Registi emergenti: ‘Fragomeni ultimo round’ di Michele Cadei

Continuiamo la carrellata dei cortometraggi in concorso al BIF&ST 2012. Oggi parliamo di Fragomeni ultimo round, diretto da Michele Cadei e che vede come protagonista l’attore Giorgio Colangeli.

Michele Cadei è nato a Bergamo nel 1986. Nel 2005 ha studiato scrittura creativa alla Scuola Holden di Torino e poi si è spostato a Piacenza dove ha seguito “Farecinema”, un laboratorio di un anno in direzione cinematografica guidato dal regista Marco Bellocchio. Nel 2011 si è diplomato in Regia presso la Scuola Nazionale di Cinema Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

E’ stato coinvolto in diversi tipi di progetti da film a documentari, a pubblicità e video musicali. I suoi cortometraggi sono stati proiettati in diversi festival internazionali. Si è da poco trasferito a Londra con l’obiettivo di essere coinvolto in collaborazioni interessanti ed esplorare nuovi modi di fare cinema. Con lui oggi parliamo di Fragomeni ultimo round, in concorso al BIF&ST 2012.

L'attore Giorgio Colangeli nel corto

Fragomeni ultimo round

Un anziano è rimasto vittima di un’aggressione e una troupe televisiva arriva in ospedale per intervistarlo. Ma l’attesa si protrae per molto tempo ed il giornalista decide di intervistare il compagno di letto…

Quante volte in TV ci troviamo di fronte a programmi nei quali la realtà si fonde con la finzione? Cosa succederebbe se questo accadesse anche quando il giornalismo dovrebbe mettersi al servizio della realtà? E’ a queste domande che, con un sorriso, cerca di rispondere Michele Cadei che di Fragomeni ultimo round è regista e sceneggiatore. Grazie a dialoghi sagaci e pungenti ed alla maestria con il quale dirige i protagonisti, tra i quali spicca sicuramente la straordinaria interpretazione di Giorgio Colangeli, il corto scorre via fluido trasportando lo spettatore in questa finta realtà che non si discosta poi molto da quella vera…

Le domande al regista

Ciao Michele, benvenuto su cinemio.it. ‘Fragomeni ultimo round’ è nato all’interno di un laboratorio per gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. E’ nato da una tua idea? Vuoi raccontarcene la genesi?

Fragomeni ultimo round sarebbe dovuto nascere come esercitazione di un laboratorio del secondo anno di Centro Sperimentale, ma ero talmente in ritardo con la consegna che venne l’estate e non avevo prodotto nulla. Durante le vacanze il mio amico Adel Oberto mi fece conoscere l’opera di Billy Wilder. Non avevo mai preso in considerazione la commedia come genere, ma dopo aver visto L’appartamento, fui folgarato da quel film, lo rividi una seconda volta immediatamente, e poi nei giorni successivi andai a scoprire il resto della filmografia di questo autore: La fiamma del peccato, Stalag 17, Arianna  e cosi’ via… lessi e rilessi il libro-intervista di Cameron  Crowe, continuando a risalire il filone fino a Ernst Lubitsch.

A un certo punto mancava una settimana dal rientro a scuola e al termine per la consegna della sceneggiatura. Mi ricordai di un idea che Adel aveva avuto: due cronisti devono filmare la visita di De Niro in un paese del Sud, ma sbagliano paese e allora decidono di mettere in scena l’arrivo dell’attore con alcune persone del luogo… Mi dissi:  E se un cronista scambiasse la storia di una persona comune? Se sostituisse la storia personale di un paziente di ospedale con quella di un altro? Condensai tutta l’azione in un giorno e la scrittura e scorreva lucida e ispirata come mai. Consegnai la sceneggiatura in tempo e piacque parecchio.  Certo poi ci furono di mezzo le riprese…

Un'immagine del corto

Le riprese hanno coinvolto gli allievi del II anno della Scuola Nazionale di Cinema ma vedono anche la partecipazione di un grande attore come Giorgio Colangeli. Com’è stato lavorare con lui e come ha collaborato alla costruzione del personaggio?

