Patanè), una splendida bambina di appena sei anni.
L’uomo conduce una vita sterile di veri affetti anche a causa della perdita, del tutto accidentale e totalmente improvvisa, del suo papà (Davide Paganini) quando lui stesso era ancora un bambino. Ed è proprio con questa – assolutamente involontaria – mancanza di affetto, di presenza e protezione paterna che Guido, a quarant’anni, si ritrova a fare i conti. Nella sua vita,infatti, non sembra esserci alcun punto fermo: la discordia continua con l’ex moglie, il suo non volersi occupare della sua creatura, il trascorrere le notti con donne occasionali e verso le quali non nutre nessun tipo di affettività.
E tutto ha inizio quando Silvia è costretta a lasciare la piccola Arianna al padre il quale già sta letteralmente preparando la camera da letto per l’incontro della sera montando un grande specchio da soffitto.
Silvia, così, riesce a sconvolgergli ogni suo piano e..molto di più.
Infatti, Guido inizia col perdere un normale cacciavite credendo fosse uno scherzo della piccola Arianna. Ma subito dopo scoprirà che non si tratta affatto di una marachella di una bimba di sei anni.
E lo scopre quando, trasformata la ricerca del cacciavite in una caccia al tesoro in casa, non sente più la voce della piccola la quale sembra essere sparita nel nulla.
Per Guido è l’inizio di un terribile incubo.
Chiama la polizia che lo mette in contatto con uno “strano” e surreale ufficio oggetti smarriti, il cui addetto (Alessandro Bianchi) non fa altro che propinargli soluzioni, apparentemente, senza senso eppure con un immenso significato nel loro profondo.
In suo soccorso arriva anche Sonia (Chiara Gensini), la bella vicina di casa di cui non prima non aveva mai realizzato l’esistenza.
Attraverso questa ragazza, che si scoprirà essere molto più di una semplice vicina di casa, Guido entrerà in contatto con quella parte di sé che ha perduto quando, bambino, ha perduto suo padre e con quella parte dell’Universo – asettica, fredda e solitaria – dove vanno ad accatastarsi ogni momento tutti gli “oggetti smarriti” .
E Guido ovviamente è uno di loro.
Solo ritrovando se stesso, il suo essere e il suo puro equilibrio riuscirà a dare un senso alla sua vita e valore, affetto a ciò che non ha mai perso..ma che ha solo perso di vista pur avendolo sempre avuto sotto gli occhi. E..se non c’è peggior sordo che non vuole sentire…e anche vero che non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere!
Il trailer
Il film
Il film di Molteni applauditissimo al Giffoni Film Festival nel 2011, dove ha ottenuto il 2° Premio nella categoria Generator +18 e il Premio Anec e che uscirà nelle nostre sale il prossimo 11 luglio, non si può dire che non sia un film che non lasci un segno.
È un film geniale per il suo soggetto, per la sua trama costruita così minuziosamente, curata sin nei minimi dettagli creando, così, ingranaggio ben oleato e narrativamente ineccepibile. Grazie anche alla presenza del Narratore (Michelangelo Pulci) che ben illustra le regole del “perfetto ritrovamento” di un oggetto smarrito (da tenere bene a mente!) e che ben accompagna lo svolgersi dell’intera vicenda: una sorta di “grillo parlante”.
La trama colpisce per la sua originalità, per la sua verità, e per la sua surrealtà.. a chi non è mai capitato di perdere qualcosa – qualsiasi cosa – di cercarla per ore, per giorni interi e poi..ormai senza speranze di ritrovarla proprio nel punto in cui si era già guardato e riguardato infinite volte? Solo che quando succede questo..nessuno di noi pensa che, dietro questa improvvisa e ingiustificata scomparsa, possa esserci un significato “altro”, nascosto recondito..magari proprio il desiderio non affermato di non voler affetto ritrovare quella determinata cosa (oggetto o persona!)
Ed è molto bravo Molteni a raccontare di questa trama così fitta di colpi di scena creando una sorta di scatola cinese:ogni passaggio rimanda necessariamente al successivo così, come i personaggi sono tutti concatenati tra di loro.
Tutti i protagonisti, infatti, nessuno escluso sono molti bravi a rendere il ritmo, la comicità, perché no?, l’assurdo, la verità della situazione senza mai che lo spettatore (è proprio il caso di dirlo!) perda il filo del discorso e della vicenda.
Ma se il film manca in qualcosa è nella colonna sonora troppo assente e che,invece, avrebbe potuto essere un ottimo supporto per le immagini e per la stessa trama.
Altra assente ingiustificata è un uso, se non più ampio di certo più incisivo e più presente, della macchina da presa..ma questo forse è dovuto al desiderio del regista di rimanere “estraneo” alla vicenda e di non “toccarla” troppo per non rovinarla e contaminarla con qualcosa di troppo esterno.
Ma nonostante tutto questo il film è certamente una ventata di aria fresca nel nostro cinema grazie ad una storia funzionale, attuale, reale e che tutti conosciamo. Perciò…non perdetevi questo appuntamento in sala!
Alcune clip dal film