Arriva il 26 ottobre su Netflix Rapiniamo il Duce diretto da Renato De Maria con un cast molto ricco tra cui troviamo Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Tommaso Ragno e Filippo Timi.
Rapiniamo il Duce
Un tesoro inestimabile. Un piano geniale per rapinare uno dei più grandi dittatori della storia. Un gruppo sgangherato pronto a sacrificare tutto. L’intera vicenda si svolge a Milano alla fine della Seconda Guerra mondiale, più precisamente durante gli ultimi giorni di guerra.
Il protagonista, Isola (Pietro Castellitto) è ladro emarginato che desidera riscattarsi dalla sua condizione sfortunata e per farlo è addirittura pronto a rapinare Mussolini stesso. Decide per questo di formare una squadra di esperti truffatori per portare a termine uno dei colpi più ambiziosi della storia, ricevendo un piccolo aiuto dalla sua amata Yvonne (Matilda De Angelis), coinvolta in una relazione sentimentale con un importante capo fascista.
Il trailer del film
Rapiniamo il Duce: quanto c’è di vero?
La pellicola, tratta da una storia vera, riporta un fatto storico che spesso non viene citato nei libri di scuola. Mussolini aveva effettivamente raccolto in un unico luogo tutti i beni di lusso offerti in pegno dagli italiani per la guerra e progettava di portarli via con sé una volta superato il confine.
La storia raccontata è complessa e ricca di personaggi, capaci di emergere attraverso il loro carisma unico. La trama è apparentemente contorta, ma ben studiata e lineare, facilmente comprensibile nella seconda parte del film dove lo spettatore riuscirà a cogliere chiaramente la struttura del piano.
Le scene si susseguono rapidamente e incalzanti sullo schermo, alternate da splendide canzoni italiane interpretate da Matilda De Angelis. Le storie proseguono parallele fino ad incontrarsi, rendendo la trama ancora più accattivante. Allo stesso tempo è necessario sottolineare che il genere d’azione non è proprio della cinematografia italiana e anche in questo caso risulta evidente. Ricorda un film americano, con scenografie poco curate. Il tono della narrazione alterna continuamente momenti ironici a ridondanti discorsi motivazionali. L’idea in sé è molto valida ma poteva essere sviluppata più in profondità, attraverso una contestualizzazione storica più precisa e riferimenti allo stile di vita della società italiana in quei fatidici ultimi giorni.
Non viene mostrata sofferenza e le difficoltà vengono aggirate con eccessiva facilità, districando una situazione senza un’apparente via d’uscita. Per quanto riguarda la colonna sonora è molto coinvolgente, con canzoni italiane cantate dal vivo, che permettono allo spettatore di teletrasportarsi in quegli anni durante uno spettacolo di Cabaret.
Nel complesso è un film piacevole da guardare in famiglia. L’idea resta interessante e sviluppata in modo lineare e incalzante. Ne consiglio la visione perché mostra un periodo storico oppressivo e totalitario con una prospettiva spumeggiante e coinvolgente.