Il cast e’ composto da Franco Bertuzzi (il giornalista – ottimo attore e grande amico, con cui avevo lavorato precedentemente su un altro cortometraggio) e Giorgio Colangeli, oltre che da compagni di scuola del centro sperimentale e amici. Valentina Belli, che interpreta l’infermiera, sul film innanzitutto aiuto operatrice: esistono testimonianze di lei che fra un ciak e l’altro ricarica i magazzini della macchina da presa su un letto di ospedale con addosso il camicie e gli zoccoli bianchi.

Per il personaggio di Ferraresi avevo difficolta’ a trovare un uomo umile ma di classe, con un grande dignita’ e senso dell’ironia. Quando vidi l’interpretazione di Colangeli ne L’aria salata,  capii che sarebbe stato perfetto, ma non avrei mai pensato accettasse, soprattutto a gratis. Inviai comunque la sceneggiatura al suo agente e qualche giorno piu’ tardi mi richiamo’ lui stesso, dicendomi che il testo gli era piaciuto e voleva incontrarmi. Fui davvero felice.

Ci vedemmo in un caffe’ in via Merulana e restammo a parlare per ore. Ero estremamente colpito da come aveva colto appieno ogni aspetto della sceneggiatura, di che persona incredibile e affascinante fosse, e di come avrebbe potuto giovare al film.  Lavorare con lui e’ stato fin troppo facile. Ha conferito al personaggio classe, dignita’ e intelligente comicita’.

Il corto è stato presentato al BIF&ST ma ha partecipato anche a tanti altri festival. Come ti è sembrata la reazione del pubblico? quali sono stati i riscontri che hai ottenuto alle proiezioni del corto?

Il film sta andando in giro parecchio. In Italia la gente ride perche’ riconosce molte delle tematiche e dei paradossi presenti nel film.  All’estero sono sopreso di come questa commedia densissima di dialogo in cui gran parte dell’ironia si gioca su fraintendimenti verbali e invenzioni drammaturgiche, sia stata apprezzata anche nonostante l’adattamento.  L’ho visto proiettato a Pechino con doppi sottotitoli (inglese e ideogrammi cinesi) e non ci potevo credere:  la gente rideva. Come avevano potuto tradurlo? Ma il bello e’ anche questo.

L'attore Giorgio Colangeli

Ultimamente ti sei trasferito a Londra. Come mai? Pensi che, vista la situazione attuale del cinema italiano, non ci siano in Italia sufficienti opportunità per giovani registi come te?

Si’ mi sono trasferito a Londra a Gennaio di quest’anno. Avevo voglia di cambiare. Ho raggiunto il mio migliore amico e la mia fidanzata, che la’ lavora come costumista. In Inghilterra la situazione e’ diversa. Si’, ci sono piu’ opportunita’. Si’ numeri dell’industria sono maggiori. Ma se se ne fa una questione di qualita’, a parer mio il rapporto film belli e film prodotti non mi risulta essere di tanto superiore alla media italiana. E’ un parere totalmente soggettivo, ma l’unico paese dove ho riscontrato un rapporto molto elevato e’ la Romania.

Raramente mi capita di vedere un cortometraggio o un film Romeno che non abbia qualcosa da dire. Ci penso continuamente. Sull’attuale situazione del cinema italiano e sulle opportunita’ per i giovani registi se ne parla molto e si dicono molte cose giuste. Ma e’ un discorso ampio, che affonda le sue radici nel periodo buio di un intero paese. C’e’pero’ anche molto vittimismo che spesso fa da comodo alibi alla mediocrita’ e alla pigrizia.

In definitiva, mi sento di riassumere questa questione con un aneddoto: alla cassa del cinema Sacher di Roma chiedo un biglietto mostrando il mio tesserino della scuola nazionale di cinema:  “8 euro” mi fa il cassiere “Cosa?” Escalmo io scandalizzato. “Non fate lo sconto studenti?“ Risponde lui: “Andate a lavorare.” Chissa’ se aveva ragione…

Quali sono i tuoi progetti futuri? Un nuovo cortometraggio nel cassetto?

Sto scrivendo un lungometraggio di genere con il mio amico Adel Oberto. E sto sviluppando un documentario breve sui tuffatori da scoglio.

Il regista Michele Cadei

Allora terremo d’occhio questo giovane regista facendogli un grande in bocca al lupo per i suoi progetti futuri.

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