E’ uscito lo scorso weekend nelle nostre sale Mine Vaganti, l’ultimo film di Ferzan Ozpetek.
Ancora una volta in scena una delle cosiddette ‘famiglie Ozpetek’, ma con una location differente (Lecce al posto del suo amato quartiere Ostiense di Roma) e molto più pepe nella storia.
Tutto gira attorno alla famiglia Cantone, proprietaria di un pastificio a Lecce: Tommaso, il figlio minore, torna a casa da Roma in occasione di una fusione importante per la società del padre. E’ il momento giusto per rivelare a tutti il suo segreto ma un imprevisto gli impedirà di farlo e lo costringerà a prolungare la sua permanenza.
Il cast
Cast perfettamente in sintonia quello chiamato questa volta in scena dal regista: a partire dai due fratelli Tommaso (Riccardo Scamarcio) e Antonio (Alessandro Preziosi). Per Scamarcio, dopo L’uomo nero, è l’ennesima dimostrazione delle sue qualità artistiche, per nulla messe in secondo piano dalla sua bellezza: sono ormai lontane e direi dimenticate (se non fosse per l’enorme successo che hanno riscosso), le sue prove da belloccio di tre metri… & co. In questo film poi, si mette in gioco addirittura con una parte da omosessuale (con tanto di effusioni annesse) e il risultato è ineccepibile.
Un pò più sottotono ma comunque efficace Preziosi: insomma due belli a confronto, perchè, secondo Ozpetek
“Il cinema è bellezza e glamour. Perchè dovrei andare al cinema a vedere gente che somiglia ai miei vicini di casa?”.
Eccezionali anche i genitori Ennio Fantastichini e Lunetta Savino (pugliese doc) così ancorati alle convenzioni borghesi: Ozpetek dedica il film a suo padre, a cui si è ispirato per la parte di Fantastichini.
A tre sue zie è invece ispirata la parte della svitata zia Luciana (una Elena Sofia Ricci in splendida forma) che fa scappare il suo amante al grido di ‘al ladro!’ ed è continuamente con un bicchierino in mano: il suo personaggio è straordinariamente divertente e insieme affascinante come lo sono tutte le donne alla ricerca, a volte vana, dell’amore.
E poi un plauso a tutti gli attori, per così dire, di contorno: da Nicole Grimaudo, l’amica-socia in crisi, alla nonna Ilaria Occhini, l’unica più anticonformista e capace di capire le ansie dei nipoti perchè di quel conformismo ne è stata vittima da giovane
“non farti dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre”.
Fino ad arrivare al quartetto degli amici romani, il lato più farsesco del film: esilaranti con le loro gag da omosessuali in incognito.
Gli ambienti
Il tutto in una location resa ancora più bella dai magnifici esterni del Salento, questa volta più numerosi rispetto ai precedenti film di Ozpetek (un pò più claustrofobici), e sempre intorno a tavole imbandite, quelle ‘solite’ che alcuni gli hanno criticato ma di cui io personalmente non mi stanco mai.
Peculiarità molto particolare di questo regista è la sua capacità di esprimere sentimenti anche solo semplicemente con le riprese e la musica, senza necessariamente fare uso delle parole: una dimostrazione molto intensa è per esempio la scena iniziale con una bellissima Carolina Crescentini (che si scoprirà essere la nonna da giovane) in abito da sposa che corre per le campagne salentine. Così come le scene di panico attorno alla tavola espresse con la tecnica della macchina da presa che ruota quasi vorticosamente attorno ai protagonisti.
La musica
E per concludere poi non posso non citare la musica (di Pasquale Catalano) che centra perfettamente l’atmosfera anni ’70 del film: da citare sono sicuramente 50mila di Nina Zilli e le canzoni di Patty Pravo (di cui un suo inedito accompagna i titoli di coda).
Film riuscitissimo dunque questo Mine Vaganti, nel quale i sentimenti e le relazioni sono trattate con delicatezza e profondità, a mio avviso il più bello tra tutti i film di Ozpetek.
Guarda anche l’articolo dell’intervista fatta a regista e attori in occasione della proiezione che c’è stata a Bari lo scorso venerdì. C’è una sorpresa per i lettori di cinemio.
Questo è un film che non mi perderò sicuramente Antonella, secondo me c’è un cast davvero indovinatissmo…personalmente apprezzo parecchio Lunetta Savino da sempre e riguardo Scamarcio ho ancora qualche pregiudizio legato appunto alla sua figura di belloccio e basta, ma oramai credo non sia proprio più così e in questo film lo ha dimostrato alla grande!
E poi credo sia molto interessante il tema trattato, quello dell’omosessualità, ma secondo te come mai Ozpeteck ha deciso di girarlo proprio a Lecce? C’è ancora l’idea che nel sud (al quale appartengo anch’io con orgoglio) i gay siano discriminati più che al nord? Ma non è proprio la Puglia ad avere l’unico presidente della regione dichiaratamente omososessuale? Scusami se ho innescato una polemica inutile nel tuo articolo, ma visto che tu il film lo hai visto spero mi potrai smentire…
@paola: credo che la scelta di Lecce sia stata dettata dal fatto che la Puglia ultimamente sta diventando, come qualcuno l’ha definita, ‘la California del sud’: ci sono una luce e dei paesaggi perfetti per girare un film e grazie all’Apulia Film Commission (che finanzia i film in Puglia) e i nuovi Cineporti nati a Bari e a Lecce si sta sviluppando un’ottima cinematografia.
Poi considera che nel film ci sono attori pugliesi e Procacci, presidente della Fandango è di Bari.
Se ti va leggi il post sul mio blog dedicato proprio a questo argomento: http://lovedream27.blogspot.com/2010/03/la-puglia-in-mine-vaganti.html
quanto al tema dell’omosessualità probabilmente hai ragione: Ozpetek cercava una città dove ‘ritornare’, certamente il film non avrebbe avuto lo stesso impatto se fosse stato girato a Roma.
Ciao Antonella,
ho visto ieri Mine Vaganti e non posso che concordare con quello che scrivi.
Unica pecca, la parte con Nicole Grimaudo… che senso aveva? Abbastanza inutile.
Tutto il resto fantastico!
Con la nostra Puglia in primo piano 🙂
@Francesco, sono contenta ti sia piaciuto, io ne sono rimasta entusiasta 🙂
Quanto alla parte di Nicole Grimaudo, forse hai ragione, nel senso però che Ozpetek avrebbe dovuto svilupparlo di più.
La parte di un’amica che confortasse Tommaso in quella gabbia di matti era secondo me necessaria nello sviluppo della storia, peccato non averla sfruttata meglio, anche perchè Nicole Grimaudo è stata abbastanza brava.
nfatti!
Vi invito a leggere ciò che ho scritto sul film Mine vaganti sulla mia rivista di cultura filosofica senza scopo di lucro http://www.laccentidisocrate.it Sono graditi pareri.
cara maria giovanna, mi farebbe piacere leggere il tuo articolo ma non riesco a vedere il link che hai inserito. spero inserirai il link corretto
Davvero un articolo interessante Maria Giovanna!
Il link corretto per chi fosse interessato ad una lettura filosofica del film è http://www.laccentodisocrate.it