Pazze di me: la “maledizione” di essere un “beato tra le donne”

Esce giovedì il nuovo film di Fausto Brizzi, “Pazze di me” una storia declinata al femminile ma anche basata sul proverbio “chi dice donna dice danno”: per saperne di più leggete l’articolo…

“L’uomo di casa”

 

 

 

 

 

Il povero Andrea ha un problema: dopo la fuga notturna di suo padre quando era un bambino è diventato “l’uomo di casa”.Peccato però che le sue numerose “donne”: una nonna afflitta da demenza senile , una badante poco incline al lavoro, una madre “tutta d’un pezzo” e tre sorelle decisamente fuori dal comune non siano molto collaborative anzi sembra quasi che vogliano inconsciamente addossargli tutte le loro frustrazioni mortificandolo e mandando all’aria tutte le sue relazioni con il gentil sesso.

E’ tutta da ridere la trama del nuovo film di Fausto Brizzi basata sul rovesciamento di un detto popolare che vuole un uomo circondato da donne come l’essere più felice del mondo perché accudito e vezzeggiato.

Il protagonista è al contrario vittima del temperamento fuori controllo delle sue parenti e, nonostante questo, mostra un indiscutibile “aplomb” indispensabile per sopravvivere.

Donne alla riscossa?

L’intento parodistico del film mira a prendere in giro quello “women power” che, malgrado un persistente pregiudizio, ha preso piede nell’ultimo decennio. Le donne della famiglia di Andrea sono quasi tutte professionalmente appagate ( la nonna , prima della decadenza determinata dalla malattia ha insegnato astrofisica e ricorda nel look la “collega” Margherita Hack), però al tempo stesso hanno dei difetti insormontabili che precludono a relazioni sia con l’altro sesso che di tipo amichevole. Al tempo stesso anche i protagonisti maschili ( Andrea compreso) sono deboli, incapaci di prendere delle decisioni definitive prefendo crogiolarsi nell’incerto presente più che pensare a  migliorarsi il  futuro o appaiono come delle buffe caricature ( come  i fidanzati di Federica o il portinaio innamorato della mamma di Andrea).Non è spiegato se il motivo di tanta insicurezza da parte dei due sessi sia dovuta ai tempi moderni o se abbia vecchie radici e non a caso il film, con un uomo che racconta in prima persona le sue disavventure con l’altra metà del cielo sin dai primi anni di vita, sembra strizzare l’occhio in più di una scena al mitico “Totò e le donne” di Steno uscito oltre sessant’anni prima.

Un film per tutti

 

 

 

 

 

 

Debutto da protagonista assoluto per Francesco Mandelli, “solito idiota” , il quale si porta dietro anche il compare Fabrizio Biggio in un ruolo minore, il film conta su un solido cast di attori noti al grande pubblico: dai camei di Flavio Insinna ( il padre fuggitivo) e Luca Argentero ( lo sposo riluttante della sorella di Andrea) a Maurizio Micheli nel  ruolo del portiere di chiare origini pugliesi, a Gioele Dix ( il futuro suocero tendente alle scappatelle). Sicuramente imperdibili Lucia Poli nei panni della nonna un po’ svanita con molto sense of humour, ma soprattutto è da festeggiare ,dopo quarant’anni il ritorno da protagonista in una pellicola cinematografica di Loretta Goggi, impeccabilmente brava e ironica.

Patinato per l’impeccabile fotografia che ci regala angoli nascosti di Roma e un mare spettacolare , il film è un susseguirsi di gags e battute intelligenti e mai volgari ben supportate da Mandelli con l’aria svagata da “giovane serio”. I flashback che mostrano l’infanzia di Andrea e le sue sorelle e l’intermezzo musicale con la canzoncina vincitrice di un lontano Zecchino d’oro anni Settanta adeguano la vicenda anche ai più piccoli rendendo la pellicola, com’è costume delle storie firmate da Brizzi, adatta a tutte le fasce d’età. Simpatico divertissement, utile per trascorrere quasi due ore in allegria.

 

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